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Articoli filtrati per data: Venerdì, 22 Aprile 2016
Venerdì, 22 Aprile 2016 16:15

TINA MAIO

Nasce nel 1960 a Barcellona P.G. (Me).

Dal 1974 al 1979 ha frequentato istituto di istruzione “E. Fermi” di Barcellona P.G. Dal 1981 al 1983 ha frequentato l’Accademia di Roma conseguendo il titolo di arredatrice. Contemporaneamente ha frequentato le lezioni private negli atelier d’arte di vari maestri dove ha preso le conoscenze di varie tecniche di pittura e disegno. Dal 2006 esercita la docenza presso l’ente di formazione ANFE insegnando le tecniche di disegno e pittura presso OPG “V. Madia” di Barcellona P.G.

Ha partecipato a varie mostre collettive ed estemporanee d’arte di cui ricordiamo quelle di:

2000- estemporanea di pittura a Milazzo (Me)

Dal 2002 al 2006- mostre collettive presso spazio espositivo di “Oasi” a Barcellona P.G.

2009- presso spazio espositivo al “Green Manors” a Castroreale (Me)

Pro Loco “Artemisia” di Castroreale(Me)

2010- chiesa SS. Salvatore a Castroreale (Me)

2010- presso spazio espositivo al “Green Manors” di Castroreale (Me)

2011- personale di pittura presso lo spazio espositivo di “Oasi” (ME)

2012- presso lo spazio espositivo di “Castellando” al Castello di Spadafora (ME), “Pittura in mostra”

2013- Concorso di Pittura presso Chiesa S.Papino a cura dell’associazione Teatrale “Borgo Antico”

Dal 2013 ad oggi- mostre collettive ed estemporanee d’arte nella provincia di Messina

Per info:

E-mail:Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Venerdì, 22 Aprile 2016 12:30

Mostra Personale di NUCCIO SQUILLACI

LOCANDINA MOSTRA

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

"IL FUNAMBOLO DEL POSSIBILE'"

inaugurazione - sabato 30 aprile, ore 19.00

Catania. La mostra personale di Nuccio Squillaci, allo SPAZIOVITALE in di Catania, dal titolo “Il funambolo del possibile” a cura di Antonio Vitale ed il coordinamento diGiuseppe Vitale segue l’esposizione di Michele Alfano dal titolo “Come materia che lentamente scorre”.

Leggiamo in uno stralcio del testo critico di Antonio Vitale che accompagna la mostra:

“Nuccio Squillaci ricompone il formale dell’inconscio al limite di un senso carnale, quasi umano, rendendolo superficie glabra da qualsiasi contaminato rumore che si origina e si propaga da una realtà fisica, intesa come luogo vissuto, sognato, subito. Le sue opere non risultano mai ombrate dal peso di un abbraccio gravitazionale e quindi libere sempre, e di opera in opera sempre più, da ogni confinamento. Un cammino di liberazione, un bisbiglio di affermazione, una traccia di una sensibilità figlia di un sentimento che si rende finalmente manifesto alla vista di tutti, allo sguardo di chi vuole, al senso presente e sottile di pochi che hanno la voglia di capire fino in fondo, senza però mai precipitare nel baratro. […]

Si crea dunque un’alchimia tra la linfa che scorre sotto la superficie delle sue opere, la cui sorgente trova nutrimento dalla memoria in perfetta armonia con la sua storia e gli occhi degli sguardi della vita al di qua della tela. Tutto ciò che avviene accade cioè al limite del dissolvimento: è come se l’artista ci fotografasse la perenne geometria del fumo nelle sue randomiche traiettorie o la logica dell’inconsistente leggerezza delle bolle. Sono realtà mutevoli che esistono, si manifestano, ma non rimangono svelate per sempre. […]

La pittura di Nuccio Squillaci è infine espressione di una contemporaneità nella misura in cui il suo segno non può essere definito solo primitivo, bensì anche sedimentato e meditativo, riferito ad una struttura scheletricamente sintetica e minima. Un avvicinamento alla poesia quello visibile nel suo percorso artistico attraverso una musicalità di una forma diffusamente rotonda, straordinariamente avvolgente, misteriosamente empatica. Squillaci così pensando ci dimostra come sia possibile camminare su di un filo senza mai cadere nell’ovvio, senza che il discorso si perda, senza che il senso si svuoti, senza che la tensione espressiva di ogni sua opera venga meno.”

a cura di Antonio Vitale

INAUGURAZIONE - sabato 30 aprile, ore 19.00

A.C. SPAZIOVITALEin – via Milano 20, 95126 Catania

fino a martedì 17 maggio 2016

 martedì>sabato 16.30>20.00

domenica> 10.30>12.30

Pubblicato in Comunicati stampa

Da sin. il Sindaco di Brolo dott.ssa Rosaria Ricciardello e il Commissario Straordinario dott. Filippo Romano

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

I locali sono ubicati presso l'ex Casa albergo per anziani di contrada Petraro


Messina. Una conquista decisamente per Brolo ma soprattutto per l'enogastronomia siciliana che conquista posizioni d eccellenza.  E' stato siglato stamani a Palazzo dei Leoni l'accordo di programma tra la Città Metropolitana di Messina ed il Comune di Brolo per l'ulteriore concessione in comodato d'uso gratuito dei locali ubicati al primo piano del plesso denominato “ex Casa albergo per anziani” di contrada Petraro, destinati all'Istituto Professionale Servizi per l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera, sezione associata all'Istituto “P. Merendino” di Capo d'Orlando.
Si tratta, in particolare, di un ampliamento della superficie già a disposizione dell'I.P.S.E.O.A.,  un'azione che si rende necessaria in considerazione del notevole incremento della popolazione studentesca che, in otto anni, è aumentata dalle iniziali 40 unità alle 370 previste per il prossimo anno scolastico.
La nuova superficie, concessa gratuitamente dal Comune brolese, si sviluppa al primo piano dell'immobile di contrada Petraro per una estensione di 350 metri quadrati che si aggiungono ai 900 metri quadrati di superficie coperta del piano terra, oltre ai 500 metri quadrati di aree esterne di pertinenza, già fruibili dal 2008.
Il comodato d'uso avrà la durata di anni 9 e potrà essere rinnovato alla scadenza.
La Città Metropolitana di Messina, nonostante le difficoltà finanziarie, sta operando per garantire la realizzazione degli interventi più urgenti in attesa dei possibili fondi che si renderanno disponibili dalla devoluzione dei mutui contratti con la Cassa Depositi e Prestiti, nonché mediante l'utilizzo dei residui delle opere già ultimate.
La stessa tipologia di azione di potenziamento delle strutture scolastiche a “costo zero” avviata con il Comune di Brolo è stata già perseguita per i plessi scolastici di competenza provinciale nei Comuni di Francavilla di Sicilia e Naso, tutte “sezioni staccate” di altri Istituti scolastici superiori.

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- di Marcello Crinò -

Dal 26 al 30 aprile, dalle 18 alle 20, l’artista Nino Abbate, fondatore ed animatore del Museo di arte contemporanea “Epicentro”, sito a Gala, frazione collinare di Barcellona Pozzo di Gotto, apre le porte del Museo con ingresso libero.

L’intento è ancora una volta quello di valorizzare e far conoscere questo singolare museo, comprendente oltre mille mattonelle in terracotta, del formato di trenta centimetri per trenta, sulle quali hanno lasciato il loro segno i maggiori artisti contemporanei italiani e stranieri. Piuttosto snobbato dai concittadini, i quali hanno un rapporto difficile con le arti contemporanee, l’Epicentro è abbastanza conosciuto in Italia e nel campo degli intenditori d’arte, per via delle numerose presenze artistiche, che vanno dal Movimento di Corrente con Ernesto Treccani, passando per Carla Accardi, Pietro Consagra, Milena Milani, Floriano Bodini, Michele Cascella, Giosetta Fioroni, Fabio Mauri, Piero Gilardi, Emilio Isgrò, Arnaldo Pomodoro, Gabriele Basilico ecc… fino agli artisti delle ultime generazioni. Artisti presenti alla Biennale di Venezia e a Documenta di Kassel in Germania, e nei maggiori musei e collezioni d’arte internazionale.

Abbate, con l’apertura gratuita, lancia anche la “provocazione” e spiega il senso del suo gesto, nato “per la conoscenza e la libertà dell’arte in tutte le sue espressioni artistiche e contro ogni forma di burocrazia che priva la sua visione in un contesto culturale pubblico che appartiene a tutti. È una buona occasione, questa delle Cinque giornate di Gala, per vivere la storia della cultura barcellonese nel giardino del Museo Epicentro, dove sono passati e vivono spiritualmente i personaggi della nostra storia locale: Nello Cassata, Nino Leotti, Alessandro Manganaro, Iris Isgrò, Santo Valenti, Francesco Cilona, Paolo de Pasquale”.

La collezione del Museo Epicentro ultimamente si è arricchita, con la donazione di Nino Abbate, di dieci sculture in pietra esposte in permanenza, a testimonianza della sua opera. Tra queste spicca Il Guerriero che venne dal mare, realizzato in pietra pomice e ossidiana, per difendere il proprio luogo di Gala da tutte le intemperie e da ogni forma di oppressione.

 

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- di Rachele Gerace -

 

La bellezza sin dall’antichità è stata oggetto di numerose speculazioni storiche, filosofiche, letterarie, sociologiche e religiose. È proprio da questi ultimi due ambiti che giovedì 21 aprile, Suor Tarcisia Carnieletto, direttore dell’ufficio diocesano per il Dialogo Interreligioso e Gianpiero Vincenzo, scrittore, sociologo e islamista catanese, hanno preso spunto per la riflessione del quarto incontro tematico, organizzato dagli uffici diocesani Migrantes, per il Dialogo Interreligioso e la Consulta delle Aggregazioni Laicali dell’Arcidiocesi di Messina Lipari Santa Lucia del Mela con il Centro Islamico di Messina hanno preso spunto per la loro riflessione sulla bellezza.

 

Se esiste una bellezza come armonia - afferma Suor Tarcisia - questa e fatta di realtà diverse: dalla natura, all’arte, ai gesti umani, essa si pone come una soglia, che rappresenta la libertà di scegliere se andare oltre”. Ecco allora che la bellezza diventa voce della trascendenza e in tal senso alcuni tra i filosofi più importanti, ci rimandano a essa come un unicum con il buono. Da Platone a S. Agostino, fino a Tommaso D’Aquino, la bellezza è rapportata all’amore in una tensione continua che conduce l’uomo dall’immanente verso il trascendente; un concetto astratto che, attraverso l’integritas, la proporzio e lo splendor claritas, nella rivelazione del verbo di Dio fattosi uomo diventa alleanza.

 

Dal Cristianesimo all’Islam, in cui l’uomo è sempre teso tra la ricerca della sua natura d’origine e il bisogno di compiere dei rituali, il senso della bellezza come vicinanza a Dio rimane inalterato, sostiene Gianpiero Vincenzo: “Il simbolismo - afferma - è indispensabile affinchè l’uomo, animale rituale, trascenda la materia senza lambire la follia e i riti, che appartengono a tutte le religioni e che sembravano superati dalla scienza universale, oggi si stanno riscoprendo come fondamentali”.

 

La bellezza dunque come capacità di riunire diversi segni di una simbolica armonia, proprio come gli archi che sovrastano le colonne stilizzate di molte chiese o templi. La Sicilia, anche per questo, costituisce un esempio calzante di come la convivenza tra diverse culture e religioni da sempre ha generato armonia e bellezza.

 

Percepire il bello vuol dire dunque sentire la tensione verso altro da noi a partire dal cuore, che diventa il centro decisionale della vita, permettendo così di comprendere al meglio le dimensioni della realtà e i suoi snodi vitali.

 

L’appuntamento, moderato da Sergio Todesco, si è svolto nella Chiesa Annunziata dei Catalani alla presenza tra gli altri del responsabile della comunità Islamica messinese, Mohamed Refaat, del professore Dario Tomasello e di Santino Tornesi, Direttore dell’Ufficio Migrantes.

 

L’incontro conclusivo di questo ciclo, ideato in occasione dell’indizione dell’Anno Giubilare, è previsto per il prossimo 19 maggio e avrà dunque come tema la Misericordia.

 

 

 

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DSCF1776- di Marcello Crinò -

In occasione del sesto centenario della nascita di San Francesco di Paola (1416-1507), la parrocchia barcellonese intitolata al santo ha varato una serie di iniziative religiose e civili per ricordare la sua figura e la sua opera.

Dopo la mostra iconografica Imago Charitatis, Francesco di Paola il santo della carità vissuta e il concerto del Coro Polifonico “Ouverture”, che ha proposto La vita di Francesco cantata e raccontata è stata la volta, giovedì 21, dell’inaugurazione del monumento dedicato al santo, collocato nel lungomare di Spinesante, realizzato dall’artista Maurizio Calabrò.

A presiedere la celebrazione eucaristica che ha preceduto la cerimonia di inaugurazione vera e propria è stato Monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, Arcivescovo di Reggio Calabria-Bova. Presenti il sindaco Roberto Materia e rappresentati dell’amministrazione comunale, autorità civili, militari e religiose. Tra questi il parroco di Calderà padre Alfonso, il vicario foraneo Giuseppe Turrisi, il parroco della Basilica di San Sebastiano Tindaro Iannello, esponenti degli ordini religiosi di Barcellona e Milazzo.

Il parroco di San Francesco di Paola, Giuseppe Currò, ha ringraziato tutti coloro che hanno permesso la realizzazione dell’opera, in particolare i due principali artefici, cioè Maurizio Scilipoti e Rosario Crea, assieme all’artista Maurizio Calabrò, che ha scolpito la statua in marmo travertino, posta su una base in pietra. La scultura rappresenta un momento importante nella vita del santo, la traversata miracolosa dello Stretto di Messina per recarsi a Milazzo e a Pozzo di Gotto, allora piccolissimo centro appartenente a Milazzo, dove vivevano suoi congiunti. Infatti il padre di san Francesco, Giacomo d’Alessio, era originario di questa zona, come riferiscono gli antichi storici milazzesi e, come ci ha confermato lo studioso professore Nino Saya Barresi, il nonno era sicuramente nativo di questo territorio. Il sindaco Materia ha ringraziato tutti, autorità e maestranze che si sono adoperate per la realizzazione dell’opera, inserita in una piccola oasi di verde.  

Venerdì 22 andrà in scena per l’ennesima volta, a seguito del grande successo ottenuto, il musical E sulle onde viaggiò… realizzato dai giovani della parrocchia. Lo spettacolo si svolgerà nella piazza della chiesa di San Francesco di Paola alla ore 21.

 

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Quando Renzi ha proclamato ai quattro venti che era meglio non andare ai seggi per votare un referendum inutile, confesso che non mi ha sfiorato, neanche per un nano secondo, l’idea di fare il contrario di quanto stava invitando a fare il ciarlatano fiorentino e che sarebbe stata la logica conseguenza di quanto non lo stimi. Ma che lui, dopo l’annuncio del risultato metta cappello ai voti di astensione registrati, tra i quali anche il mio, mi fa ribollire, letteralmente, di rabbia.

E ciò perché la maggioranza di quelle astensioni risponde a logiche diverse da quelle che popolavano la testa del parolaio toscano e che sostanzialmente erano piegate ad una lotta politica tutta interna al suo partito. A parte quella fetta, di oltre il 30%, che è ormai diserta, abitualmente, le urne da diversi lustri, la stragrande maggioranza degli italiani ha dimostrato che, malgrado tutto, ha la testa per ragionare e decidere autonomamente. L’errore di pensare ad un popolo bue, oltre a Renzi, l’hanno commesso anche fior di esponenti del fronte moderato e liberista a partire dai Governatori della Liguria e del Veneto, Zaia e Toti.

C’è stata una ubriacatura collettiva (per fortuna di soli esponenti politici e non di cittadini) che ha portato, erroneamente, a pensare che i pentastellati, gli ambientalisti e i Presidenti di Regione fossero coloro che più nettamente interpretavano gli orientamenti della popolazione e, pertanto, si sono messi al seguito i lepenisti salviniani, i postfascisti che ‘non si fanno dire da nessuno cosa fare’ oltre alle schegge del mondo dell’estrema sinistra ancora in vita. Sembrava una invincibile gioiosa macchina da guerra che, come la precedente macchina occhettiana, è andata a sbattere contro una realtà diversa da quella che i vari soggetti si immaginavano.

E questa realtà non ha nulla a che vedere con gli interessi di Renzi impegnato a liquidare l’opposizione interna che pensava d’aver trovato nelle Regioni rosse la testa d’ariete per assestare un decisivo colpo di grazia all’usurpatore della Ditta, alias Partito Democratico. Questa realtà, invece, era fatta di continui ‘al lupo, al lupo’ sui problemi ambientali che hanno praticamente distrutto il tessuto industriale del Paese bloccando ogni tentativo di rendere autosufficiente il paniere energetico dell’Italia con i No al nucleare, al carbone, all’idroelettrico ed oggi anche a quel gas esaltato nei decenni precedenti come gas pulito per eccellenza e chiamato ‘oro blù’.

Oltre a importare energia dalla Francia alla quale paghiamo l’equivalente di quanto serve per costruire, annualmente, una nuova centrale nucleare in quel Paese, i Governi Berlusconi, per diversificare l’approvvigionamento energetico, hanno sottoscritto contratti di fornitura del metano con la Russia e con la Libia che, con relativo gasdotto attraverso Sicilia e Calabria lo porta nel resto del nostro Paese. E’ apparso quanto meno ridicolo che l’Italia avrebbe dovuto dire no allo sfruttamento di una autonoma produzione nazionale di metano per appesantire ulteriormente il nostro import, e addirittura vietando altre trivellazioni per cercare altro metano avvalorando vieppiù l’impressione che dietro questi ambientalisti ci siano interessi inconfessabili di potenze straniere.

Ma il grave di tutta la vicenda sta, comunque e soprattutto, nell’aver abdicato, da parte delle forze politiche moderate e liberiste, ai propri orientamenti sull’altare di un antirenzismo che è il peggior sistema per combattere il renzismo perché non si è offerta la propria minestra, ma ci si è limitati ad offrire quella altrui e neanche riscaldata. E’ sperabile che il tutto serva da lezione e faccia aprire gli occhi a chi sta camminando con la benda sugli stessi limitandosi a farsi trainare. Come sempre Berlusconi è il più lucido di tutti ed è rimasto a casa disertando le urne.

                                                                                  - di Giovanni ALVARO -

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