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Articoli filtrati per data: Domenica, 10 Aprile 2016

 

S. Francesco di Paola a Trapani

 

La comitiva dei Padri Paolotti giunse nella città falcata nel 1578. Dopo varie sistemazioni fuori le mura, nel 1582 viene finalmente loro concessa una piccola chiesa destinata a gancia.

Si tratta semplicemente dell'attuale chiesa, ben conosciuta dai trapanesi e titolata a san Francesco di Paola, incastrata tra le case e posta sullo slargo regalato a un certo punto dalla via Mercè quando si apre sulla piazzetta che dello stesso santo prende il nome.

In questo luogo pio, ai nostri giorni parecchio frequentato nell'intero arco dell'anno, il 30 gennaio 1848 un manipolo antiborbonico vi si riunì segretamente organizzando l'assalto alla Caserma degli Spagnoli.

La veemenza di quegli uomini è rimasta forse ad aleggiare ancora fra le pareti del tempio e sembra ritornare soprattutto con l'avvicinarsi dei giorni della festa, una festa mobile, che da noi inizia il mercoledì immediatamente successivo alla Pasqua essendo la processione fissata due domeniche dopo.

'A scinnuta di santu Patri, quest'anno perciò anzitempo poiché effettuata il 30 marzo, nella sua pur ineccepibile regolarità ha aperto perciò una parentesi festiva che nel corso del novenario che segue, raccoglie uomini e donne a migliaia, senza distinzione di caste sociali ed età.

La festa più sentita a Trapani sciorina così il suo prologo religioso prima della processione.

Alle sedici in punto della terza domenica di Pasqua dunque, quest’anno il 10 aprile, il grande simulacro opera di Giacomo Tartaglia eseguita nel 1729, carico d'argento e circondato da grossi ceri votivi, fa la sua trionfale comparsa sulla soglia di quella chiesa luogo di incontri segreti per iniziative volte addirittura a sovvertire regni.

Inutile adesso, soprattutto per certi trapanesi, raccontare ancora le fasi dell'uscita, del passaggio della processione attraverso le prime viuzze del quartiere dove il santo sembra un gigante e qualcuno cerca, dal proprio balcone, di potergli sfiorare almeno il cappuccio. E' la storia che si ripete, del resto. La memoria che si rinnova puntuale. Nient' altro. Senza alchimie e ricerche di effetti speciali per stupire i turisti. Anche perché di turisti, grazie a Dio, non ce ne sono. Rimanendo pure in disparte l' informazione. Almeno quella che giudica la bontà delle processioni dalle lunghe durate e dai fiori pregiati.

Meglio l'afflato spontaneo di un popolo che l'aspetta davvero, la propria festa.

Sempre la stessa: la primavera che segue all'inverno e l'estate che da adesso avanzerà veloce, rapida come un fiume in piena. Fra evviva e… mooosica!!. Perché c'è sempre uno che la chiede ad alta voce, la musica. Basta un momento, che la banda termini di eseguire la solita marcetta allegra, che qualcuno sarà pronto a pretenderla immediatamente, la prossima suonata.

E' così che comincia la festa. Fin dal mercoledì della scinnuta. Da sopra l'altare c'è sempre un uomo dalla voce e le braccia possenti, pronto a issare il suo santo e a gridarlo forte. Un urlo d'amore parte da lassù, attraversa il tempio stracolmo giungendo fino alla piazza. Dove è già arrivata la banda e che rimane pronta a eseguire, senza concessione di soste, le solite marce: 'i musichi di santu Patri. Casa Ricordi, Passa la giovinezza, Un saluto a Marmirolo, Vita beata, Amor del popolo.

Una dopo l'altra fino al mercoledì successivo alla processione, quando il nastro sembra riavvolgere le stesse sequenze di quel trionfo di mani e fazzoletti di quindici giorni prima. Tutti saranno ancora una volta pronti a toccarlo, il santo miracoloso protettore della gente di mare. A Trapani come ovunque. E tutto pare abbia avuto inizio a seguito dell'attraversamento dello stretto di Messina compiuto dal frate di Paola. Senza traghetti né ponti. A bordo del suo semplice mantello. Questo narrano i racconti della sua vita. Ancor prima che Papa Pio XII lo proclamasse ufficialmente protettore. Correva il 1943. Ma la devozione da parte dei marittimi esisteva da un pezzo.

Per questo motivo, a Trapani, la processione lambisce il mare per buona parte della sua durata. Prima lungo il porto, poi, verso le 20,00 allo Scalo d'Alaggio. E' qui che probabilmente viene sviscerata e suggellata la forte devozione locale per il santo calabrese. I ceri votivi passeranno dai pescherecci alla vara e a pescherecci e marinai verrà impartita la benedizione. Fra le sirene spiegate e le luci colorate delle imbarcazioni. Ecco la festa. Liberatoria, spontanea, sentita; vera, soprattutto, e non di plastica. Con giochi d'artificio finali o quasi. Visto che a quel punto manca ancora il rientro in chiesa e il riabbraccio del suo quartiere: il passaggio dalla via Mercè fino a quando la via regalerà una piazza, si diceva.

Allora la banda riattacca con le solite marcette e qualcuno richiederà a gran voce la musica a ogni conclusine del brano. Perché il santo ritorna in spalla e ricomincia la sua danza al solito grido: Viva san Franciscu ri Paula! La giaculatoria che rinnova il rito. Popolare e spontaneo. Antico e veritiero. Senza trucchi né inganni ma intriso di fede e amore, nell'attesa dell'ultimo atto.

Mercoledì 13 aprile ore 18,00. Una piazzetta stracolma allo stesso modo della chiesa accompagnerà con gli occhi e col cuore la fine di ogni cosa. Almeno per quest'anno. Ammesso che finisca davvero.

    

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ANTONIO VELLA E GUIDO LORIA rid

 

 

Palermo. La difesa e la certificazione dei prodotti alimentari siciliani sono stati al centro del tavolo tecnico dedicato alla “Sanità veterinaria e salute dell’uomo”, che si è tenuto alla Leopolda sicula, a cui ha partecipato l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia. “Più del 50 per cento del latte in busta che beviamo in Sicilia non è siciliano, ma proviene dall’estero, mentre buona parte delle mozzarelle sono fatte con cagliate dei Paesi dell’Est, ma pochi lo sanno perché non è obbligatorio riportarlo nell’etichetta. Le ditte confezionano in Italia anche un prodotto di buona qualità, ma che non è italiano. Per questo motivo, è necessario essere consapevoli di ciò che mangiamo e chiediamo alla politica regionale di aiutarci a promuovere un piano di comunicazione rivolto a consumatori e commercianti per produrre e consumare prodotti dell’Isola”, ha detto Antonio Vella, direttore responsabile del laboratorio Residui dell'area Chimica e Tecnologie alimentari dello Zooprofilattico, rivolgendosi agli altri componenti del tavolo (Nino Virga, responsabile del servizio Veterinaria della Regione siciliana, Fabrizio De Nicola, direttore generale dell’Asp di Trapani e Guido Galici, che rappresentava l’Eni). Guido Ruggero Loria, direttore dell’area Diagnostica specialistica dello Zooprofilattico, ha, invece, messo l’accento sulla necessità di “accompagnare le aziende zootecniche in un processo di modernizzazione delle infrastrutture agricole e incentivarle a utilizzare le energie alternative”.

 

Ufficio stampa: Giuseppina Varsalona

Pubblicato in Comunicati stampa

Senza tisl

COMISO

Sabato 9 aprile, ore 16.00, centro pastorale francescano per il dialogo e la pace (santuario dell’Immacolata)

Come secondo appuntamento delle “Giornate del dialogo”, la Cattedra di “Dialogo tra le culture” invita all’incontro “Religioni e violenza: ebraismo, cristianesimo e islam a confronto”, attraverso un dialogo a tre voci che vedrà come relatori la prof.ssa Elena Lea Bartolini, docente di Giudaismo presso la Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale e l’Università Cattolica di Milano; il prof. p. Biagio Aprile, docente di Patrologia presso la Pontificia Facoltà Teologica “S. Bonaventura” di Roma, e l’imam di Agrigento Yusuf Abd al Hady Dispoto, responsabile della COREIS (Comunità Religiosa Islamica) Italiana per la regione Sicilia. Moderatore sarà il dott. Giuseppe Di Mauro, collaboratore della Cattedra di “Dialogo tra le culture”.

Ci sarà inoltre la lettura di versetti biblici, coranici e di fonti francescane ad opera dell’attrice Milena Nobile.

L’ingresso è libero e aperto a tutti.

ALCAMO

Martedì 12 aprile, ore 17.30, centro congressi Marconi (corso VI aprile)

La Misericordia: valore religioso e sociale”: una tavola rotonda internazionale su religioni e dialogo organizzata dal Comune di Alcamo e dalla parrocchia della Basilica Santa Maria Assunta, con interventi di vari esperti e di autorità religiose internazionali. 

Tra gli interventi in programma, quello introduttivo di don Antonino Adragna (direttore dell’ufficio diocesano Dialogo interreligioso), quindi di don Aldo Giordano (parroco e arciprete della Basilica alcamese e direttore dell’ufficio Migranti della Diocesi di Trapani), dell’imam Ahmad Abd al Majid Macaluso (COREIS – Comunità religiosa islamica italiana), di Salvo Parrucca (Istituto siciliano di Studi ebraci), di Marzia Stillone (coordinatore del dialogo interreligioso del Centro buddhista “Muni Gyana”), di Mauro Costa (pastore della Chiesa della Riconciliazione), di padre Daniel Bacuano (decano del Patriarcato ortodosso di Romania in Italia) e di padre Paolo Patricolo (Patriarcato ecumenico di Costantinopoli – Arcidiocesi ortodossa d’Italia). Presentazione di Giovanni Arnone e Giuseppe Scibilia.

PALERMO

Mercoledì 27 aprile, ore 18.00, Auditorium Istituto Gonzaga, via Piersanti Mattarella 38-42

Per il ciclo di incontri “Le parole e la musica al tempo di Pasqua - Non lasciamoci rubare la speranza”, un evento musicale e di dialogo interreligioso organizzato dall’Arcidiocesi di Palermo e da Radio Spazio Noi in Blu, la Radio dell’Arcidiocesi.

 

L’incontro prevede due momenti: uno di dialogo tra Chiesa di Palermo, Istituto Siciliano di Studi Ebraici e COREIS (Comunità Religiosa Islamica) Italiana, con padre Alessandro Viano sj, prof.ssa Rita Calabrese, dott.ssa Nicoletta Purpura e imam Abd al-Majid macaluso.

 

Seguirà quindi un momento musicale con il concerto tenuto dal gruppo Yankele Ensemble.

Pubblicato in Comunicati stampa

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