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Articoli filtrati per data: Venerdì, 24 Maggio 2013

Il "timelapse" realizzato da Google nel 2012, consente  come una macchina del tempo,  di osservare i cambiamenti del mondo fino al 1984.

Grazie ai satelliti Landsat e in collaborazione con U.S. Geological Survey, Nasa e il Time, ha confezionato lo "storico" delle immagini satellitari scattate dal 1984 ad oggi, permettendo di tornare indietro nel tempo ed osservare i cambiamenti del nostro pianeta.

Ghiacciai che si sciolgono e laghi che si prosciugano a causa del riscaldamento globale. Espansione di città come Las Vegas o Dubai.

Deforestazione della Foresta Amazzonica e crescita a dismisura della città di Shanghai: in soli 28 anni di mutamenti.

E tra 50?

 

http://world.time.com/timelapse/

Pubblicato in Dal Mondo
Venerdì, 24 Maggio 2013 22:00

Uno strano privilegio per Messina

- di Alessandro Fumia -

 

Gli esperimenti di trasmissione elettromagnetica in codice, ebbero le prime applicazioni fin dai primi anni del XIX secolo.

Le scoperte di Gugliemo Marconi e i segnali radio sperimentati ed applicati a Messina, hanno messo la nostra città, sotto l'attenzione della opinione pubblica internazionale. Nell'immaginario collettivo degli anni del primo novecento, Messina veniva ricordata come la patria della scienza in rapporto, ai segnali elettromagnetici e radio. Numerosi esperimenti del genere vennero effettuati in Sicilia e a Messina in modo particolare; questo stato di cose, favorì lo stereotipo, di immaginare Messina, come culla di una nuova frontiera.

A tale motivo, l'ingegnere tedesco Helmut Hoelzer all'inizio del 1942, ebbe costruito un computer analogico per calcolare e simulare le traiettorie possibili di un'arma il razzo V-2. Il team di Hoelzer riuscì a sviluppare un sistema modulato per l'emissione di segnali di nuova generazione. La portata dell'innovativa soluzione fu tale, che entusiasmò oltre misura i suoi ideatori. Ricordando questo nuovo apparecchio frutto di genere, delle applicazioni avviate a Messina vollero, allo stesso modo, rimanere nel solco tracciato decenni prima da Marconi, denominando l'incredibile apparecchiatura sistema di telemetria Messina.

Il brevetto ben presto, venne adoperato e applicato per la teleguida dei razzi V2 tanto famosi e tristemente noti agli inglesi, che subirono in quegli anni, moltissime distruzioni e perdite. L'idea dell'ingegnere tedesco di teleguidare razzi armati attraverso onde elettormagnetiche, sbalordì il mondo. Quel progetto fu possibile dalla costituzione di un gruppo di lavoro di prima scelta. Nel mese di ottobre del 1939, mentre lavorava per la Telefunken società di elettronica di Berlino, Hoelzer ha incontrato Ernst Steinhoff, Hermann Steuding e Wernher von Braun per quanto riguarda i progetti di guida del veivolo.

Alla fine del 1940 a Peenemünde Hoelzer era capo del progetto militare, sviluppando un sistema di guida-piano che alternava un segnale trasmesso da due antenne a breve distanza a parte (onde medie sperimentato la prima volta a Messina nel 1926), fabbricando pure un dispositivo di miscelazione tubo a vuoto tedesco: che corresse per la quantità di moto per non turbare un oggetto che era stato spostato di nuovo in pista di lancio.

Con la caduta del 1941, il miscelatore di Hoelzer è stato utilizzato per fornire al razzo V-2 la misurazione della frequenza invece di utilizzare i normali giroscopi. La telemetria wireless ebbe le prime apparizioni nelle radiosonde; la prima volta fu sviluppata nel 1930 da Robert Bureau in Francia e da Pavel Molchanov in Russia. Il sistema di temperatura modulata Mochanov e misurazioni della pressione effettuò uno schema metrico convertendo i wireless nel codice Morse. Il razzo tedesco V-2 ha utilizzato un sistema di segnali radio multiplex primitivi chiamati "Messina-1" capaci di segnalare quattro parametri del razzo armato. Di fatto la prima evoluzione dell'arma missile, come viene conosciuto oggi.


- di Alessio Vinci -

 

Basta poco spazio all’aperto, un po’ di pratica, e la verdura fresca è servita. Parola di un “personal trainer della zappa”!

•Cosa coltivare.

Una fioriera da balcone, da un metro per 50, può dare soddisfazioni insperate. Con questo freddo invernale, si possono piantare fave e piselli, ma già da marzo-aprile via libera con le piante aromatiche, gli ortaggi (lattuga, zucchine, melanzane, peperoni, pomodorini, sedano; patate e carote, invece, richiedono un interramento maggiore e sono sconsigliate), e i frutti di bosco (fragole, more, lamponi). Sul terrazzo, con uno spazio più grande a disposizione, la rendita è maggiore. In autunno, le piante che garantiscono i risultati migliori sono cavoli, verza, broccoli, broccoletti, rape. Le piante da frutto invece hanno bisogno del terreno e raramente limoni o ciliegi resistono in vaso. Se si ha un giardino, bisogna calcolare almeno un centinaio di metri quadri d’orto per una famiglia di quattro persone. Altrimenti, ci si può sempre impossessare di un’area pubblica in degrado.

•Orto pensile

Non disperate se avete davvero uno spazio miserrimo: si può coltivare anche in verticale. Prendete un bancale alto 20 centimetri, chiudetelo nella parte inferiore, riempitelo di terra e fissatelo al muro. Tra un’asta di legno e l’altra, infilate le piantine, avendo cura di posizionare in alto quelle che si sviluppano di più in altezza (il basilico, per esempio, va in cima, mentre il peperoncino in basso). Per l’orto verticale, si possono anche utilzzare le taschiere di tela, quelle da bagno.

•Gli attrezzi di base

L’essenziale: vasi (meglio se di terracotta), sottovasi, guanti, palette, forbici, annaffiatoio. Se si ha intenzione di piantare i pomodori o fagiolini, occorrono tutori per sostenere la pianta in altezza.

•La terra e il concime

Il consiglio è rivolgersi a un vivaio, evitando il terriccio universale. La terra migliore è leggera, acida (ph 6-7) e ricca di ferro e sali minerali. Poiché i nutrimenti tendono a scomparire quando non c’è un ambiente circostante, è necessario aggiungere il concime per mantenere fertile la terra. Preferire quelli organici (come humus di lombrico).

• L’esposizione

La migliore è a sud, sud-est. Se il balcone guarda a nord-est si può tentare lo stesso, se affaccia a nord lasciate perdere: servono almeno 4-6 ore di luce al giorno per far crescere la maggior parte delle piante.

• Semina

Ricoprire le vasche di terra, rimestare il concime e procedere all’interramento. Bisogna calcolare almeno 20 centimetri per gli ortaggi e distanziarli di circa 30 centimetri. Se si è alle prime armi, conviene acquistare le piantine, anziché i semi: i primi 30 giorni di vita della pianta sono i più delicati e così si porta avanti un pezzo di lavoro, evitando frustrazioni. Dopo aver creato una piccola buca, si posiziona la pianta e si ricopre con la terra, stando attenti a non infossarla troppo, altrimenti c’è il rischio che marcisca. Quasi tutte le piante possono stare assieme. Con l’eccezione della rucola, che è molto invasiva, ed è meglio lasciarla da sola.

• Annaffiamento

Il terriccio deve restare umido, ma non bisogna innaffiarlo troppo. Il momento migliore per quest’operazione è il tramonto o comunque lontano dalle ore di sole.

•Raccolto

Se non arrivano i parassiti (nel qual caso si può chiamare il personal trainer), le piante crescono da sé. A volte anche troppo, e allora vanno spuntate per dare più respiro. Poi basta coglierle. E ci si porta in tavola un’insalata fresca di balcone.

Alessio Vinci - www.verdeaqua.net 

Pubblicato in Botanica

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