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Articoli filtrati per data: Domenica, 12 Maggio 2013
Domenica, 12 Maggio 2013 22:00

Viaggiando per...GIOIA TAURO

- di Rocco Giuseppe Tassone-

 

Gioia Tauro (RC) è oggi il principale centro della Piana il cui abitato si chiude tra i fiumi Budello e Petrace. Poche sono le notizie storiche ma si sa che nasce come Metauros quale colonia magno-greca. Ebbe varie incursioni da parte dei saraceni. Nel corso dei secoli appartenne a diverse signorie come i Lauria, i Joinville, i Sanseverino, i Santangelo, i Caracciolo, i Correale, i Cordova, i Marinis ed infine i Grimaldi. Nel 1799 viene inserita nel cantone di Seminara dipartimento della Sagra, mentre il 19 gennaio 1807 viene elevata ad Università del governo di Casalnuovo ( oggi Cittanova). Con decreto del 4 maggio 1811 viene declassata a villaggio di Seminara mentre il primo maggio 1816 è resa comune autonomo col nome di Gioia. Il 26 marzo 1863 al nome di Gioia si aggiunge Tauro.

Da sempre attivo nel commercio che rappresenta la maggiore attività della città. Sede del porto commerciale internazionale sorto negli anni settanta in località Lamia tra i comuni di Gioia Tauro e San Ferdinando ed andando ad occupare con le sue acque il sito della frazione di Eranova.

Le chiese: il Duomo (1933) dedicato a S. Ippolito martire e che conserva le reliquie ossee di San Pacifico; San Francesco di Paola (anni ottanta dello scorso secolo); Maria SS di Portosalvo ( anni ottanta-novanta del 1900); Sagra Famiglia (anni settanta dello scorso secolo); San Gaetano Catanoso ( in attesa di costruzione è ospitata in una tenda); Sant’Antonio ( la più vecchia); Immacolata (inizi 1900).

Le feste religiose principali sono quella in onore di Sant’Ippolito che cade il 13 agosto e quella a Maria di Portosalvo l’8 settembre.   

Da visitare: palazzo Baldari, palazzo le Cisterne (ormai per poco ancora), il Piano delle Fosse con l’affaccio Barone (centro storico), i ruderi della Gaslini, la villa comunale e il parco delle Rimembranze sede dell’antico cimitero oggi terrazza sul Tirreno. Interessante sarebbe

un’ escursione lungo il Petrace dove secondo leggenda Oreste lavò le mani sporche del sangue della madre. 

Personaggi: il più noto personaggio gioiese o meglio nato a Metauria è Stesicoro (Tisia) figlio di Eufemo. Poeta e cantore della magna grecia i cui pochi scritti pervenuti a noi lasciano vedere una mano certa ed una voce soave nella poesia classica.   La data di nascita si pone attorno al 626 a.C.

Ebbe anche dei fratelli che si dedicarono alla cultura come Mamertino e Ameristo che si interessarono di geometria, Elianacte legislatore. Mentre le figlie si dedicarono alla poesia.

Altro poeta gioiese è Donato Antonio Acquaviva del XV secolo ma di cui non rimane nulla. Da ricordare il missionario Giuseppe Silipigni vissuro tra il XIX ed XX secolo; lo scienziato Giovanni Scaramozzino (1921-1950) morto a Mede Lomellina nell’atto di compiere un esperimento chimico-fisico il 26 maggio 1950 e che ha lasciato un volume: Gli isotopi radioattivi e le loro applicazioni in medicina e biologia; patriota risorgimentale è stato il canonico Francesco Gullace ed ancora l’eroe Antonio Barone; la medaglia d’oro Giuseppe Lomoro; Fortunato Formica (1901-1960) scrittore giornalista; Maria Antonietta Passarelli (vivente) pittrice; Rocco Giuseppe Tassone (vivente) poeta, saggista e storico candidonese ma residente a Gioia Tauro, che ha pubblicato molti libri di poesia, teatro, storia e scienze nonchè numerosi articoli su Gioia Tauro ed è stato nominato Cavaliere della Repubblica su richiesta dei suoi alunni.     

Tra le più importanti associazioni culturali che operano in città abbiamo l’Università Ponti con la società per il tempo libero e la socializzazione (Presidente Prof. Cav. Rocco Giuseppe Tassone – mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. This e-mail address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it ); ADIC (Presidente Prof. Luigia Morgante); Kairos (Presidente Prof. Milena Marvasi).

Pubblicato in Viaggiando per...

SAN GIOVANNI ROTONDO (FOGGIA) - Dal prossimo primo giugno sarà permanente l'ostensione del corpo di san Pio da Pietralcina nella chiesa inferiore a lui intitolata a San Giovanni Rotondo. Sarà il prefetto della Congregazione delle cause dei santi, card.Angelo Amato, a presiedere la celebrazione eucaristica per l'inizio dell'esposizione.

La notizia é stata annunciata dall'Ufficio stampa dei Frati minori cappuccini della provincia religiosa 'Sant'Angelo e padre Piò. L'unica ostensione delle reliquie del frate delle stimmate si é tenuta dal 24 aprile 2008 al 24 settembre 2009.

 

Insieme con il card. Amato - è detto in una nota - "giungeranno in pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo, per venerare le spoglie del Santo, tutti i collaboratori che prestano il loro servizio presso il Dicastero". Concelebreranno la funzione dell'ostensione l'arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, mons. Michele Castoro; l'arcivescovo segretario della medesima Congregazione, mons. Marcello Bartolucci e numerosi sacerdoti, cappuccini e diocesani. Il corpo di san Pio da Pietrelcina resterà nello stesso luogo, cioé nell'intercapedine del plinto centrale della chiesa inferiore, custodito in un'urna di vetro.

(Ansa)

Pubblicato in Dal Mondo

- a cura di Alessandra Garavini -

Pianta arborea appartenente alla famiglia delle Moraceae il Gelso è alto fino a 15 m e produce un'infruttescenza succosa nero-violacea o verde.

Un tempo il suo consumo era strettamente legato all'allevamento dei bachi da seta.

 

Oggi questa tradizione è scomparsa, ma la mora da gelso resta preziosa per le sue proprietà nutritive ed anche terapeutiche.

Il frutto del gelso nero si distingue dalla mora prodotta dai rovi perché è più grosso ed allungato, nero lucido, acidulo e molto succoso, mentre il frutto del gelso bianco è più piccolo e meno zuccherino.

 

Il gelso nero anticamente era coltivato proprio per il frutto commestibile, poi dalla fine del primo millennio, la sua importanza si legò sempre più all'allevamento del baco da seta, al quale forniva nutrimento tramite le foglie della pianta, fu affiancato dal gelso bianco verso la metà del 1500.

Per questo motivo, fino alla fine del secolo scorso, molte famiglie contadine possedevano nei loro campi filari di gelsi per allevare i bachi e quindi disponevano di grandi quantità del frutto.

 

Oggi in seguito all'abbandono dell'allevamento del baco da seta, la cui produzione è stata via via sostituita dalle fibre artificiali, la mora da gelso è decisamente meno disponibile, ma non per questo meno consigliabile dal punto di vista nutrizionale.

Già Orazio ne consigliava il consumo per le proprietà medicinali e alimentari grazie al potere energetico e curativo.

La medicina popolare consigliava lo sciroppo dei frutti per l'azione astringente, antinfiammatoria e dissetante; ottimo anche diluito come colluttorio nelle infiammazioni della bocca e del cavo orale, inoltre era apprezzato anche per l'azione espettorante.

I frutti del gelso bianco più piccoli e meno saporiti, venivano essiccati per ricavarne una farina dolcificante.

 

Tra i vari componenti del gelso nero nei frutti ritroviamo gli antociani importanti pigmenti dall'azione antiossidante ossia antinvecchiamento con particolare riferimento all'attività vasoprotrettrice soprattutto del microcircolo agendo a livello dei capillari.

Si consiglia infatti il consumo di 100 g di frutti del gelso nero lontano dai pasti a tutti coloro che soffrono di insufficienza venosa con pesantezza e gonfiore alla gambe soprattutto con la stagione estiva e le alte temperature grazie all’azione flebo tonica in grado di rafforzare la parete dei vasi sanguigni.

 

Inoltre nella mora ritroviamo anche acidi organici, acido folico, manganese, rame, zinco e boro oltre alle vitamine A, B e soprattutto C.

Non possiamo dimenticare il gelso bianco Morus alba oggetto di numerosi studi scientifici che ne hanno dimostrato sperimentalmente l'attività antibatterica efficace contro lo Streptococcus mutans un batterio implicato nella carie dentale.

Anche le foglie venivano preparate in infuso per l'azione ipoglicemizzante e diuretica, mentre il decotto della radice della pianta ha azione sedativa e ipotensiva.

 

Proprio in questa stagione il frutto può essere utilizzato per preparare gustose e dissetanti granite accompagnate dalle tradizionali zuccarate o dalla più popolare brioshe, da gustare come spuntino o a colazione come vuole la tradizione siciliana.

 

Ed ecco come preparare la fresca granita anche nelle nostre case.

Ingredienti per 4-5 persone:

600 g di gelsi neri, 120 g di zucchero, 300 ml di acqua, il succo di un limone.

Per guarnire: panna montata a piacere. Per accompagnare: zuccarate o brioche.

Per decorare: qualche gelso (facoltativo).

Preparazione:

Lavare i gelsi neri sotto il getto dell’acqua.

Asciugarli con carta da cucina e metterne da parte 100 grammi.

Passare tutto il resto al mixer, assieme al succo di limone.

Versare il composto in una ciotola.

Preparare uno sciroppo di zucchero, facendo bollire, a fuoco lento, per 5 minuti l’ acqua assieme allo zucchero.

Lasciare raffreddare ed unire lo sciroppo al succo ed alla polpa dei gelsi frullati.

Mescolare il tutto accuratamente.

Mettere a raffreddare in frigorifero per 30 minuti o nel freezer per circa 15 minuti.

Appena il composto si sarà ben raffreddato, trasferirlo nella gelatiera.

Seguire, poi, le istruzioni del fabbricante.

A preparazione ultimata, estrarre la granita dalla gelatiera e versarla nuovamente in una ciotola.

Rimescolarla nuovamente, in modo che si ammorbidisca leggermente.

Versare, quindi, la granita nei bicchieri, preferibilmente a coppa.

Porre su ogni granita una bella montagnola di panna montata e decorare con qualche gelso.

 

Per appuntamenti tel. 3385981789
e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Iscrizione albo dei Biologi N. 064258

Pubblicato in Nutrizione
Domenica, 12 Maggio 2013 22:00

I Premiati

locandina a

 

Settore: - ARTE Francesco Cancelliere

 
FRANCESCO CANCELLIERE
 Per l’ambizione che lo ha spinto a confermare il suo impegno nazionale ed oltre ,in un ambiente culturale purtroppo ristretto (quale quello locale)  nonostante le indiscusse eccellenze che a livello personale ed istituzionale fanno splendere Messina.

Per l’affermarsi di una professionalità nell"ambiente dell"intelligentia" nazionale Artistica Contemporanea, ricoprendovi un ruolo mai esistito nel panorama artistico culturale del nostro Centro Sud. Per l'impegno che lo ha contraddistinto nel mondo dell"arte caratterizzato dall"attenzione tempestiva all"attualità e dalla scelta rigorosa dei valori storicizzabili da proporre al collezionismo, aprendo e aggiornando il contesto Siciliano alle novità della cultura artistica contemporanea e alle sue diverse espressioni epocali.

Per le affinate capacità di relazione con Artisti di fama Internazionale, coi Critici e col pubblico, al punto da identificare passione personale e ragione sociale portando con Orgoglio la sua Messinesità in tutti gli ambienti nazionali

Settore: - ISTRUZIONE 

Maria  Castiglia

 

MARIA CASTIGLIA

 

 

Per l’appassionato impegno e la profonda umanità che l’hanno condotta ad investire la sua esperienza solidale e creativa in iniziative finalizzate ad attività di aiuto alla persona, volontariato civico e di sostegno all’organizzazione di corsi di promozione culturale.

Settore: - IMPRENDITORIA 

Rosaria Catania Cucchiara

 

ROSARIA CATANIA CUCCHIARA

 

Per le pulsioni ideali frammiste alle elevate conoscenze teorico-pratiche che fanno emergere nel suo operare, che l’impresa non è tanto o soprattutto organizzazione tecnica, economica e finanziaria, ma in primo luogo il posto in cui le motivazioni, la cultura ed il “cuore” dell’imprenditore si pongono come elemento centrale. Per il Suo straordinario talento di vera imprenditrice donna nel settore del restauro, che auspichiamo possa essere, anche grazie al suo impegno nella formazione, diffuso e tramandato, e per le riconosciute qualità umane, costantemente messe a disposizione della comunità cittadina.

Settore: - ISTRUZIONE  

Francesco Falcone

 

FRANCESCO FALCONE

 

Per l’amore e l’umiltà con la quale ha messo la propria esperienza artistica e professionale a sostegno del territorio al fine di contribuire alla crescita culturale e sociale di quella parte della nostra città dove non sempre le strutture e le agenzie pubbliche sono presenti, nonchè per l’impegno teso a  tradurre il linguaggio della musica al fine di renderlo comprensibile ed accessibile per i suoi discenti promuovendo attività didattiche che hanno permesso di rafforzare lo sviluppo e la diffusione della musica attiva tra le giovani generazioni.

 Settore: - INFORMATICO E TECNOLOGICO   

 

Davide Fodale

 DAVIDE FODALE

 

Per le sue capacità in materia di gestione, progettazione e sviluppo di prodotti software nonché per la realizzazione di portali istituzionali con tecnologie  di ultima generazione che hanno consentito a messinesi anche non residenti nel territorio, di sentirsi a casa, nel seguire interventi, in web conference, sulla propria città.

Settore: - MEDICINA  

Francesco Galletti

 

FRANCESCO GALLETTI

 

Per meriti professionali ed umani ampiamente dimostrati nel corso della sua vita. Per le sue energie sia nel campo della didattica a favore di studenti e specializzandi, sia nel campo della ricerca con la pubblicazione di numerosi lavori anche su riviste internazionali. Per il suo impegno costante nel campo della microchirurgia auricolare in particolare e per l’elevata attività professionale svolta con rigore etico e morale e mai disgiunta dall’Umanesimo medico.

Settore: - SOCIALE E VOLONTARIATO  

Giovanni-Lombardo

 

GIOVANNI LOMBARDO

Per la spiccata e particolare sensibilità all’umano unita ad un talento musicale che, nel corso degli anni, ha conosciuto la lunga ed impegnativa disciplina degli studi, del perfezionamento, dell’interpretazione concertistica. Per le sue doti messe generosamente a disposizione della Musicoterapica Orchestrale che l’Associazione Oikoumene onlus offre a giovani con problemi di handicap psichico e/o mentale.

Settore: - ARTE  

Sasà Neri

 

SASA'  NERI

 

Per l’azione educativa o meglio educ-attiva nei confronti dei giovani, ispirata da una sorte di vocazione alla missionarietà per l’Arte teatrale come dono che elargisce a tutti indistintamente, garantendo la rinascita di ognuno quale passaggio necessario per la realizzazione della crescita individuale prima e collettiva dopo. Per aver consentito attraverso il Teatro, il trionfo dell’estetico sull’etico e la ricerca di spazi educativi dove coltivare ed educare, sensibilità ed intelligenza.

Settore: - MEDICINA 

Franco Romeo

Franco Romeo

 

 

 

Per la peculiarità del suo percorso professionale e umano, connotato da dedizione e disponibilità  nei confronti di quanti, sofferenti, abitano in terre lontane e prive di mezzi, nonché da un profondo radicamento alle proprie origini che lo ha indotto a rendere fruttuosa la sua esperienza realizzando a Messina un centro specifico per la cura delle gravi complicanze di una malattia - il diabete - diffusa ormai a macchia d'olio nell'intero mondo civilizzato.

Settore: - IMPRENDITORIA 

Giovanni Scarfone

 

GIOVANNI SCARFONE

L'agricoltura è un settore economico considerato di serie B ed il risultato è sotto gli occhi di tutti; il degrado idrogeologico delle colline della nostra regione è causa di allerte periodiche non mancando i disastri ambientali, sociali ed economici.

Per il suo coraggio di ritornare nella propria terra di origine, per fare il “contadino” come ama definirsi lui”.

Per il suo essere esempio per molti giovani che vedono il proprio futuro sempre più incerto,volto a stimolarli a recuperare grandi superficie oggi lasciate incolte promuovendo anche un territorio altrimenti in balia dei fenomeni atmosferici e idrogeologici. Per il suo contributo ad fare grande l’Italia nel mondo.

 

 
Pubblicato in Anno 2012

 

Si è conclusa nella prestigiosa location del Salone della Borsa della Camera di Commercio di Messina, la 1° edizione di Arti Applicate e Mestieri; iniziativa promossa dall’Associazione Messina web.eu in sinergia con la Camera di Commercio di Messina, il Rotary Club Messina, l’Associazione Nazionale Carabinieri ed i patrocini gratuiti della Presidenza del Consiglio Comunale e della Provincia Regionale di Messina.

Durante la cerimonia presentata dall’avv. Silvana Paratore e coordinata da Rosario Fodale, sono stati premiati, nell’ambito dell’artigianato artistico e dei mestieri tradizionali, elementi distintivi della storia, della cultura e dell’immagine cittadina locale e provinciale, i sig.ri:

Francesco Molonia (lo Gnuri di Messina), Ernesto Geraci (restauro artistico di Messina), Giuseppe Delia (art director di Messina), Ioppolo Vincenzo (ebanista di Sant’Angelo di Brolo ), Carmelo Antonuccio (floral design di Milazzo), Giosuè Balsamo (orologiaio di Messina), Salvatore Randazzo (scalpellino di Francavilla di Sicilia), Katia Foti (sarta costumi Medievali di Montalbano Elicona), Atelier di Moda , Svezia Cinzia (tombolo e cantù di San Piero Patti), Giglia Vincenza (Ricamo sul tulle di Sinagra), Gerbino Gennaro (Ceramista di Venetico).

Riconosciuto un Premio Presidenza Messina web.eu a Pippo Gambitta e Fidalfelfio Versaci di San Fratello (realizzazione peculiare del coltello sanfratellano). Sono state altresì attribuite delle Menzioni a : Giuseppe Catalfamo (scultore del legno di Bafia Castroreale), Natale Torre (florovivaista di Milazzo), Giovanni Trincali (maestro d’ascia di Messina), Carcione Nino (canne in miniatura di Sinagra), Carmen Trusso (ricamatrice di Gioiosa Marea), Nicola Chiaramente (fabbro artistico di Rocca di Caprileone), Michele Trifiletti (Gelatiere del Bar Apollo 11 di Messina), Arena Rizzo Maria (rosticcera – pitoni tradizionali di Messina ).

L’Iniziativa pensata, voluta e realizzata con impegno dall’Associazione Messina web.eu sempre impegnata nel sociale, ha voluto contribuire alla valorizzazione di un patrimonio già esistente, quello dell’artigianato, che va riscoperto anche incentivando i giovani ad avvicinarsi all’apprendimento degli antichi mestieri .

Abbinato alla Manifestazione il concorso fotografico “ Una finestra sullo Stretto di Messina” voluto dal Centro Commerciale Bruno Euronics di Tremestieri in sinergia con l’Associazione Messina web.eu. La fotografia quale mestiere tradizionale è un linguaggio in equilibrio tra arte e tecnica.

I classificati

- per il 3° posto (elefantino placcato oro) Vicenzo Nicita Mauro (per la categoria amatoriale), Enrico Mazzaglia (per la cat. Professionale);

- 2° posto (orologio da tavolo placcato oro)  a Antonino Piccione (per la categoria amatoriale), GianMarco Vetrano (per la cat. Professionisti);

- 1°  POSTO (buono acquisto da € 400,00 offerto da Bruno Euronics) Giuseppe Franchina (per la cat. Amatoriale), Francesco Torregrossa (per la cat. Professionisti)

Premio presidenza per il Concorso fotografico a Giacomo Lorimo di 11 anni.

Ad allietare la serata la musica etno folk del gruppo “Sarva La Pezza” di Saponara. 

Presenti il Sindaco di San Fratello dott. Salvatore Sidoti Pinto, il sindaco di Castroreale dott. Alessandro Portaro, l’Assessore di Sinagra dott.ssa Franca Maria Tindiglia, il presidente del Rotary club Messina, avv. Giuseppe Santalco, l’On. Prof. Avv. Maurizio Ballistreri già deputato nella XIV Legislatura, i Presidenti delle Proloco di Sinagra la dott.ssa Vincenza Mola e di Spadafora il dott. Antonino Scibilia, il dott. Piero Giacobello vicepresidente Unpli, Presidente Provinciale UNPLI Santi Gentile, il dott. Pippo Previti Presidente del Consiglio Comunale di Messina, il dott. Matteo Allone Dirigente del Centro Camelot di Messina.  

Pubblicato in Le nostre iniziative
Domenica, 12 Maggio 2013 22:00

I castelli della Provincia di Messina.

- di Rosario Fodale -

 

Sfogliamo assieme le pagine di questo sito, dedicato ai castelli  della Provincia di Messina , per rivivere gli antichi tempi delle feroci lotte delle fazioni, del sempre incombente pericolo delle incursioni barbaresche, ma anche dei romantici «cavalieri senza macchia e senza paura», dei languidi sospiri delle castellane, dei menestrelli e dei sommessi accordi di mandole al chiaro di luna.


I castelli siciliani,  hanno da tempo costituito oggetto di continuo interesse, e ci siamo permessi , di estrapolare, da libri, deplian illustrativi inviatoci da Comuni, da Enti al Turismo, scritti su quotidiani e riviste, dati unite a tante ricerche che vi presentiamo, sperando di farvi piacere.


Poi, abbandoniamo, per un solo momento, il rigore storico e permettiamoci una licenza, estrapolando con la nostra fantasia dalla effettiva realtà, sognando ad occhi aperti, a rischio infine di dubitare se i «tempi più feroci e men felici» siano stati quelli passati o lo siano gli attuali.
Un dubbio che ognuno di noi potrà risolvere a suo modo.

ACQUEDOLCI
ALCARA LI FUSI
 BROLO
CAPIZZI
CAPO D'ORLANDO
CARONIA
CASTELLUCCIO
CASTROREALE
CESARO'
FICARRA
FITALIA
FIUMEDINISI
FOCERO'
FORZA D'AGRO' FRANCAVILLA DI SIC.
GALATI
GIARDINI NAXOS - SCHISO'
GIOIOSA GUARDIA
LIBRIZZI
LIPARI
LONGI
MARTINI
MESSINA -PALAZZO REALE
MESSINA-Castello del SAN SALVATORE
MESSINA-Castello MATAGRIFONE
MIGAIDO
MILAZZO

MILITELLO ROSMARINO
MIRTO
MISTRETTA
MOJO
MONFORTE
MONTALBANO
MOTTA CAMASTRA
MOTTA D'AFFERMO
MOTTA DELLA PLACA MOTTA SAN NICOLO'
MUELI
NASARI
NASO
NOVARA di SICILIA
OLIVERI
PATTI
PETTINEO
PIETRA DI ROMA
PIRAINO
PROTONOTARORACCUJA
ROCCALUMERA -TORRE Saracena
ROCCAVALDINA
ROCCELLA VALDEMONE
ROMETTA
SAN FRATELLO
SAN MARCO
SAN PIERO PATTI
SANT'AGATA di Militello
SANT'ALESSIO
SANTA LUCIA
SANT'ANGELO di Brolo
SANTO STEFANO DI Camastra
SERRAVALLE
SAPONARA
SAVOCA
SCALETTA
SINAGRA
TAORMINA-Monte Tauro
TAORMINA -Castello Saraceno
CASTELMOLA
TINDARI
TORTORICI
TRIPI
TUSA -della Marina
TUSA
UCRIA
VENETICO
VILLAFRANCA T.- di Bauso
VILLAFRANCA T. - di Calvaruso 
Pubblicato in I castelli
Domenica, 12 Maggio 2013 22:00

Le torri d'avvistamento

  - di Nadia Trovatello -

 

Numerosi sono i miti e le leggende che hanno per protagonista le acque dello Stretto di Messina e che ne testimoniano, con i loro racconti, l'importanza geografico-strategica nel bacino del Mar Mediterraneo, sin dall'antichità.

Sede, infatti, per Omero di due terribili mostri, Scilla e Cariddi, che scuotevano furiosamente le malcapitate imbarcazioni facendole ruotare vorticosamente tra gorghi e tempeste marine per, poi, stritolarle, fracassandole contro gli scogli e portandole ad una fine davvero funesta.

Lo Stretto è di nuovo luogo di fascinazione, ma ancora con tragici epiloghi, quando tra i suoi anfratti, nascoste tra gli scogli, parte della geografia omerica tradizionale vi colloca le famigerate Sirene, che con il loro canto sublime ammaliavano i marinai, attirandoli sulla terraferma per poi cibarsene ferocemente.

Sono storie legate alla Mitologia greca che, comunque, già ci mostrano quale rilevanza avesse lo Stretto nelle rotte commerciali e di esplorazione (alla luce dell'imminente colonizzazione), per il mondo ellenistico delle prime Pòlis. Importanza che persiste anche in epoca romana e medioevale, quando nasce la leggenda di un intervento incantatorio della "celtica" Fata Morgana, compagna di Mago Merlino, proprio in queste acque. Incantesimo che denomina ancora oggi, riportandolo ad un contesto fiabesco, un chiaro, ma sempre straordinario, fenomeno ottico-atmosferico di grande risonanza turistico-paesaggistica.

Tornando alla fruizione nelle rotte di navigazione che interessavano l'attraversamento del Mediterraneo e il passaggio dai lidi orientali a quelli occidentali, lo Stretto, per la sua centralità in questo "trafficatissimo movimento", ha da sempre rappresentato una mèta appetibile per conquistatori e dominatori che volevano estendere la loro egemonia nella vasta area dell'antico Mare Nostrum.

Divenuto, poi, nel tardo Medioevo tappa obbligatoria per le flotte dei re Europei che dovevano raggiungere la Terra Santa durante le prime Crociate, lo Stretto, proprio in questo periodo vede pullulare le sue acque di navi e imbarcazioni provenienti da tutto 1'ècumene allora conosciuto e che qui si fermavano, trascorrendovi periodi più o meno lunghi (soprattutto inverni), prima di riprendere il viaggio per la Palestina.

Quì, qualche secolo dopo, nel 1571 esattamente, si riuniranno le navi di quasi tutti i regni cattolici Europei che, per difendere la Cristianità dall'imminente invasione ottomana, daranno vita alla prima grande e imponente alleanza marinara tra paesi di cultura occidentale contro il dilagare incontrollato e funesto delle armate turche.

Da qui, infatti, si muoveranno, tutte insieme, e guidate da un giovanissimo Don Giovanni d'Austria, verso Lèpanto, sede di una campale battaglia per la sopravvivenza del mondo cristiano, e che, grazie alla vittoria di quest'ultimo, vedrà legato per sempre lo Stretto di Messina a questo evento storico straordinario per l'Occidente intero.

Il controllo di un territorio così strategico diventa, allora, obiettivo di fondamentale importanza, da perseguire con acutezza e lungimiranza.

A questo mirano le numerosissime Torri di avvistamento di cui tutto il territorio che costeggia le Stretto è disseminato.

Torri che avevano lo scopo, oltre che di segnalare la rotta ai naviganti con i fuochi sempre accesi sulla loro sommità, quello, ancora più delicato, di difendere le spiagge dalle incursioni dei corsari barbareschi provenienti dalle coste africane e che, inoltrandosi poi nell'entroterra, tanto sterminio hanno recato, in epoche diverse, con le loro razzìe e i loro saccheggi.

Per difendere dunque la popolazione dei paesi che si affacciavano sulle acque del mare Messinese, tanto battuto da bande di pirati e di avventurieri senza scrupoli e che qui, talvolta riuscivano anche a trovare riparo, tra le cale nascoste dello stesso litorale (lo dimostrano alcune denominazioni topografiche come il torrente dei Corsari e il villaggio di AcquaLadroni), la realizzazione di tali torri avviene secondo uno schema ben studiato e molto diffuso nell`"edilizia militare" dell'epoca.

Le Torri avevano una larga base circolare che, attraverso una stretta scala che correva lungo tutto il loro perimetro, era collegata ai piani superiori, dove il "torraro" aveva dimora insieme al suo mortaio, prima e strenue difesa contro l'incursione dei predoni, subito segnalata agli abitanti dei vicini villaggi costieri con fuochi e segnali acustici. Oltre ad essere avamposto per la difesa e la protezione militare del territorio, le torri costituivano, anche, luogo di ritrovo e punto di incontro per le attività di scambio commerciale che interessavano tutta la zona, e, a seconda della loro diversa fruizione da parte della popolazione e la loro stessa collocazione ambientale, si possono suddividere in tre diverse tipologie: di costa, di prime pendici, di entroterra.

Le torri di costa venivano costruite a poche decine di metri dalla spiaggia e rappresentavano la prima barriera contro l'avanzata dei nemici provenienti dal mare. Oggi, queste, sono state trasformate in lanterne di segnalazione e le più note sono quelle di Mazzone 6, Cariddi 8, Saracena 9, Raineri 10.

Le torri delle prime pendici, invece, sono ubicate in prossimità di nuclei religiosi o di piccoli centri abitati, quali il Mulino fortificato lungo il Torrente dei Corsari vicino il villaggio di Massa San Giorgio o quelle di Ortoliuzzo 1 e Marmora 3.

Le torri, infine di entroterra, grazie all'altitudine della loro collocazione, riuscivano a dominare su una vastissima porzione di mare e di terraferma e costituivano i più importanti centri di difesa e di guardia per la popolazione. Tra queste ricordiamo la Torre Benini presso il villaggio di Salice e il Torrione di Contesse che sovrasta tutta la vallata del san Filippo.

Pubblicato in Le Torri

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