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Articoli filtrati per data: Mercoledì, 08 Febbraio 2017

-di Rosario Fodale -

Il saloncino del Gabinetto di Lettura era, ieri, colmo fino all’inverosimile di uomini e donne di cultura, poeti, poetesse, professori e professoresse di Liceo e dell’Università, studenti e studentesse, venuti per partecipare ad un evento che si preannunciava molto promettente: Giuseppe  Rando avrebbe discusso dei suoi Studi innovativi su Alfieri, Leopardi, Verga Pirandello, Pascoli, Alvaro, Quasimodo e altri scrittori siciliani con i colleghi Paola Radici Colace, Patrizia Danzè, Giuseppe Ramires, Sergio Palumbo, Antonino Zumbo - coautori del volume  a lui dedicato, Critica, Filologia e Scienze umane - e con Giuseppe Ruggeri, noto conferenziere, studioso e saggista altamente qualificato.

 

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(Giuseppe Rando)

Le attese non sono andate, invero, deluse: già ad apertura dei lavori, Paola Radici Colace, professore ordinario di Filologia Classica nella nostra Università, ha colpito gli astanti con puntuali – e chiaramente non convenzionali – notazioni sulla personalità umana e professionale di Giuseppe Rando, presentato come l’unico messinese salito sulla prestigiosa cattedra di Letteratura Italiana attraverso un pubblico concorso specifico, come un uomo onesto, chiaro, cultore dell’amicizia, fiero delle sue radici marinare e come un critico che sa coniugare filologia e storia per aggiungere tasselli di verità alla personalità e ai testi di scrittori maggiori e minori della nostra letteratura. Rispondendo quindi a domande precise della collega, Giuseppe Rando ha indicato gli aspetti più innovativi dei suoi studi alfieriani (si deve a lui - e solo a lui - la dimostrazione del Costituzionalismo di Vittorio Alfieri, che ha rivoluzionato, di fatto, la critica alfieriana) e alvariani (lo studioso messinese ha scoperto e documentato, per primo, la genesi giornalistica di Gente in Aspromonte di Corrado Alvaro, rileggendo peraltro, con le armi della critica globale. l’intera opera narrativa del Sanluchese).

A seguito del denso, articolato intervento della professoressa Patrizia Danzé sugli studi verghiani e pirandelliani di Rando, lo studioso riconosceva di praticare la critica come dialogo – di stampo machiavelliano - con i testi, di cui ha sempre cercato di rispettare la personalità col supporto della filologia e della storia, dichiarando, con chiarezza esemplare, che per lui la critica letteraria fa tutt’uno con la ricerca scientifica e che l’Università senza ricerca scientifica sarebbe opera morta, apparenza senza sostanza, fumo senza arrosto. Interpellato dalla Danzè sui suoi studi leopardiani, Rando catturava letteralmente il pubblico con la sua innovativa lettura dell’Infinito di Leopardi, centrata sui coevi pensieri dello Zibaldone e sulle opere composte o incominciate dal Recanatese nelle settimane e nei giorni che precedettero, nel 1819, la composizione di quel famoso idillio.

 

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Il dottor Giuseppe Ruggeri focalizzava infine il suo rigoroso intervento sugli studi dedicati da Rando agli scrittori siciliani e messinesi in particolare (Onufrio, Boner, Cesareo, D’Arrigo, Costa, Bongiovanni …). Sulla sua scia, lo studioso illustrava, in maniera cursoria, i valori linguistici, stilistici e morali delle poesie e delle prose di Maria Costa (unico professore universitario, Giuseppe Rando, ad avere dedicato una monografia a Maria Costa) e sulla sua scoperta della fondamentale matrice heideggeriana di Horcynus Orca.

Il congedo finale di Rando, che si è quasi scusato con il pubblico per avere, per una sera, dismesso il suo abituale costume di riservatezza e discrezione, ha prodotto l’applauso interminabile e ripetuto dei presenti ammirati, ai cui occhi lo studioso si è confermato quell’intellettuale democratico di prim’ordine, nonché quel professore innamorato della sua professione e del tutto immune dalla tabe accademica della presunzione e della corruzione che tutti i suoi allievi e i suoi amici hanno sempre conosciuto e apprezzato.

Pubblicato in Comunicati stampa
Mercoledì, 08 Febbraio 2017 11:40

Giuseppe Cavarra

Nato a Lìmina il 7 agosto 1933, vive tra Messina e Nizza di Sicilia. Conseguita la maturità classica, ha frequentato l’Università degli Studi di Messina, dove con Giorgio Petrocchi si è laureato in letteratura italiana con una tesi su Iacopone da Todi. Ha iniziato la sua carriera di insegnante in Umbria; rientrato in Sicilia, ha insegnato nelle scuole messinesi fino al 1991, anno del suo collocamento a riposo. Si occupa dei dialetti e della cultura che ne è espressione fin dagli anni universitari, durante i quali ha cominciato a svolgere ricerche sotto la guida di Oronzo Parlangeli.

Quanto alle sue collaborazioni, suoi interventi e recensioni appaiono su periodici di varie località e riviste specializzate. Tra i periodici “La Gazzetta del Sud” e “Centonove” di Messina, “La Sicilia” di Catania, il “Giornale di Sicilia” di Palermo; tra le riviste “Pagine dal Sud” e “Annali del Centro di studi “F. Rossitto”” di Ragusa, “La Nuova Tribuna Letteraria” di Padova, “Ethnos” di Siracusa e “Stilos” di Catania.

Cavarra ha fondato a Limina il Premio di poesia dialettale “Bizzeffi”, di cui sono state celebrate sette edizioni. Ha fondato e diretto “Il Puntale”, periodico di cultura liminese, spentosi al secondo numero per ragioni indipendenti dalla sua volontà.

Figura tra i fondatori dell’Associazione Culturale “Pagnocco”, istituita a Messina nel 2004; è direttore scientifico della rassegna quadrimestrale di cultura e informazione “Pagnocco” ed è presidente della commissione giudicatrice del Concorso Letterario Nazionale “Messana”, riservato alla poesia edita e inedita sia in lingua che in dialetto.

Attualmente dirige per le Edizioni E.D.A.S. la collana di poesia e prosa contemporanea “Abralia”.

Da anni svolge attività di ricerca nel settore delle feste tradizionali insieme con Francesco Coglitore. La collaborazione ha prodotto i seguenti video: Il santo che corre (uno spaccato della festa di S. Filippo d’Agira a Limina); I viaggi (interpretazione di un momento di intensa spiritualità nell’ambito della festa dedicata a Fiumedinisi alla SS. Annunziata: il rito della processione penitenziale che si svolge la vigilia); U Quatrittu (ragguaglio su un particolare rito che si svolge annualmente a Saponara); U Muzzuni (articolato resoconto di un rito penitenziale che si svolge annualmente ad Alcara Li Fusi); I Giudei e i Babbaluti (immagini di due riti che si svolgono sui Nebrodi nel periodo pasquale: quello dei “Giudei” a S. Fratello e quello dei “Babbaluti” a S. Marco di Alunzio); La Lucia (una sacra rappresentazione sul martirio della santa siracusana a Savoca).

I suoi testi teatrali sono inediti tranne Il popolo e la storia e Arghennakron.

Un lungo sodalizio con Mario Rizzo all’interno del Gruppo di Ricerca “Argeno” – con sede a Nizza di Sicilia (ME) – ha fruttato lavori più volte presentati nei teatri e nelle piazze della Sicilia e all’estero: Arghennakron, All’anta, Sparramentu, Le sette strade, Fataciumi, Notte Santa, Passio, Al di là del mare, Lo Stretto questa gabbia.

La sua collaborazione con l’etnomusicologo Orazio Corsaro ha prodotto un recital, Donna in Sicilia, e un’opera lirica, Colapesce.

Dal 1984 scrive versi in lingua e in dialetto. La sua poesia in dialetto ha radici: autobiografiche ” […] diciamo subito che l’esito fondamentale della poesia dialettale di Cavarra- e per questo tutto peculiare e, per altro verso, perfino esemplare – è quello di un’ispirazione che riesce a saldare contenuti di tradizione popolaresca e forme lessicalmente demotiche ma sintatticamente ed eideticamente evolute; ovvero, invertendo l’ordine dei fattori il cui rapporto non cambia, a manipolare temi, anche mitologici, dunque dotti, e affidarli ad esiti letterariamente moderni in virtù della loro contemporaneizzazione e simultanea dialettizzazione. C’è di più: c’è che tanto più spicca tale risultato lirico, quanto più si pensa alla distanza tra materie a volte di antica leggendarietà e vasta letterarietà ed esiti formali affidati a un dialetto attinto da un’area ristretta come quella di Limina, suo paese d’origine” (Pietro Mazzamuto, Prefazione a Sdullìu, in corso di stampa); psicologiche: “Un mondo (quello di Cavarra) che sembra così lontano ed estraneo alla sequenza del vivere storico e così indifferente alle preoccupazioni quotidiane che non siano legate al difficile rapporto con gli elementi, un mondo nel quale solo l’ulivo, nume metafisico, diventa mirabile simbolo della resistenza a tutte le avversità” (Manlio Cortelazzo, Presentazione a Fantàsimi); “una scelta – la sua – non mistificante né tantomeno sperimentale o provocatoria, una scelta che si definisce consustanzialmente alla sua visione, che è soprattutto interiore… Una scrittura che non deriva dai sapienti criteri della strategia del bilinguismo, non soffre degli inevitabili attriti tra linguaggio nativo e linguaggio acquisito, non fa ricorso ai lessici asettici degli etnografi e dei dialettologi, perché la lingua di Cavarra c’era e c’è ancora, ma soprattutto c’è nella coscienza e nella memoria del suo dittatore, che l’ha vissuta e continua a viverla, vale a dire a foggiarla ininterrottamente dentro di sé, a modellarla secondo i suoi ritmi interiori” (Cosimo Cucinotta, Prefazione a Vamparizzi); – culturali: “Deve essere disperata la situazione d’un poeta che alla perdita del codice, alla moltiplicazione incontrollata dei canali, alle sovversioni del senso e dell’indifferenza, in una parola alla distruzione, al resoconto della distruzione (dello sdirregnu, proprio), non può contrapporre il resoconto di una creazione. E certo di lui, di un siffatto poeta (del buon poeta dialettale tout court, e forse anche di quello in lingua), parlano spesso questi versi: di lui, e dell’impassibilità e della crudeltà (per loro conto, poi, nella fattispecie, tanto verghiane) che venano la storia (la Storia)” (Sebastiano Grasso, Prefazione a Sdirregnu).

POESIA IN LINGUA

  • Suite per l’allodola, prefazione di Giuseppe Miligi, Pungitopo Editrice, Marina di Patti (ME)1984
  • La leggenda dell’uccello-gabbiano, Edizioni Akron, Furci Siculo (ME) 1999
  • Orcinusa, Edizioni Di Nicolò, Messina 2002

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POESIA IN DIALETTO

  • Sdirregnu, prefazione di Sebastiano Grasso, Prova d’Autore, Catania 1992
  • Vamparizzi, prefazione di Cosimo Cucinotta, Edizioni Akron, Furci Siculo (ME) 1993
  • Palori, prefazione di Cosimo Cucinotta, Editorial Melvin, Caracas 1997
  • Fantàsimi, prefazione di Manlio Cortelazzo, Venilia Editrice, Montemerlo (PD) 1998
  • Carusanza, Prefazione di Sergio Spadaro, E.D.A.S., Messina 2004
  • Sdisamuri, prefazione di Vincenzo Fera (in corso di stampa)
  • Sdullìu, prefazione di Pietro Mazzamuto (in preparazione)

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NARRATIVA

  • Da monte Kalfa a monte Avila, “Centonove”, Messina 199
  • Diarietto. Raccontini di vita ordinaria, Asis Onlus Editrice, Messina 2003
  • Cunti” dello Stretto. Racconti popolari messinesi, “Gazzetta del Sud”, Messina 2001
  • Olè. “Centonove”, Messina, 2002-2005

TEATRO

  • Il popolo e la storia. Momenti di storia siciliana, Edizioni “Il Fondaco”, Messina 1980
  • Arghennakron (in collaborazione con M. Rizzo), Edizioni Akron, Furci Siculo (ME)1991
  • Colapesce. Fiaba per ragazzi e per adulti (in corso di stampa)
  • Giufà. Sette sketch in un preambolo, sette quadri e tre riflessioni (in corso di stampa)

RICERCHE

  • Americanismi liminesi. Ricerca sul dialetto di Limina, Universitaria Editrice,Verona 1973
  • Cultura Popolare Liminese, Carbone Editore, Messina 1978; ristampa, Caracas 1979
  • La cultura strozzata. Cultura popolare messinese, Pungitopo Editrice, Marina di Patti (ME)1985
  • Pezzi di Vangelo. Proverbi popolari messinesi, Intilla Editore, Messina 1989
  • Argennum. Cultura della Valle d’ Agrò, Edizioni Akron, Furci Siculo (ME)1991
  • La vara di Fiumedinisi.Una festa che guarda all’ indietro, Edizioni Akron, Furci Siculo (ME) 1995
  • Charybdis. Poesia messinese in dialetto, Intilla Editore, Messina 1995
  • Le edicole votive della riviera ionica messinese (in AA. VV., Iconae Messanenses),Intilla Editore, Messina 1997
  • La leggenda di Colapesce, Intilla Editore, Messina 1998
  • La spiga nana. Cultura popolare liminese, Editorial Melvin, Caracas 2001
  • Lissa. Ansie e tensioni nella letteratura messinese del Novecento (in corso di stampa)
  • Tutto naso. Divagazioni demoantropologiche, linguistiche e letterarie (in preparazione)

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OPERE (a cura di)

  • Giuseppe Nicola Saglimbeni (Bizzeffi), La lingua tra i denti, Edizioni del Paniere, Verona 1983
  • Vann’Antò (G. A. Di Giacomo), U vascidduzzu, All’ insegna del pesce d’ oro, Milano 1986
  • La parola in piazza, Edizioni Akron, Furci Siculo (ME) 1993
  • Vann’ Antò (G. A. Di Giacomo), Cagni e Millu, Pungitopo editrice, Marina di Patti (ME)1988
  • Filippo Antonino Lapi, Esperienza di vita, Intilla Editore, Messina 1990
  • Turiddu Bella, Le altre storie, U.S.E.F., Siracusa 1995
  • Concetto Marchesi, Battaglie, Venilia Editrice, Montemerlo (PD) 1996
  • Giovanni Peditto, Versi di Carachinu, Edizioni Akron, Furci Siculo (ME)1997

SAGGISTICA

  • L’ “altra storia”- Paladineria, in “Annuario dell’ Istituto Magistrale “Ainis””, Messina 1982
  • Cristianesimo popolare: analisi e problemi, in “Scritti in onore di Vittorio Di Paola”, Messina 1985
  • Il “popolare” di Vann’Antò, in “Almanacco del Vann’ Antò”, n° 2, All’ insegna del pesce d’ oro, Milano 1985
  • L’ impegno di Vann’ Antò negli anni Cinquanta, in U vascidduzzu, All’ insegna del pesce d’oro, Milano 1986
  • Cagni e Millu:due poemetti inediti di Vann’Antò, in “Vann’Antò. Atti del Convegno Regionale di studi”, Ragusa 1987
  • La condizione femminile nella cultura subalterna siciliana, in AA. VV., Essere donna, Intilla Editore, Messina 1988
  • Giuseppe La Farina interprete di Dante, in “Giuseppe La Farina. Atti del Convegno di Studi” (Messina. 21-22 luglio 1987), Pungitopo Editrice, Marina di Patti (ME)1989
  • La “presenza” di Piero Serboli, in “Almanaccu Sicilianu”, Editrice Pungitopo, Marina di Patti (ME) 1994
  • Letteratura e regione nel dibattito culturale italiano, “La Nuova Tribuna Letteraria”, 1° trimestre, Montemerlo (PD) 1996
  • Realtà e simbolo nella poesia di Salvatore di Pietro, in “Annali”, 11, Ragusa, aprile 2002
  • Angosce e conflitti in un video del nostro tempo: “Sanctus” di Francesco Coglitore,in “Èthnos”. Quaderni di etnologia, 2, Siracusa 2000
  • C’è vita e c’è morte, in “Almanaccu Sicilianu”, Pungitopo Editrice, Marina di Patti (ME) 2002
  • Rimedi contro la siccità, in “Èthnos”. Quaderni di etnologia, 3, Siracusa 2003
  • Distinguere per informare, in “Messenion d’oro”, 1, Messina 2002
  • La festa è prodotto storico, in “Messenion d’oro”, 1, Messina 2002
  • Stefano Bottari: gli anni della prima formazione, in “Pagnocco”, Gennaio – aprile 2003, Messina 2004
  • Cicciu Bumma. Note su Messina antiborbonica (in corso di stampa)

Hanno scritto di lui:

Giuseppe Amoroso, Salvatore Arcidiacono, Francesco Bonardelli, Vincenzo Bonaventura, Angela Caffo, Sebastiano Calabrò, Salvatore Camilleri, Manlio Cortelazzo, Anna Crisafulli Sartori, Cosimo Cucinotta, Patrizia Danzè, Sergio Di Giacomo, Salvatore Di Marco, Benedetto Di Pietro, Corrado Di Pietro, Carmelo Duro, Luigi Ferlazzo Natoli, Domenico Franciò, Andrea Genovese, Gigi Giacobbe, Rino Giacone, Giovanna Giordano, Mario Grasso, Sebastiano Grasso, Andrea Guastella, Giuseppe Iannello, Felice Irrera, Santi Lo Giudice, Franco Loi, Giovanni Lombardo, Anna Maimone, Marcello Mento, Pietro Mazzamuto, Giuseppe Miligi, Sergio Palumbo, Tino Parisi, Angela Pipitò, Antonio Piromalli, Pino Prestia, Giuseppe Puglisi, Gerhard Rohlfs, Sebastiano Saglimbeni, Emanuele Schembari, Santi Spadaro, Sergio Spadaro, Angelo Sterrantino, Nicola Terranova, Salvatore Tramontana, Salvatore C. Trovato, Javier Vidal

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