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Messina - La visita al Parco Horcynus Orca

 TIPOLOGIA                        visita guidata alla Torre degli Inglesi

TARGET                              scuole medie e superiori

TEMPI                                  2 ore

STAGIONALITA’               tutto l’anno

CONTENUTI FORMATIVI:

Storia del sito

Il forte ottocentesco deve il nome all’occupazione britannica del sito avvenuta nei primi anni del XIX secolo data l’importanza delle opere edilizie e di bonifica del territorio compiute dagli inglesi (prosciugamento e bonifica del terzo pantano, il Margi, apertura dei due canali che collegano il pantano grande ed il piccolo al mare per il ricambio dell’acqua), a cui segue la costruzione della struttura che affaccia sulla strada e della torre a tronco di cono attualmente visibile. “Nascosto” dietro la torre degli inglesi vi è il corpo cinquecentesco di un secondo forte con relativa torre, della cui storia però poco si conosce.

Struttura

La struttura del forte ottocentesco, costituita da possenti mura perimetrali dello spessore di circa tre metri e da un sistema di sale contigue disposte ad “U” intorno alla torre , era destinata ad uso militare, come testimoniano le stazioni di punta per l’artiglieria ancora visibili sulla terrazza. Sul fronte nord-ovest la torre cilindrica cambia forma, con una struttura rettangolare connotata da contrafforti ad ala che segnano il passaggio dal corpo ottocentesco a quello cinquecentesco, poco riconoscibile dall’esterno. Il forte cinquecentesco, immortalato dal Camilliani alla metà del XVI secolo, corre anch’esso ad “U” intorno ad una torre di probabile fattura medievale con successive modifiche, ed è composto da sale contigue con volte a crociera e a botte. Dalla corte interna, rimaneggiata in epoche successive, si accede alla terrazza dell’affaccio a mare attraverso una pedana che serviva alla risalita dei pezzi di artiglieria. La sommità della torre cinquecentesca permette poi di ammirare lo Stretto ed i suoi “mostri”: Scilla, la rupe che si affaccia sul mare nella costa calabra, e Cariddi, i vortici che si formano dallo scontro di correnti e visibili ad occhio nudo grazie allo schiumare del mare.

Alfabeti del duemari

Il percorso “Alfabeti del Duemari”, sui saperi del mare dello Stretto, è ospitato permanentemente presso il complesso monumentale di Capo Peloro sede del Parco Horcynus Orca.

Attraverso tale progetto si è voluto creare un percorso permanente a metà fra la divulgazione e le arti contemporanee, finalizzato all’attivazione di un centro di specializzazione di divulgazione e di educazione ambientale.

Le sale del complesso monumentale di Capo Peloro, che accolgono tale percorso, sono le prime tre dell’area su-est dell’edifico storico.

Si tratta di un percorso di grande suggestione, ciclico, articolato in tre sale.

La prima (la sala a luce bianca) destinata alla terracqua propone spunti creativi sugli ambienti naturali di superficie. In una prospettiva ecologica si sono cercati nessi fra le scienze della terra, il moto caotico delle correnti, i rapporti preda-predatore dello zoo-plancton e del fito-plancton, le rotte migratorie dei grandi cetacei, delle “fere” e delle orche, che hanno nello Stretto di Messina il principale nodo geografico del Mediterraneo, i processi culturali e di antropizzazione connessi a questi fenomeni naturali, ecc. L’allestimento costituisce un labirinto essenziale una porta dentro cui viaggiare per scoprire le ricchezze e la irriducibile complessità di questo spazio millenario.

Il primo setto, come in un libro, permetterà di sfogliare una raccolta di alghe dello Stretto, delle loro rappresentazioni acquerellate e delle loro rappresentazioni fotografiche. Ruotando attorno all’acquario del fito-plancton e dello zoo-plancton ci si immerge nel secondo setto del labirinto che propone una video istallazione sulle correnti vorticose dello Stretto e sulle particolarissime dinamiche di popolazione del fito-plancton e dello zoo-plancton, che in esse si producono. Nel setto esterno vicino alla finestra una video istallazione sui grandi cetacei e sulla millenaria pesca del pesce spada, nonché un reperto di scheletro di delfino. Nel setto esterno, infine, del labirinto che accompagna alla sala delle medie profondità e degli abissi ci sarà una video istallazione sulla infinita varietà delle specie di fauna marina che popolano lo Stretto di Messina, che ospita praticamente tutti i micro climi e gli habitat dell’intero Mediterraneo, di molte aree atlantiche e tropicali.

La seconda sala (la sala a luce blu e degli abissi) propone suggestioni sugli ambienti di media profondità e degli abissi. La parte destinata alle grandi profondità è localizzata in uno spazio privo di luce, progettato al centro della sala per suscitare grande impatto emotivo.

L’allestimento di questa sala è incentrato su una scultura acquatica che simboleggia il vortice. Dentro tale scultura trova posto:

-                                una istallazione-collezione completa dei pesci abissali dello Stretto con illuminazioni a fibre ottiche;

-                                un grande schermo al plasma per le dirette da sottacqua;

-                                video dei pesci abissali; proiezioni ingrandite dei mostri marini dello Stretto; crostacei di profondità dentro colonne di luce

La risalita da questo viaggio negli ecosistemi dello Stretto fino agli abissi avverrà nella terza sala (in allestimento). Spazio concettuale, tutta circondata di parole. Essa è la sala intermedia fra il percorso immersivo e l’itinerario archeologico del Parco e rappresenta un grande libro d’artista dove i più importanti scrittori d’Europa, ed i viaggiatori del Parco, lasceranno il proprio segno. Il primo scritto sarà di Vincenzo Consolo, scrittore di fama mondiale e membro del Comitato Scientifico del Parco Horcynus Orca.

Come risulta evidente dalla descrizione appena fornita, effetti luminosi, acquari, proiezioni immersive, raccolte sistematiche di specie, video istallazioni artistiche, che utilizzano anche immagini catturate in diretta, grazie alla rete di telecomunicazioni del Parco, caratterizzeranno il percorso.

Percorso archeologico

Gli scavi condotti dalla Soprintendenza dei Beni Archeologici di Messina hanno portato alla luce la struttura del basamento del faro di epoca romana che qui aveva sede, oltre ai resti di alcune cisterne di raccolta di acqua piovana. Il percorso è quindi l’inizio di un “viaggio” alla scoperta dei diversi insediamenti che si sono susseguiti in questa zona, creando una particolare sovrapposizione di stili e diversità di impiego delle strutture.

Le sale del percorso (attualmente visitabile solo in parte) sono tre:

  1. La prima, contigua alla sala delle parole, corre intorno e accompagna la curva della torre degli Inglesi ed ospita al suo interno un pozzetto di scavo ed una decina di teche che formano un piccolo antiquarium con i reperti rinvenuti nel sito.
  2. La seconda consente, attraversando una passerella posta al di sopra degli scavi, la visione lato sud-est del basamento del faro romano.
  3. La terza, collocata nel lato opposto rispetto alle prime due, consente di visionare il lato nord-ovest del basamento e la parte esterna degli scavi con le cisterne romane.
Ultima modifica il Venerdì, 07 Ottobre 2016 14:46
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