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Articoli filtrati per data: Lunedì, 31 Agosto 2020

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

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«LA POLITICA DELLA BELLEZZA CONTRIBUISCE A RIGENERARE I TERRITORI
E RESTITUIRE IDENTITÀ CON LA CULTURA DELL’ARTE E L’IMPEGNO CIVILE»


Museo-albergo Atelier sul Mare – Castel di Tusa (ME)

Comuni di Tusa, Santo Stefano di Camastra, Reitano, Motta d’Affermo, Pettineo, Castel di Lucio, Mistretta

Il maestro-mecenate Antonio Presti continua il percorso di donazione alle comunità della Valle dell’Halaesa: Un equazione etica di una contemporaneità che si rifugia nell’omologazione del pensiero globale; un movimento sociale che deve trovare nelle nuove generazioni la restituzione della Bellezza dei luoghi; l’unione di intelligenze che sfuggono alla forza centrifuga dell’esodo e che ritrovano il futuro nel valore universale di essere comunità.

Bosco incantato Pyka Leone

Con questo pensiero, che si anima della spiritualità del Cantico delle Creature di San Francesco, il presidente della Fondazione Fiumara D’arte – innesta sulla Valle dell’Halaesa la sua nuova visione etica ed estetica per fronteggiare una delle più grandi emergenze di questo presente: la desertificazione dell’anima e di quei territori che oggi soffrono l’asfittica parabola discendente della modernità. Basti pensare a quei due milioni di cittadini del Mezzogiorno costretti a emigrare negli ultimi due anni e a oltre 1 milione di siciliani che – secondo gli ultimi dati di Svimez – entro 50 anni abbandoneranno la nostra Isola.

Sull’asse antropologico e sociologico che vede scorrere intere comunità di giovani verso luoghi “altri” dalla Sicilia, con uno sradicamento e un distacco che annulla ogni futuro, Antonio Presti ha deciso di infondere Luce sui valori dell’identità e dell’appartenenza, restaurando la forza della specificità e il valore della conoscenza come strumento di unione e di relazioni maieutiche. La prima tappa del progetto Halaesa è Castel di Tusa, dove numerosi bambini e giovani sono stati protagonisti di un processo creativo condiviso, partecipando ad un laboratorio fotografico condotto dai fotografi Giulio Azzarello e Lucrezia Saieva che hanno immortalato sguardi, emozioni, passioni per diventare installazioni dell’anima e battezzare i giovani della comunità di Castel di Tusa con le parole del Santo d’Assisi. L’obiettivo del “Controesodo” – che stavolta vuole coinvolgere la valle dell’Halaesa - è quello di rivitalizzare il presente grazie alle più solide agenzie educative, in primis la famiglia e la scuola, rinsaldando i legami con la natura e il paesaggio, le reti delle persone e le infrastrutture identitarie delle comunità.

Un dictat spirituale e civile che il presidente della Fondazione Fiumara d’Arte vuole lasciare come vera e propria eredità: «Occorre bilanciare universalmente un’altra visione – dichiara Presti - e ritornare alla bellezza, alla vita, al sogno, allo stupore di quella meraviglia che trova sempre nella conoscenza e nel sapere la sua libertà e la sua democrazia. Controesodo vuole trovare nei giovani di Castel di Tusa quel processo educativo che serve a riprogettare il futuro».

Cavallo Eretico Antonello Bonanno Conti

Sono tanti ormai quei giovani che ogni anno lasciano la propria terra per studio o lavoro. Ritornano nelle loro terre solo per le vacanze animati dal desiderio di rivedere i propri cari. Alcuni tentano di ritornare, non per ripiego, ma perché spinti dal recupero di valori dimenticati.  Ma si ritrovano ostacolati da quelle politiche istituzionali che pensano più alle città metropolitane che al ripopolamento dei paesi abbandonati. E’ necessario quindi un percorso diverso creato dalle comunità stesse che favorisca un cambio di rotta necessario per lo sviluppo sociale  e la rinascita di un paese.

«Dopo il riconoscimento internazionale della Fiumara d’Arte e del Museo Albergo Atelier sul Mare, nei 40 anni di impegno civile e di attività culturali per la Valle dell’Halaesa, nonostante solitudini culturali e battaglie istituzionali, grazie al valore politico della Bellezza ho rigenerato e restituito identità ai territori della Valle, oggi famosi in tutto il mondo. – spiega il maestro Presti – Oggi più che mai, invece di nutrirmi passivamente del riconoscimento della mia storia, sento la necessità di scegliere la via del Ringraziamento, continuando ancora a seminare. Lo spirito che anima l’amare è sempre amare, e quando si è sentimentalmente legati con il cuore a un territorio, si fa di tutto per tentare di farlo sopravvivere e di sopraffare i pensieri di morte, abbandono che anestetizzano l’anima. Dire che nel territorio della valle dell’Halaesa non c’è futuro, non c’è lavoro, non ci sono più giovani, vuol dire affermare la morte del futuro; scoprire che in alcuni paesi ci sono scuole con soli 30 bambini non può lasciare nell’indifferenza. Nella nostra contemporaneità si sta manifestando un esodo subdolo che nasce dalla manipolazione del pensiero: i giovani già al liceo, con l’avallo dei genitori, dicono “Io devo andare via dalla Sicilia”, perché a quel giovane abbiamo innestato il pensiero dell’abbandono della Grande Madre Sicilia. Questa terra ha bisogno dei suoi giovani figli. Non dovete andare via, proviamoci. Perché in Sicilia non manca il lavoro, forse manca l’educazione al lavoro e quel senso del sacrificio che può diventare intraprendenza e industriosità. Rispetto a una cultura generazionale che è cresciuta nell’assistenzialismo e nell’immobilismo, dobbiamo progettare questo controesodo culturale: Cu resta, arrinesci».

Durante l’inaugurazione Controesodo sarà occasione di assorbire l’energia delle opere che contraddistinguono la Fiumara d’Arte, di visitare le stanze dell’Atelier sul Mare che hanno reso famoso ed unico l’albergo che si affaccia sulle acque di Castel di Tusa, di conoscere le mostre in corso:

-      Bosco incantatato: Installazione design di alberi-sedie di Ute Pyka e Umberto Leone.

-      Cavallo eretico: Scultura monumentale in acciaio inox di Antonello Bonanno Conti.

inaugurata inoltre Priscilla – La trasmutazione di Massimo Basso, installazione automatizzata che attraverso le tecniche digitali sviluppate dall’artista,  suggerisce una riflessione sull’uomo e la natura e sulla necessità dell’arte nel tentativo di mettere in luce le disfunzioni derivanti dall’uso inconsapevole di tutto ciò che a volte la tecnologia offre come mezzo di emancipazione e salvezza.

Massimo Basso nasce a Palermo nel 1956. Comincia prestissimo, ancora adolescente, ad appassionarsi all’artigianato e alla tecnica. Dopo essersi formato in Arte al Liceo Artistico di Palermo lavora come montatore, artigiano, tecnico teatrale e fotografo. Le due esperienze che segnano in modo particolare la sua formazione sono state quella di macchinista-costruttore con il Teatro Vagante durante gli anni ’80, e successivamente  quella di tecnico di scena con la Societas Raffaello Sanzio di Cesena dove gestiva sistemi tecnologici sofisticati. Negli ultimi anni studia ed approfondisce i temi del linguaggio e della comunicazione che si rifletteranno nella sua produzione artistica. Recentemente entra a fare  parte del direttivo dell’associazione Incontemporanea ArteAttiva, e con loro presenta diverse opere centrate su temi inerenti al linguaggio e tecnica nella nostra società, potere che distrugge e crea, uccide e salva. Opere: La stupidità e le sue sorelle (ironia per immagini); Il canto delle sirene; Ubi maior minor cessat; L’Albero che ride;Il Piccolo B; e per ultima Priscilla – la Trasmutazione, opera che sarà presentata in occasione di Controesodo di Fiumara d’Arte.

Pubblicato in Comunicati stampa

Mercoledì 2 settembre alle ore 10 presso il Centro Buon Pastore di Via Calvi conferenza stampa di presentazione della Festa sotto le Stelle-Premio Medico di Carità,giunta alla sesta edizione.

L'evento, che si terrà sabato 5 settembre alle 20, promosso da Terra di Gesù Onlus ,avrà la location tradizionale dell'Oasi Madonna del Sorriso,e sarà presentato da Marina Bottari e Emanuele Rigano.

Il commento musicale vedrà protagonista il duo Carlo Giappi e Daniela Rando.

Le attività della serata,che vedrà un'affluenza ridotta,saranno in totale sicurezza,.

nel pieno rispetto delle norme del distanziamento sociale.

Al temine della conferenza proclamazione dei vincitori del Premio Nazionale

Medico di Carità edizione 2020.

Pubblicato in Comunicati stampa

 - di Marcello Crinò -

Nei primi giorni di agosto 2020 è stata presentata al consiglio comunale una mozione per impegnare consiglieri e amministrazione a chiedere e sollecitare al presidente e al consiglio dei ministri l’applicazione dei benefici della legge Bacchelli in favore dell’architetto Pietro Genovese. La mozione è stata presentata dai consiglieri Giuseppe Saija, Antonio Novelli e David Bongiovanni, ai quali si sono poi associati i consiglieri Alessandro Nania e Melangela Scolaro.

Pietro Genovese nasce a Barcellona il 9 ottobre 1948. Frequenta il Liceo Scientifico e si iscrive alla Facoltà di Architettura di Roma dove si laurea nel 1974 con la tesi: "Riorganizzazione a livello territoriale delle preesistenze storiche in Sicilia", relatore il professore Giuseppe Perugini. Già dal tipo di tesi di laurea emerge chiaramente la sua passione per il territorio e le relative presenze archeologiche.

1970 VILLA SPINESANTE 2 FOTO M.C. 1988

Le sue ricerche archeologiche presero l'avvio dopo il rinvenimento a Maloto, nel 1967, di una grotta con antichi reperti, avvenuta per merito del poeta del luogo Carmelo Famà. Dopo una serie di varie scoperte nel territorio, il culmine delle ricerche avviene col rinvenimento nel 1974 a Monte S. Onofrio dei resti di una fortificazione appartenuta forse all'antica città di Longane, che ha visto poi anche un intervento di scavo da parte della competente Soprintendenza.

Genovese si è prodigato per diffondere le sue ricerche attraverso la stampa locale e specializzata e numerose conferenze pubbliche, illustrandole con l'ausilio di diapositive e disegni. Dopo la laurea inizia una intensa attività professionale e prosegue la ricerca archeologica. Nel 1977 partecipa anche ad una missione archeologica in Pakistan con gli archeologi Vincenzo e Sebastiano Tusa.

Il suo studio a Barcellona, in via Umberto I, diventa una vera fucina di idee, e luogo di incontro per molti giovani architetti, studenti d'architettura ed appassionati d'arte e d'archeologia. Uno dei suoi punti di riferimento progettuali era la rivista internazionale di architettura "Japan architect", con testo in inglese e giapponese. Partecipa al concorso indetto per il Palazzo della cultura di Messina; propone un suo originale progetto per il ponte sullo stretto di Messina, con un pilone centrale fornito di centrale eolica sulla sommità. Progetta diversi edifici, tra cui quello di via Umberto I, poco distante dal suo studio, dove ha usato il cemento faccia a vista, colato in casseforme appositamente disegnate.

Elabora progetti di restauro per edifici monumentali di Castroreale, come la chiesa di Gesù e Maria al cimitero, la porta Raineri e l'arco gotico in Piazza Peculio.

2009 DSCF4876 pietro genovese

In verità l'attività di progettazione architettonica era iniziata già da quando, ancora studente, aveva collaborato nello studio tecnico di un suo cugino, progettando edifici e seguendone la realizzazione. Tra questi c'è da ricordare la villa basata su una pianta centrica e circolare, con colonne troncoconiche e sormontata da cupoletta, costruita a Spinesante. Per inciso si tratta, secondo alcuni architetti, della più qualificata realizzazione architettonica moderna realizzata in quel periodo nel territorio barcellonese. Genovese è stato il primo, nelle nostre zone, a proporre l'uso della colonna al posto del pilastro rettangolare, in un periodo in cui nell'architettura moderna era "tabù" l'uso della colonna in cemento armato. Questa sua scelta è probabilmente dovuta anche all'influenza di Paolo Portoghesi, suo docente a Roma, il quale, ma solo negli anni Ottanta, si è fatto portavoce in Italia dell'architettura Post-Moderna (la famosa Biennale Architettura del 1980), che operava un recupero di elementi peculiari dell'architettura del passato, come il timpano e la colonna. Il suo segno grafico utilizzato nei progetti ma anche nei rilievi archeologici è molto personale, ben caratterizzato, molto riconoscibile e di grande fascino.

Come urbanista ha fatto riferimento alle grandi utopie degli anni Sessanta, con i megapiani regolatori che, nell'ottica dello sviluppo smisurato delle città, prevedevano delle grandi conurbazioni. Infatti nel 1969 elabora un piano di massima per Duilia, una conurbazione che doveva nascere dalla fusione di Barcellona, Merì e Milazzo. Il piano ebbe notevoli riscontri anche negli ambienti politici. Prevedeva, come si evince dalla legenda della planimetria, un Centro direzionale, la stazione ferroviaria unica, zone per l'industria pesante e leggera, un Centro studi, le varie zone residenziali, la zona storica, un centro sportivo, l'ospedale, aree per l'agricoltura, e un aeroporto.

Con le ricerche archeologiche e con la realizzazione dell'elenco propedeutico alla schedatura del centro storico di Barcellona, attuato nel 1979 per conto della Soprintendenza di Catania, ha fatto da apripista per gli studi sul territorio, culminati nei primi sommari vincoli apposti nel Piano Regolatore Generale redatto da Emanuele Carrozza e Antonio Bonafede, presentato nel 1974 e successivamente, con la Revisione al PRG firmata da Giuseppe Gangemi, con gli ampi vincoli delle aree archeologiche e col vincolo e la schedatura degli edifici urbani ed extraurbani sparsi nel territorio, con valenze sia architettoniche che etno-antropologiche da tutelare. La Revisione del Piano, presentata nel settembre 2004, ha recepito tutte le scoperte archeologiche, che, sia detto per inciso, sono state "ufficializzate" dalla competente Soprintendenza, ed sono state anche, talvolta, oggetto di scavi, seppur incompleti, (come Monte S. Onofrio e Pizzo Lando) inserendo ampie aree a vincolo.

Gradualmente Pietro Genovese, per motivi di salute, abbandonerà la professione e la ricerca attiva sul territorio, per dedicarsi principalmente alla pittura, al disegno e alla scrittura creativa. La pittura ha sempre rivestito un ruolo importante nella sua vita; ha realizzato diverse mostre personali, ha organizzato e partecipato a parecchie collettive di pittura e si è fatto promotore dell'estemporanea di Castroreale negli anni Settanta, che sotto la sua guida si è sviluppata in varie edizioni. La sua presenza pittorica in città la ritroveremo nel 2009, nella mostra collettiva “I Visionari” organizzata dall’associazione Genius Loci, dove ha esposto alcune sue opere della più recente produzione. Nel maggio 2018 è stato presente alla mostra sull’archeologia organizzata dalla Genius Loci nel Villino liberty, laddove in dodici pannelli si esponevano le origini della città di Barcellona con ampio risalto alle sue scoperte. Pannelli adesso esposti in maniera permanente nell’antisala dell’Università della Terza Età. Qualche mese dopo avviene l’incontro a Barcellona con il compianto archeologo Sebastiano Tusa, in occasione della sua presenza in città per apposizione della targa dedicata alla madre, la numismatica barcellonese Aldina Cutroni Tusa.

27 agosto 2020

 

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