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Articoli filtrati per data: Domenica, 24 Febbraio 2019

 - di Marcello Crinò -

Il meridionalismo e conseguenti ricadute sugli enti locali” è il tema affrontato sabato 23 febbraio nel corso di un incontro organizzato a Barcellona Pozzo di Gotto dalla sezione locale del Rotary Club. Nell’auditorium intitolato al Maggiore La Rosa, introdotti da Salvatore Miano, si sono avvicendati gli interventi del presidente del Rotary di Barcellona Andrea Ravidà, del sindaco della città Roberto Materia, del giornalista e scrittore Pino Aprile e del vice presidente della Regione Siciliana e assessore all’Economia Gaetano Armao, moderati da Antonino Musca, prefetto del Distretto Rotary Sicilia-Malta.

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Andrea Ravidà ha presentato Pino Aprile, uomo del sud nativo di Gioia del Colle, con al suo attivo la direzione di settimanali e mensili e collaborazioni con la Rai, autore di numerosi libri, da “Elogio dell’imbecille” a “Terroni” fino all’ultimo “L’Italia è finita e forse è meglio così”.

Il sindaco Roberto Materia ha portato i saluti istituzionali ricordando che il Sud è stato sempre male amministrato dai governi di tutti i colori, con i cittadini divenuti merce di scambio degli affari della politica. Ha sottolineato la carenza di infrastrutture al sud, con un’Italia a due velocità, nonostante nel Sud ci siano grandi eccellenze e un patrimonio culturale notevole. Infine ha evidenziato come ottantamila giovani abbiano lasciato la Sicilia negli ultimi anni in cerca di lavoro. Ed infine, anche sulla base della sua esperienza personale, la difficoltà di amministrare nel Sud.

 

Denso, brillante e interessante l’intervento di Pino Aprile, che partendo dai suoi libri e dal suo pensiero, ha spiegato che mai come oggi c’era stato un divario così profondo tra il Nord e il Sud, evidenziando la situazione del meridione che al momento dell’Unità d’Italia era più ricco del Nord: esistevano cantieri navali a Napoli che producevano molto di più di quelli del Nord, il numero degli addetti era altissimo al Sud, c’erano imprese e aziende dappertutto. Gradualmente questo rapporto si è ribaltato ed è nata la “Questione meridionale”. La “leggenda” dell’arretratezza del Sud, ha affermato Aprile, fu inventata da Benedetto Croce per giustificare le condizioni sempre peggiori in cui stava precipitando il meridione dopo l’Unità d’Italia. Lo scrittore si è anche soffermato sul ruolo del patto Stato-Mafia nato proprio alle origini della mafia, ricordando che lui ebbe come “maestro” il magistrato Rocco Chinnici, che fu anche “maestro” di Falcone e Borsellino. Ma in un quadro così desolante Pino Aprile afferma che il Sud sta riacquistando la consapevolezza di quanto accaduto, e porta ad esempio il caso di Matera, la più antica città del pianeta, nata ben prima della nascita della civiltà urbana. Molti intellettuali nella seconda metà del Novecento la volevano radere al suolo per le pessime condizioni in cui vivevano gli abitanti. Soltanto Pasolini si rese conto della sua bellezza, girandovi un film (Il Vangelo secondo Matteo), perché i centri storici sono belli perché sono stati fatti da popolo e tutto è in armonia. Avviandosi alla conclusione ha spiegato che ogni civiltà ridisegna il pianeta secondo le proprie esigenze. Oggi siamo nella civiltà informatica, i giovani di oggi sono la prima generazione di “non terroni”, gli stati nazionali rappresentano un ostacolo per la civiltà informatica, perché la globalizzazione porta al recupero delle identità locali e l’Italia è finita perché non è mai stata fatta, essendo la sommatoria di tante identità locali forti che non sono mai riuscite a fondersi.

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Ha concluso Gaetano Armao, che da economista ha condiviso molte analisi di Aprile, ricordando che dopo centosessanta anni dall’Unità d’Italia ad emigrare dal meridione oggi non sono solo le classi umili ma anche le classi intellettuali, e per quanto riguarda le infrastrutture la situazione è molto peggiorata, con lo Stato che investe sempre meno, grazie ad un perverso accordo tra forze politiche di destra e di sinistra. Ha fatto anche cenno al recente voto all’unanimità dell’Assemblea Regionale Siciliana a favore delle autonomie regionali, delle quali si parla proprio in questi giorni a livello nazionale. Ben vengano, ha ribadito, ma con regole e criteri ben precisi. La Sicilia si deve alleare con le altre isole del Mediterraneo e ottenere il riconoscimento della condizione di insularità anche dal punto di vista fiscale.

24 febbraio 2019

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