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Mercoledì, 04 Aprile 2018 09:33

“L’ALTRA MESSINA” (SENZA LÀSTIMI)

- di Giuseppe Rando - 

Intanto, mi scuso con gli amici per la papera … geografica in cui sono incorso l’altro ieri, per distrazione indotta, nel corso della trasmissione del fortunato programma “L’altra Messina”.

Però, l’esperienza televisiva è stata certamente gradevole: conduttori competenti e suadenti, agguerriti ricercatori e ricercatrici del CNR con il loro valente direttore, un eccezionale storico (e divulgatore) di cose locali.

Dato il taglio ottimistico della trasmissione (che vuole mostrare il lato positivo e propositivo della città), l’intento - dell’architetto Principato, del collega Piero Chillé, del sottoscritto, e di Tremedia - era quello di comunicare al grosso pubblico, i risultati concreti e oggettivi conseguiti dall’Associazione “Cento messinesi per Messina 2008” e dall’Associazione “Salviamo Casa Pascoli” per rilanciare, a Messina, anche a fini turistico-pubblicitari, la figura di uno dei più grandi poeti del Novecento, Giovanni Pascoli, che vi trascorse, com’è noto, «i cinque anni migliori, più operosi, più lieti, più raccolti, più raggianti di visioni, più sonanti d'armonie» della sua vita.

Ma, tolto qualche felice spunto del sagace conduttore e un veloce riferimento dell’architetto Nino Principato alla mia edizione, presso EDAS, di “Poesie e prose della stagione messinese” di Giovanni Pascoli, non mi pare che abbiamo saputo trovare il modo di comunicare adeguatamente al vasto pubblico – in televisione, il tempo è davvero tiranno – i risultati finora conseguiti. Risultati non clamorosi, invero, ma nemmeno sparuti, ove si consideri che:

a) si è fondato, presso l’Istituto Comprensivo “G. Pascoli”, il “Centro Studi Pascoliani”, col supporto decisivo del preside Gianfranco Rosso, del giudice Giuseppe Minutoli e del giornalista della «Gazzetta del Sud» Nuccio Anselmo;

 b) si è intitolata a Giovanni Pascoli la Biblioteca della ex-Provincia di Messina;

c) si è perorata e ottenuta la concessione al poeta romagnolo della cittadinanza onoraria della nostra città;

d) si è affissa una lapide commemorativa accanto al portone di Palazzo Sturiale in via Risorgimento e si sono poste le basi per l’acquisto – da parte della regione - dell’appartamento dello stesso Palazzo (restaurato), in cui il poeta abitò, con la sorella Maria;

e) si è creato un itinerario pascoliano a Messina, insieme con un primo progetto di collegamento delle città pascoliane in Italia;

f) si è propiziato il gemellaggio di Messina con San Mauro Pascoli.

Quanto dire, ad ogni modo, che ci sono, anche in questa bella e sventurata città, letterati e intellettuali non parolai, che cercano di contribuire allo sviluppo del territorio (e che magari sanno conseguire risultati di eccellenza nel loro settore disciplinare). Senza le fanfare accademiche, senza le vanterie dei mediocri e senza i «làstimi» dei pessimisti inguaribili, giusta lo slogan della trasmissione.

Pubblicato in Angolo di Giuseppe Rando

 

     - di   Maria Teresa Prestigiacomo -

 

Giarre, Ct e Palermo. La Sicilia del vino piace e interessa sempre di più soprattutto il Canada, un mercato fondamentale per l'export italiano, ma molto selettivo e difficile. Proprio per queste ragioni la visita in Sicilia di due rappresentanti del Monopolio Canadese in Québec Saq è stata accolta da Assovini con grande entusiasmo. L'obiettivo del viaggio era degustare i nuovi vini siciliani per eventualmente listarne alcuni facendoli entrare così nell'assortimento del Monopolio. Per facilitare il compito dei rappresentanti Saq, Assovini Sicilia ha organizzato due tasting, uno a Giarre (Catania) dove sono stati raccolti i campioni dei vini provenienti dalla Sicilia Orientale e l'altro a Palermo per quelli in arrivo dalla Sicilia Occidentale. Grazie alla collaborazione con la Camera di Commercio Italiana in Canada e all'impegno di una sua rappresentante, Ruggiera Sarcina, tutte le 86 aziende socie di Assovini hanno potuto presentare al massimo tre referenze fra bianchi e rossi.

«Il nostro obiettivo è sempre stata la valorizzazione del vino siciliano nel mondo», ha spiegato Giuseppe Longo, Direttore di Assovini.«Con questa visita anche il mercato canadese ha dimostrato di aver apprezzato e compreso la crescita qualitativa che abbiamo registrato nel corso di questi anni. Inoltre i nostri vini sono l'espressione di un patrimonio incredibile, unico al mondo, che va dagli alberelli di Pantelleria ai vigneti che si arrampicano verso la vetta dell'Etna. Per esaltare questo immenso patrimonio Assovini ha sostenuto un importante lavoro di zonazione che, insieme ai progetti sulla sostenibilità ambientale, come vediamo anche grazie all'interesse canadese, stanno dando loro frutti».

Per la Sicilia si è trattata di un'occasione davvero importante; l'attenzione che il Canada ha rivolto al continente vinicolo siciliano dimostra la costante crescita qualitativa dell'isola. Il Québec, in particolare, si rivela come uno dei più grandi conoscitori del vino italiano, seguito da Ontario, Alberta e British Columbia. Secondo gli ultimi dati Ismea, con 4,1 milioni di ettolitri il Canada rappresenta il sesto mercato al mondo per importazione di vino italiano; nel 2018, inoltre, sarebbe prevista un'ulteriore crescita di 10 punti in percentuale. L'Italia sarebbe il primo Paese esportatore in volumi con 730.000 ettolitri di vino e il terzo per ricavi che, nel 2016, si sono attestati a 330 milioni di euro.

 

 

Pubblicato in Comunicati stampa

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