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Articoli filtrati per data: Mercoledì, 02 Maggio 2018

La Fondazione Antonio Presti – Fiumara d’Arte ha coinvolto circa 200 scuole del comprensorio ionico-etneo, con l’obiettivo di rigenerare e restituire alle nuove generazioni il valore dell’Essere come impegno civile e dono universale. Gli studenti attraverso i loro pensieri e i loro quadri offrono la Cura dell’Anima in questo luogo dove tutto il personale sanitario si prodiga con dedizione e professionalità alla Cura del Corpo.

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Venerdì 4 maggio alle ore 9.30 consegna ufficiale delle bandiere-quadro: collezione permanente di opere realizzate da oltre 3mila studenti

TAORMINA - Messaggi universali che mirano dritti all’Anima. Pensieri puri che rivelano essenza e che sprigionano energia. Emozioni che restituiscono valore per riscoprire la vastità dei percorsi umani interiori. Colori, parole e segni per aprire un dialogo con l’Arte e la Bellezza, in un luogo dove il dolore rimbomba tra le corsie del cuore, cercando riparo nella speranza del futuro. È questo l’obiettivo del nuovo progetto “Bandiere di Vita: il Valore dell’Essere”, che il presidente della Fondazione Fiumara d’Arte Antonio Presti ha voluto donare come impegno civile, soprattutto nei confronti di coloro che si trovano in condizioni di fragilità.

Un’iniziativa nata grazie alla collaborazione con l’Ospedale San Vincenzo di Taormina, che venerdì 4 maggio alle ore 9.30, vedrà la consegna ufficiale di centinaia di bandiere-quadro realizzate da oltre tremila studenti di duecento scuole del territorio ionico-etneo, con il coinvolgimento dell’associazione Avulss di Gaggi e del Centro psicoeducativo di Trappitello.

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Un’installazione permanente tra i corridoi del presidio ospedaliero della provincia messinese, che mira a restituire amore e calore sprigionato dalla forza eversiva delle parole. Uno spazio dove la libertà di espressione diventa valore della conoscenza come Cura per una società anestetizzata dall’individualismo. «Il Valore dell’Essere è il tema scelto per promuovere il senso dell’identità – sottolinea il mecenate Antonio Presti, impegnato da sempre a seminare Bellezza in un territorio spesso arido e privo di anima – in una contemporaneità che annulla le coscienze occorre, come unico atto di salvezza, restituire l’essenza all’essere, contro la frenesia del consumismo, l’inutile apparenza o la vanità del possesso. La vita è un comodato d’uso: coltivare la propria luce interiore è la risposta ad una società che ha perso ogni prospettiva d’utopia. La cura dell’Anima contrasta la dittatura dell’apparire e restituisce cuore».

La restituzione si rivela ancora una volta, dunque, il motore che spinge all’azione, un’azione caratterizzata da spirito di condivisione e apertura verso le istanze del territorio, che connota da anni le attività della Fondazione: «Mi piace immaginare gli occhi di chi vedrà queste opere – continua Antonio Presti – sguardi emozionati che rifletteranno i colori e la bellezza legati al vissuto di tanti giovani. I ragazzi decidono così di scegliere consapevolmente il valore dell’impegno sociale e della differenza rispetto ai disvalori contemporanei, offrendo una generosa testimonianza e un grande esempio di solidarietà e di senso civico».

Il direttore generale dell’Asp di Messina Gaetano Sirna e il direttore sanitario del presidio ospedaliero San Vincenzo di Taormina Rosario Cunsolo hanno accolto con entusiasmo le bandiere-quadro all’interno della struttura, dove tutto il personale sanitario si prodiga quotidianamente con dedizione e professionalità. «Gli studenti, i giovani, l’arte, la bellezza restituiscono con questo dono il nutrimento per la cura dell’Anima - commenta Sirna - il progetto della Fondazione Fiumara d’Arte, che intende recuperare e divulgare i valori dell’impegno civile e culturale, affidando alla scuola un ruolo attivo e sociale, arricchisce e abbellisce la nostra struttura attraverso l’educazione alla cittadinanza. Le bandiere, che come quadri riempiranno le pareti dell’intero ospedale, restituiranno gioia e speranza in un luogo segnato dalla sofferenza, confortando i pazienti, incoraggiando i familiari e accompagnando il personale nelle giornate di lavoro».

«La mission dell’ospedale è quella di curare il corpo – afferma Cunsolo – ma siamo certi che la comunicazione emozionale di queste bandiere sarà nutrimento per l’anima, in un percorso che estende gli occhi e la mente oltre le pareti del San Vincenzo. Un grazie va agli studenti e alla Fondazione Fiumara D’Arte che in questi mesi hanno lavorato senza sosta per donare alla comunità dell’ospedale questo messaggio di positività».

«In un ospedale – sostiene Carmela Cappa, storica dell’arte e funzionaria della Soprintendenza dei Beni Culturali di Catania, che ha collaborato al progetto - abbiamo donato gioia con le bandiere della vita, frutto dell’impegno, della fantasia e della creatività di migliaia di alunni che hanno scelto di esserci con la forza espressiva dei loro disegni, con la vitalità che trasmettono i colori e con la poesia e la libertà delle loro parole».

Al seguente link https://drive.google.com/open?id=1F0mBm_1F_ekkCvHTcZatYTLyC0jTJq2E sono disponibili:

  • Il comunicato stampa integrale
  • L’intervista al mecenate Antonio Presti, presidente della Fondazione Fiumara d’Arte
  • Le foto scattate durante l’allestimento della mostra che verrà inaugurata venerdì mattina

 

 

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Assia La Rosa

Pubblicato in Comunicati stampa

Soprintendenza del Mare – Regione Siciliana Comunicato Stampa

Dopo oltre vent’anni di scontri navali e terrestri, la Battaglia delle Isole Egadi segna il momento conclusivo della prima guerra punica. Cartaginese è costretta a chiedere la pace e abbandonare definitivamente la Sicilia. E’ il 10 marzo del 241 a.C., un giorno epocale per la Sicilia, il momento in cui l’isola diventa terra “occidentale”,  entrando definitivamente nella sfera di influenza di Roma. Di tutto questo si discuterà venerdì 4 maggio 2018 alle ore 16,00, presso l’Arsenale della Marina Regia in via dell’Arsenale, 144 a Palermo, nel corso della Giornata di studi organizzata dalla Soprintendenza del Mare. Diversi gli interventi previsti. Si inizia con la relazione di  Sebastiano Tusa, Assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, che parlerà su “La Battaglia delle Egadi ritrovata”, a cui farà seguito quella di Francesca Oliveri, della Soprintendenza del Mare, che affronterà  il tema “Minima Aegatium. Considerazioni iconografiche, epigrafiche, etc.”. Il convegno continua con l’intervento di Roberto La Rocca, sempre della Soprintendenza del Mare, che relazionerà su “La battaglia delle Egadi: aspetti tecnici e metodologici delle ricerche”, inoltre Cecilia Buccellato, dell’Assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana parlerà su “La manifattura dei rostri delle Egadi”, e infine Stefano Zangara, del Dipartimento dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, affronterà il tema “La Prima Guerra Punica: la supremazia militare e commerciale romana nel Mediterraneo attraverso le nuove sperimentazioni applicate alle ricerche marine”. Coordinano i lavori Alessandra De Caro e Alfonso Lo Cascio della Soprintendenza del Mare.

Scheda: La battaglia delle Egadi

La battaglia delle Egadi è uno di quegli eventi che, da Polibio in poi, hanno alimentato il dibattito sulle guerre puniche, sulle loro cause e sulla svolta geopolitica che ne conseguì, ed hanno acceso l’immaginazione soprattutto sulla spettacolarità delle vicende belliche.

I Cartaginesi di Amilcare erano assediati sulle balze nord-orientali del monte Erice che sovrasta la città di Trapani (l’antica Drepanum). I Romani ne tenevano saldamente le pendici occidentali e la vetta, lasciando in mano nemica soltanto un corridoio che dava accesso al mare nei pressi dell’odierna baia di Bonagia. La situazione si aggrava con l’arrivo della flotta romana che occupa le acque antistanti Drepanum e le rade di Lilibeo. L’intera costa occidentale dell’isola resta quindi tagliata fuori da ogni collegamento con Cartagine; Lilibeo, fondamentale snodo marittimo e terrestre della Sicilia punica, rimane senza sbocchi a causa del blocco romano.

I Cartaginesi tentano di tutto pur di soccorrere Amilcare chiuso sul monte. A tal proposito approntano una forza navale al comando dell’ammiraglio Annone che, partita da Cartagine, raggiunge Marettimo (Hiera) dove attese vento e mare favorevoli per l’ultimo balzo verso la Sicilia per soccorrere i propri connazionali.

Lutazio Catulo intuisce la rotta delle navi puniche che, da Hierà, evitando naturalmente la costa pattugliata tra Drepana e Lilibeo, avrebbero puntato su Erice, ampliando il raggio di navigazione verso l’accesso nord-orientale dell’attuale Torre di Bonagia: occorreva tagliarne la rotta, volgendo a favore dei Romani quel forte libeccio che, pur propizio alle vele nemiche, non le avrebbe comunque alleggerite del pesante carico di vettovaglie in caso di un attacco a sorpresa.

Lo scontro avvenne a Nord di Levanzo laddove le ricerche archeologiche effettuate dalla Soprintendenza del Mare, in collaborazione con Fondazione private, hanno messo in evidenza le prove che ormai fugano ogni dubbio sulla reale cinetica della battaglia.

Lutazio Catulo si nascose dietro l’alta mole di Capo Grosso di Levanzo e, quando vide sopraggiungere il nemico a vele spiegate diede ordine di tagliare le cime d’ormeggio e salpare in fretta in modo da colpire le navi nemiche al traverso. Ci volle poco a scatenare la confusione e lo sgomento tra i marinai cartaginesi. In preda al panico parte della flotta rientrò verso Cartagine, parte fu distrutta o catturata da Lutazio Catulo, ponendo fine alla Prima Guerra Punica tra Cartaginesi e Romani.

In allegato Comunicato stampa e foto di uno dei rostri rinvenuto nel luogo della celebre battaglia delle Egadi.

Tel. 335.7957310

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