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IL RITORNO DI QUASIMODO

- di Giuseppe RANDO -

È, senza meno, un evento eccezionale. Non solo perché stimola, con la sua sola presenza, un auspicabile ritorno di Salvatore Quasimodo sul mercato librario, ma anche perché appare decisamente innovativo rispetto ai modelli codificati dell’edizione dei testi.

Parliamo, ovviamente, del ricco volume che contiene Tutte le poesie di Salvatore Quasimodo, uscito recentemente, nella collana Oscar Baobab di Mondadori, a cura di Carlangelo Mauro.

Già la collana, con le sue copertine policrome, postmoderne, realistiche e/o iperrealistiche, volutamente distanti dal timbro austero e dalla foggia aristocratica dei Meridiani, invoglia al contatto. Per non dire della recuperata misura ampia della pagina, nella quale lo spazio bianco meglio incastona i versi delle poesie brevi o lunghe del grande siciliano.

A Messina (e a Modica) l’evento vedrà sicuramente moltiplicati i consensi: dopo tanta penuria di soddisfazioni, c’è la possibilità di tornare a specchiarsi nell’opera monumentale di un grande concittadino che, con la sua arte, ha riportato la Sicilia ai suoi antichi fastigi, facendo peraltro giustizia di tanti luoghi comuni e di tante false acquisizioni, persistenti nell’immaginario collettivo, nei confronti dell’isola e dei suoi abitanti.

Ma soprattutto la ristampa delle poesie sembra voler preannunciare un ritorno effettivo (secondo l’auspicio di Carlo Bo, in primis) del poeta messinese nell’Olimpo dei grandi poeti del Novecento, che gli spetta di diritto e che gli è stato a lungo sottratto, per motivazioni che poco o nulla hanno da spartire con il riconoscimento degli altissimi traguardi stilistici, da lui oggettivamente conseguiti.

La nuova edizione possiede, infatti, tutti i presupposti perché si ritorni serenamente sui testi e se ne segua la linea di sviluppo, grazie soprattutto alla «ricca appendice» che, come nota il curatore, «presenta le poesie disperse e quelle non ripubblicate dall’autore», nonché «testi e testimonianze inedite della produzione giovanile»: quanto occorre, insomma, per uscire dalle gabbie ideologiche di un Quasimodo assolutamente ermetico o di un Quasimodo estraneo alla complessità del mondo moderno.

Ma il libro rivoluziona i criteri vigenti nell’ambito della editoria specialistica, perché appare straordinariamente esaustivo sotto tutti i profili, e articolato quanto altri mai. Difatti, accanto all’Introduzione (oramai classica) di Gilberto Finzi, alla canonica pubblicazione di tutte le poesie (con i Lirici greci, inseriti organicamente nel loro giusto contesto cronologico), alla suddetta Appendice, alle dettagliate Notizie biografiche e alla esaustiva Bibliografia a cura di Carlangelo Mauro, figura, nella nutrita sezione degli Apparati, un ampio, acuto saggio critico dello stesso Mauro che squaderna, con rigore, tutta la produzione quasimodiana, evidenziandone la pluralità dei temi (da quello religioso, a quello amoroso, a quello esistenziale, a quello sociale, a quello politico) nonché la vasta e varia modellizzazione stilistica e i nessi – recentemente emersi, in sede critica – con l’opera in prosa e l’attività giornalistica del poeta.

Quanto dire, in altri termini, che l’edizione di Tutte le poesie di Salvatore Quasimodo a cura di Carlangelo Mauro associa mirabilmente la più illuminante filologia e la critica più aggiornata, a vantaggio del lettore e della intelligenza dei testi.

Tutto Quasimodo, in altri termini, e tutto (o quasi) su Quasimodo, in un solo volume: un primato innegabile.

Ultima modifica il Giovedì, 10 Dicembre 2020 08:45
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