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Articoli filtrati per data: Lunedì, 26 Marzo 2018

- di Giuseppe Messina -

   Realizzata a Barcellona Pozzo di Gotto, con il patrocinio gratuito dell’Amministrazione Comunale, un’originale mostra di opere in terracotta dipinti a mono rappresentanti le varette e tutti i personaggi che da secoli, si sono visti portare in processione per le principali strade della città nella giornata del venerdì prima della pasqua. L’autore di questa originale idea è il pozzogottese Santino Crisafulli da decenni appassionato di miniature in terracotta con annesso fischietto che per l’occasione è stato incoraggiato dalla presidente dell’Associazione Culturale Smasher Giulia Carmen Fasolo che ha collaborato nell’organizzare l’evento ed è stata anche la coordinatrice.

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L’inaugurazione della mostra è avvenuta sabato 24 marzo u. s. nei locali dell’auditorium S. Vito di Barcellona Pozzo di Gotto, la chiesa barocca sconsacrata adibita ad importanti eventi culturali. erano presenti l’Assessore alla cultura Ilenia Torre e i relatori Tonino Calabrò che in sintesi ha fatto un quadro storico della tradizione barcellonese, la stessa Giulia Carmen Fasolo, oltre il sottoscritto, alla presenza dell’autore. La mostra resterà fruibile al pubblico dalle ore 17,00 alle 20,00 fino al 1 aprile con eccezione di giovedì 29 in cui l’apertura si protrarrà fino alle ore 22,00.

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   Come ho avuto modo di dire durante la mia relazione alla inaugurazione della mostra: se adesso Santino Crisafulli ha potuto fare realizzare le sue miniature di terracotta in copia perfetta alle originali è grazie alle confraternite di Pozzo di Gotto che, fin dal settecento, hanno fatto realizzare le prime varette in legno e poi grazie alle Associazione di artigiani e commercianti di Barcellona che, a loro volta, fin dall’ottocento, hanno fatto realizzare le loro varette, anche in cartapesta oltre che in legno. Un lavoro di grande volontà e di pazienza che ha dato un risultato più che soddisfacente, grazie alla disponibilità di due persone uniche, la ceramista originaria di un villaggio della Tailandia Meu Buakaew ed il marito il calabrese Rocco Gaudioso che il Crisafulli ha avuto la fortuna di conoscere a cui ha fatto avere le foto di tutti i particolari delle varette, sia quelle di Barcellona che quelle di Pozzo di Gotto e dei tantissimi personaggi che formano le due storiche processioni cittadine, che ammontano in totale a circa 170 esemplari, di cui fanno parte anche i componenti la banda musicale ed i giudei. Praticamente la città del Longano dimostra, ancora una volta, essere una fucina di iniziative artistiche e culturali di cui andare fieri.

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Pubblicato in Comunicati stampa

- di Marcello Crinò -

Il 25 marzo 2018, Domenica delle Palme, è andata in scena nel Teatro dei Salesiani la via Crucis drammatica Storia di tre giorni, a cura dell’Oratorio Franco Enna e della Parrocchia di San Rocco di Calderà, messa in scena per la prima volta nel 2002. Inizialmente prevista, come ogni anno, nella Piazza San Rocco e nella Piazza delle Ancore di Calderà, a causa delle avverse condizioni meteo è stata spostata necessariamente in un luogo chiuso grazie alla disponibilità dell’Oratorio Salesiano, diretto da Don Luigi Perrelli, in una sinergia tra strutture religiose, come ha sottolineato padre Alfonso Bruno, parroco di Calderà, in un intervento tra il primo e il secondo atto dello spettacolo.

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Nonostante il pochissimo tempo a disposizione per spostare l’evento da Calderà al Teatro, con una riorganizzazione degli spazi e della drammaturgia, il risultato è stato ottimo come sempre, denso di suggestioni ed emozioni. Il testo e la regia sono opera di Andrea Italiano, storico dell’arte e abitante di Calderà. Nel corso del tempo il testo, che prende spunto dai Vangeli sinottici e dagli apocrifi, rimasto pressoché immutato nel corso degli anni, di recente ci sembra sia stato leggermente modificato e sfoltito anche di qualche scena un po’ lunga. L’azione inizia con il tradimento di Giuda, prosegue con la suggestiva scena dell’ultima cena, riuscita veramente bene (sembrava un quadro!), e si sviluppa come da copione: la flagellazione di Cristo alla colonna, il giudizio di Pilato, la via Crucis in mezzo al pubblico, fino alla crocifissione e resurrezione. Quest’anno lo staff, come sempre composto da attori “dilettanti” (ma bravissimi), sopratutto abitanti di Calderà, si è avvalso della partecipazione straordinaria dell’attore professionista Sebastiano Colla nel ruolo di Gesù. Le azioni sceniche sono state raccordate da una voce fuori campo e da una suggestiva colonna sonora con musiche di Arvo Part, Peter Gabriel, G. F. Handel, J. Pachelbell, e il canto Il Venerdì di marzo glorioso. Ha presenziato il sindaco Roberto Materia e l’assessore agli spettacoli e grandi eventi Nino Munafò.

- di Marcello Crinò -

Sabato 24 marzo 2018 al Teatro Mandanici è stato di scena il gruppo spagnolo di rock latino Jarabe De Palo, guidato dal leader Pao Donés, nato a Montanuy ma cresciuto a Barcellona di Spagna. Nonostante siano piuttosto noti a chi frequenta questo genere di musica, non c’è stata la sala piena. Il Mandanici può ospitare quasi mille spettatori: la sala era piena per tre quarti. Donés ha esordito in un buon italiano spiegando, a nome del gruppo, di essere contentissimi e felici di essere in questo luogo. “Amiamo la Sicilia, - ha detto – un’isola che è sempre stata con noi molto ospitale. Abbiamo suonato molte volte sull’isola e quando siamo tornati a casa ci siamo portati il ricordo del calore e dell’affettuosità dei siciliani nel cuore”.

Tra un brano e l’altro racconta anche delle storie legate alla Spagna e ai loro concerti, gioca sulle due Barcellona. Chiama una ragazza del pubblico che conosce lo spagnolo e improvvisa una scenetta (preparata?) dove non si capisce più chi parla in spagnolo e chi traduce! Un siparietto simpatico in mezzo alla musica, con Donés alla voce, alla chitarra e alle percussioni, accompagnato da un pianista, da una violoncellista e da un contrabbassista. Musiche gradevoli di buon livello e canzoni orientate più sul versante leggero/latino che sul rock vero e proprio.

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Il gruppo celebra i vent’anni di spettacolo sulla platea internazionale, mentre il cantante e leader Pau Donés ha appena superato i cinquanta anni. Il concerto è stata l’occasione per ritrovare l'artista sulle scene dopo un anno straordinario denso di successi e di vittorie. Nel 2017 è uscito infatti l’album “50 Palos”, entrato nelle prime posizioni delle hit parade per diverse settimane. Ma è stato anche pubblicato il libro di Pau Donés (“50 stick”) giunto alla quinta edizione.

“Il tempo è un alleato”, ha spiegato in un’intervista Pau Donés, che ha sconfitto due volte il cancro. “È vero che il pubblico ha amato da subito la nostra musica, ma è anche vero che la prova del tempo è quella più difficile da superare”

Reduce da un anno di successi in tutto il mondo, il gruppo ha firmato alcune delle hit intramontabili degli ultimi decenni. Basta ricordare alcuni dei titoli. Partiti da basi latin rock, nell'estate del 1999 gli Jarabe de Palo pubblicano "La flaca" che fa vendere cinque milioni di copie in tutto il mondo. Proprio in quel periodo arriva “Depende”, secondo album che esce solo in Spagna e viene posticipato nel resto d'Europa alla primavera del 2000. Nel febbraio del 2001 esce “De vuelta y vuelta”, e nel 2003 “Bonito” che vede tra le collaborazioni anche Jovanotti. Nell'autunno 2005 viene pubblicato invece 1M2 (Un metro cuadrado) a cui segue nel 2007 “Adelantando”, che in Italia beneficerà del singolo "Mi piace come sei" interpretato con la collaborazione di Niccolò Fabi. Nel 2009 esce “Orquesta riciclando”, un album nel quale il gruppo spagnolo rivisita la propria discografia dandole una nuova veste. Nel 2011, l'ottavo album della carriera degli Jarabe de Palo è “Y ahora que hacemos?”. Come accaduto in passato, per il mercato italiano si è cercata la collaborazione con un grande nome del pop-rock per il lancio del primo singolo: "La quiero a morir" è interpretata con Francesco Renga. Nel novembre 2013 esce "Somos", il singolo che precede di quattro mesi la pubblicazione dell'album omonimo. Tra gli ospiti del disco compaiono Kekko dei Modà in "Oggi non sono io" mentre Jovanotti contribuisce alla scrittura di "Oggi non sono io" e alla scrittura della versione italiana della title track, "Siamo".

 

Gli Aleramici

Parte XII

Con la conquista della citta di Palermo, vengono fissati, in accordo col papato, i termini del nuovo regno. Roberto il Guiscardo è insignito dello status di Malik, ovvero di Re della Sicilia, mentre il potere giuridico sarà amministrato dagli Emiri musulmani. Sotto la reggenza pontificia di Papa Urbano II si realizza una fusione e convivenza pacifica tra varie genti che risiedevano nella Sicilia, ove, oltre ai normanni e agli arabi erano presenti anche bizantini ed ebrei . In Sicilia, nel periodo della reggenza di Roberto d’Altavilla, si insediarono anche i coloni gallo-italici, popolazione proveniente dalla Francia, Piemonte e Lombardia, che andarono a integrarsi con le popolazione degli Aleramici (o Aleramidi) di ceppo francese che si erano stanziate nelle località di Nicosia, Piazza Armerina e San Fratello. Ruggero I, fratello del Guiscardo, suggellerà questa integrazione con la popolazione degli Aleramici sposando in terze nozze la giovane Amerina del Vasto, discendente del ceppo degli Aleramici, moglie ripudiata del Re Baldovino, che mantiene comunque il titolo di Regina di Gerusalemme. Alla morte del Guiscardo la reggenza passa al fratello Ruggero I, poiché il figlio secondogenito, Ruggero Borsa, è impegnato in Calabria. Alla morte di Ruggero I avvenuta nel 1101, manterrà la reggenza dei feudi proprio Amerina del Vasto. La Sicilia diventa di fatto un terreno demaniale con capitale Palermo.

Nel   1061 Goffredo Malaterra, in relazione all’attraversamento dei Nebrodi da parte di Roberto il Guiscardo e del conte Ruggero, descrive   nel “ De rebus gestis Rogerii Calabriae et Siciliae comitis et Roberti Guiscardi ducis fratriseius”, il passaggio dell’esercito normanno dalla zona del montalbanese.

Fine XII parte

Pubblicato in Comunicati stampa

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