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DALLA LETTERA DELL’ARCIVESCOVO, MONS. CALOGERO LA PIANA, ALLA COMUNITÀ DIOCESANA PER LA BEATIFICAZIONE DI MONS. ANTONIO FRANCO

 

vescovo - intervista

 

Amati fratelli in Cristo Gesù,

            rendiamo grazie al Padre per il Figlio nello Spirito Santo, perché questa nostra Chiesa locale, in ogni tempo, esprime frutti luminosi di santità per la gloria di Dio e il nostro bene.

Il prossimo 2 settembre, nella nostra Basilica Cattedrale a Messina, avrà luogo il Rito di Beatificazione di Mons. Antonio Franco (1585-1626), Prelato Ordinario ed Abate di S. Lucia “nella Piana di Milazzo” (oggi del Mela).

La sua vita santa, riconosciuta dal popolo cristiano e oggi proclamata autorevolmente, illumina di grazia e speranza il nostro cammino, sulle orme della Parola, in quest’anno della fede che volge alla conclusione.

Guardando a lui e venerandolo Beato, con culto liturgico, ricorderemo i doni di Dio e ci impegneremo costantemente a crescere in una fede autentica, operosa nella carità e nella giustizia. Egli infatti, oltre che ministro di Dio, fu anche uomo di giustizia, poiché nei suoi compiti rientrava quello di giudice, in nome del Re di Spagna.

Antonio Franco, nato a Napoli da genitori cristiani che ne curarono la formazione spirituale e culturale, conseguita la laurea in Diritto Canonico e Civile, dopo un breve soggiorno a Roma, si trasferì a Madrid. Ricevuta l’Ordinazione Presbiterale, venne chiamato tra i cappellani reali distinguendosi per virtù e pietà. Nel 1616 venne  nominato dal Re, Cappellano Maggiore del Regno di Sicilia e, come tale, Prelato ordinario ed Abate di S. Lucia. Papa Paolo V, ratificata la nomina, gli conferì il titolo di Referendario Pontificio. Con tali incarichi giunse a S. Lucia il 18 Maggio 1617 e vi iniziò il suo ministero pastorale e di governo. Come giudice del Regio tribunale promosse la giustizia e lottò estremamente contro le forme devianti diffuse sul territorio luciese: usura, banditismo, ignoranza, superstizione, omertà.

Formato nel contesto di attuazione del rinnovamento ecclesiale sancito dal Concilio di Trento, curò amorevolmente la formazione del clero e le vocazioni al ministero ordinato fiorirono abbondanti. Lavorò molto anche alla formazione cristiana del popolo. Preghiera, catechesi, carità eroica, spirito penitenziale furono sue caratteristiche peculiari.

Morì stremato da digiuni, penitenze e malattie, all’età di quasi quarantadue anni e subito la fama dei miracoli, già diffusa in vita, gli creò attorno un aureola di santità, mai venuta meno dalla sua santa morte, fino ad oggi.

A distanza di quattro secoli il suo corpo incorrotto resta meta di pellegrinaggio per ottenere l’intercessione presso Dio e il suo nome, associato al cognome, ritenuto nome anch’esso, viene dato ai bimbi al fonte battesimale come segno di affetto a lui e di buona speranza per loro.

Scrisse agli abitanti di Gualtieri sulla “venerazione che dobbiamo a Dio nei suoi santi” e sull’obbedienza salvifica di Cristo, esortandoli alla retta venerazione di quelli a alla obbedienza filiale ai Pastori della Chiesa. Ora proclamato Beato, il suo messaggio giunge a noi con rinnovato vigore.

Fratelli carissimi, la sua beatificazione sia motivo di rinnovato affidamento a Dio nei suoi santi, di obbedienza schietta al Signore e ai Pastori della Chiesa e di slancio per la santificazione di ciascuno attraverso la via dell’educazione “alla vita buona del Vangelo”, la preghiera e la carità.  

La sua convinzione, espressa nei sinodi annuali del 4 novembre, che la comunità ecclesiale ha una dinamica sinodale di vita, ci sostenga nell’approfondimento dell’ecclesiologia di comunione del Vaticano II, così da rinnovare la nostra vita diocesana, vivendo la carità nella verità.

Il suo impegno generoso, intelligente e costante per la formazione del clero e la cura delle Vocazioni, in questo tempo di poche risposte al Signore, ci sostenga a lavorare con generosità e fiducia.

Il suo ministero di promozione sociale, in un tempo di scarse prospettive di lavoro, ci faccia attenti e progettuali per il sostegno ai poveri e il futuro dei giovani delle nostre famiglie, speranza della Chiesa.

Sono tanti, dunque, i motivi che ci coinvolgono nel preparare, celebrare e vivere la sua beatificazione. Ne ho esplicitati alcuni, che ritengo significativi e prioritari.

Chiedo a tutti, pastori e fedeli, nonostante la brevità del tempo a nostra disposizione e il periodo delle ferie estive, di farci attenti a quest’uomo e al suo messaggio di fresca attualità evangelica.

Il corpo incorrotto di Mons. Antonio Franco, custodito nell’apposita urna, rimarrà presso la Basilica Cattedrale di Messina per favorire la venerazione dei fedeli fino al 13 di settembre; farà ritorno definitivamente presso la Concattedrale di Santa Lucia del Mela il 15  settembre con la messa di ringraziamento.

Certo dell’accoglienza gioiosa di questo evento di Grazia, mentre esorto i Pastori, in particolare, a diffondere la conoscenza del Beato Antonio Franco tra i fedeli e a sollecitare la loro partecipare al Rito di Beatificazione, invoco su tutti di vero cuore la benedizione del Signore e l’intercessione del Beato.

Messina, 21 luglio 2013                                           

                                                                                    

 + Calogero La Piana 

                                                                                         Arcivescovo                                                                                          

Ultima modifica il Martedì, 03 Settembre 2013 06:46
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