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I due monologhi di Giuseppe Messina andati in scena al “Valli” di Barcellona Pozzo di Gotto . IL TORMENTO DI PENELOPE E LA COLLERA DI ODSSEO

   Quella del 15 febbraio u. s. è stata una bellissima avventura che vale la pena raccontare poiché siamo sicuri che abbia lasciato il segno nel giovane auditorio e non solo. Siamo sicuri non soltanto quelli che abbiamo avuto il piacere di esibirci sul palcoscenico, ma anche la dirigente del plesso liceale “Enrico Medi” di Barcellona Pozzo di Gotto, la dott.ssa Domenica Pipitò che, amante della “Bella Cultura”, credendo nel progetto, ha voluto che venisse offerto ai suoi meravigliosi studenti e, dalla sala, ne ha seguito attentamente o svolgimento.

CON MIMMA PIPITO

   È toccato alla talentuosa attrice di cinema e teatro Rosemary Calderone, alla straordinaria flautista, studiosa di musica antica, Laura Paone, docente di flauto al conservatorio “Arcangelo Corelli” di Messina, ed a me il piacere di portare in scena sul palcoscenico del Liceo classico intestato al dantista “Luigi Valli” i due monologhi “Il tormento di Penelope” e “La collera di Odisseo” che ho scritto pensando soprattutto ai giovani e specialmente agli studenti.

   Tutto è nato per caso: come ho raccontato anche agli studenti, che ho avuto modo di intrattenere ancora per qualche ora dopo la messa in scena. Ho conosciuto Rosemary Calderone in occasione della messa in scena del dramma “Il Gladiatore” di Salvatore Cilona, in quella occasione io interpretavo la parte dell’imperatore Marco Aurelio e lei la parte della figlia Augusta Lucilla e, da allora, non ci siamo persi di vista, così che il 4 agosto del 2018 mi ha invitato a seguire una sua esibizione. Ci sono andato ed alla fine del suo lavoro intrattenendoci a chiacchierare lei mi ha confessato che, fin da bambina, ha coltivato il sogno di interpretare il personaggio omerico di Penelope, la moglie di Ulisse re di Itaca, in un lungo monologo. Lei sapeva che avevo già trattato l’argomento avendo pubblicato, alcuni anni fa, il poema “Penelope” perciò è andata a colpo sicuro con la esplicita richiesta e così ho promesso che le avrei scritto il monologo desiderato. Da lì a poco le ho sottoposto il testo, lo ha letto ed è rimasta soddisfatta tanto che ha pensato di dedicarlo a mia moglie e a me in occasione della manifestazione per il nostro quarantesimo anniversario di matrimonio. Inutile affermare che Rosemary ha incantato la platea dei tanti amici artisti, letterati e professionisti vari. Un vero successo anche con il contributo della musicista Laura Paone che, nei due momenti, ha curato il commento musicale.

ROSEMARY

   “Il tormento di Penelope” meritava una continuazione e a questa ho pensato. Così è nato l’altro monologo “La collera di Odisseo”. Di ciò ho avuto modo di parlare con la Dott.ssa Pipitò, che già aveva avuto sentore del successo del primo monologo e da qui il passo successivo per organizzare una mattinata teatrale a beneficio dei suoi studenti, straordinari giovani attenti che hanno saputo apprezzare e mostrare la loro attenzione ai testi tant’è che, alla fine, alcuni di loro, non si sono astenuti di farmi delle domande.

   A questo punto, come ho fatto notare agli studenti, c’è da considerare quel che spesso sottolineo e di cui in tanti siamo convinti ovvero che se non ci fosse stato il poeta cieco Omero che ha tracciato il solco del poema mitologico, non avremmo avuto tutti gli altri poeti e scrittori che ne hanno seguito le tracce indelebili. Con i poemi “Iliade” ed “Odissea”, l’immenso genio letterario del più grande poeta ha aperto l’importante porto da cui altri dopo di lui si sono avviati in viaggi superbamente fantastici. Non avremmo avuto Publio Virgilio Marone il cui poema “Eneide”, continuazione del poema “Iliade”, canta non soltanto la magnificenza dell’eroe protagonista Enea, ma intuisce anche la prima radice della grandezza di Roma e delle sue leggi; non avremmo avuto il sommo Dante Alighieri che sceglie proprio Virgilio come sapiente guida ideale  nell’“Inferno” e nel “Purgatorio” della sua meravigliosa “Commedia” e non avremmo avuto tanti altri autori di poemi e di romanzi che, certamente hanno preso l’ispirazione dai predecessori. So, con certezza, che mai avrei potuto, io stesso, comporre i miei poemi, ovvero “Odissea ultimo atto” che continua “Odissea”  di Omero, “La leggenda di Omero” in cui è reinventato il personaggio Omero del quale ci è stato tramandato pochissimo, ed ancora “Ulisse destino di se stesso”, “Poema”, “Penelope”, “Il testamento di Odisseo”, “Il pentimento di Achille”, “Il lamento di Polifemo”, “Il Pianto di Calliope” ed altre opere come i due monologhi “Il tormento di Penelope” e “La collera di Odisseo” andati in scena sul palcoscenico del Liceo Classico “Luigi Valli” a beneficio degli studenti che certamente ricorderanno il messaggio che evidenzia la grandezza e l’importanza dei sentimenti come l’amore che può sopportare la pesante attesa e le controversie della vita, la volontà che riesce a scacciare le tentazioni malefiche, la pericolosità dell’indifferenza che può diventare come un cancro maligno (in questo caso l’indifferenza degli itacesi che non sono intervenuti in soccorso di Penelope rimasta sola, in attesa del marito, a protezione del figlio Telemaco e della sua casa in balia dei pretendenti, violenti proci), la pericolosità dell’arroganza prevaricatrice di chi non ha rispetto per il prossimo e che può rivoltarsi contro sé stessi come successe proprio ai proci morti da vili.

CON ROSEMARY E LAURA IN SCENA AL VALLI

Giuseppe Messina

Ultima modifica il Sabato, 16 Febbraio 2019 12:16
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