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Dialettologo – Poeta – Storico - Drammaturgo PIPPO LABISI CI HA LASCIATO Un patrimonio culturale umano ed umanistico

- di Giuseppe Messina -

   È doloroso scoprire che Pippo Labisi, uno degli ultimi grandi uomini di Barcellona Pozzo di Gotto, se ne sia andato per sempre.

   Sulla prima pagina bianca del suo libro “Appunti di Linguistica” c’è una dedica a me indirizzata “All’amico carissimo Pippo Messina cui ci lega una affetto fraterno, nonché l’amore sviscerato per la cultura”. E a seguire: “Con affetto e stima, Pippo Labisi – 3 di marzo 2014”. Ecco, dall’affetto ed dall’interesse culturale di cui eravamo legati, adesso nasce la spinta che mi porta, con una grandissimo dolore in petto a scrivere queste righe per omaggiarlo, per ringraziarlo di quanto ha saputo trasmettere non soltanto a me.

   Pippo Labisi lo conoscevo fin dalla metà degli anni ’70 quando ancora vivevo a Roma. Aveva una dizione perfetta e soltanto quando parlava in dialetto si capiva che era originario di Catania, infatti era nato in quella città nell’aprile del 1929 ed aveva alternato la sua residenza tra la città natale e Novara di Sicilia dove trascorse l’infanzia, ma anche tra Barcellona Pozzo di Gotto e Roma. I suoi studi lo portarono ad essere socio fondatore della “Società Internazionale di Dialettologia e Geolinguistica” con sede presso l’Università di Bamberg in Germania, società che lo porterà nei più importati circoli culturali e nelle più grandi università del mondo a disquisire di dialettologia e geolinguistica e a confrontarsi con i luminari di queste materie facendo ritorno in patria con preziose onorificenze.

CON LABISI

   Egli è autore non soltanto di un pregiato “Dizionario del Dialetto Gallo-Italico”, ma di altre svariate pubblicazioni come opere teatrali in lingua ed in dialetto, raccolte poetiche nonché diversi saggi di linguistica, di storia del folklore e di antropologia. Praticamente, Pippo Labisi ha sfornato un’enorme quantità di libri che trattano i diversi rami dello scibile umano compresa la poesia di “Miciotempiana” memoria ovvero che richiama quella che, nei primi anni ’70, lo studioso Jan Paul De Nola definì “L’Opera Pornografic di Domenico Tempio”.

   Con grande rammarico devo testimoniare che questo straordinario uomo di grande cultura, questo energico e forte personaggio, dal febbraio scorso, quando è venuto a visitare la mostra per i miei 50 anni di attività artistica e ci siamo fatti fotografare, l’ho visto sbiadire ed appassire nell’arco di pochissimo tempo intanto che mi raccontava della sua pesante solitudine, delle vicissitudini della sua vita che non è stata mai statica ed inutile: raccontava dei suoi affetti, della sua grande ed umile moglie che lo aveva lasciato per un male incurabile, dei suoi viaggi, delle sue conferenze, delle sue conoscenze ed esperienze e, quindi, della consapevolezza di essere giunto alla fine della sua avventura umana e culturale.

…Personalmente sono certo che chi lo ha conosciuto ed apprezzato le sue qualità intellettive ed umane farà di tutto perché i suoi studi, le sue opere, le sue qualità morali non vadano a disperdersi come spesso succede in questa società frettolosa che tutto calpesta compresi il petalo di rosa e la foglia di alloro.

Ultima modifica il Martedì, 25 Luglio 2017 18:43
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