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Inaugurato ieri a Messina il Centro internazionale studi Luigi Sturzo

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-  di Rachele Gerace -

Una lettura laica del cattolicesimo per riformare il pensiero sociale

L’impegno del pronipote Gaspare nella considerazione della politica

come minoranza creativa concretamente organizzata

La libertà è dinamismo che si attua e si rinnova […] Bisogna che l’italiano guardi la sua carta come ‘sacra’ nella sostanza fondamentale di vita civile, libera, una, indipendente […] convinto del dovere di difenderla contro gli egoismi individuali, di gruppo e di classe e contro le insidie del potere legislativo, del potere esecutivo e del potere giudiziario, che avendo in mano le leve del comando, possono surrettiziamente introdurvi elementi deformanti, alterandone lo spirito e falsandone la lettura”, scriveva Luigi Sturzo nel 1949.Con l’inaugurazione della sezione provinciale del C.I.S.S. (Centro internazionale studi Luigi Sturzo) anche Messina, a distanza di quasi settant’anni, raccoglie l’eredità culturale lasciata dal sacerdote calatino i cui principi etico-politici, filosofici, sociologici ed economici risuonano più che mai attuali e attualizzabili.I contenuti della Costituzione e della dottrina sociale, che prescindono dagli orientamenti religiosi o politici, devono tradursi in un impegno di ricerca e promozione culturale che formi le coscienze, partendo da una minoranza concretamente organizzata.

Non si tratta dell’ennesima celebrazione, ma di una responsabilità consapevole che sottende a ragioni di merito legate al ruolo del cristiano, che deve operare secondo giustizia”: queste le motivazioni che il dott. Rosario Terranova, responsabile del Centro studi messinese e organizzatore del convegno, ha reso note. All’evento, che si è svolto ieri mattina nel salone dell’azione cattolica diocesana, dopo i saluti dell’amministratore apostolico mons. Benigno Luigi Papa e della dott.ssa Maria Tripodo, funzionario della Città Metropolitana, sono intervenuti Gaspare Sturzo, magistrato e presidente nazionale del C.I.S.S., il filosofo Girolamo Cotroneo, don Sergio Siracusano, direttore dell’ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro dell’Arcidiocesi di Messina, Lipari Santa Lucia del Mela, Michele Limosani, prorettore e docente di politica economica dell’Università degli studi di Messina e Agostino Di Lapi, responsabile della sezione C.I.S.S. dei Nebrodi.

Fondatore del Partito Popolare Italiano, senatore a vita, giudice dell’alta corte di giustizia siciliana Sturzo, tra il ’46 e il ’48, propose alcuni significativi cambiamenti della costituzione, che considerava il cuore di una repubblica democratica, partendo dalla legittimazione del potere sovrano del popolo e indicando i partiti come intercettatori dei flussi di partecipazione dalla realtà locale verso il parlamento. “Pur trovandoci ad affrontare la realtà di una nuova formazione leaderistica digitale - ha detto il pronipote di don Luigi - il partito, in relazione ai progetti e ai programmi di sviluppo del paese, rimane ancora uno strumento utile a rappresentare gli interessi dei cittadini. Per far questo, però, è necessario che la democrazia politica abbia come punto di riferimento la considerazione dell’essenza umana legata alla dignità della classe di lavoro”.

L’attualizzazione dei principi della dottrina sociale non può prescindere da una rieducazione etica, necessaria per contrastare quell’assuefazione alle diseconomie che le regioni del sud stanno vivendo con un atteggiamento attendista o indifferente. Secondo il prof. Limosani, “i cittadini sono consapevoli di vivere sistematicamente e strutturalmente secondo un’economia che si basa sugli scambi sociali, esigendo un prezzo morale che sacrifica la considerazione dell’uomo nella sua centralità”.

Il pensiero di Sturzo ha permeato di moralità non solo gli aspetti sociali ma soprattutto il dibattito politico, richiamando il contributo della legge - e non più del libero arbitrio - come punto di partenza della riflessione sui concetti dello stato di diritto e del liberismo economico, ha detto Girolamo Cotroneo in riferimento al volume di scritti sturziani “Servire non servirsi. La prima regola del buon politico”.

Un “contemplativo in azione”, così veniva definito Luigi Sturzo in virtù di quella missione di sociologo, filosofo e politico che trovò ragione nella sua vocazione sacerdotale, ha sottolineato don Sergio Siracusano: “La vita di Sturzo, che anticipò il pensiero del Concilio sul ruolo sociale del laicato, esprime un cristianesimo incarnato nella storia, coniugando gli aspetti spirituali della vita con la politica e considerando quest’ultima finalizzata all’incontro col prossimo secondo un rapporto di giustizia e carità”.

Al dibattito, in chiusura di lavori, sono intervenuti Francesco Punzo, responsabile del C.I.S.S. di Palermo, l’avvocato Giuseppe Terranova, presidente del centro Helen Keller, Dino Calderone, segretario della consulta diocesana delle aggregazioni laicali e il presidente regionale di Cittadinanza Attiva Giuseppe Pracanica.

 

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