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Articoli filtrati per data: Mercoledì, 22 Novembre 2017

 

- di Giovanni Albano -

 

    L’ingresso nella storia del territorio dell’Elicona si attua  con l’arrivo dei Siculi intorno all’ XI, X sec- a.C. . Queste popolazione provenienti  dalle regioni italiche, sconfiggono i Sicani, già presenti  in Sicilia e colonizzando l’intera isola. Questa  nuova stirpe da luce ad importanti centri culturali, tra i quali primeggia Abaceno, il cui territorio si estendeva oltre la valle dell’ Elicona, fino al Tindari. Il predominio di Abaceno nei secoli, è documentato da autorevoli fonti storiche, come da scritti di Tucidide, Diodoro Siculo e Appiano. Reperti archeologici testimoniano la posizione  di predominio di Abaceno, che possiede anche un proprio conio, con emissioni di monete di argento e bronzo. L’emblema di un toro dal volto umano  che attraversa un fiume, impresso nella moneta Hemilitron, sarebbe la raffigurazione del territorio dell’Elicona.

   I Greci e il dominio Romano

Il predominio dei Siculi viene limitato con la colonizzazione greca da parte di Dionisio il vecchio (432-367 a.C.), che occupa la regione dell’ Elicona, occupando inizialmente Tindari e ponendo come confine al territorio di Abaceno il fiume Elicona. Agatocle nel 315 a.C. distrugge Abaceno portando guerra a Messina. Il territorio montalbanese diverrà quindi  transito obbligato degli eserciti greci siracusani. Il territorio di Montalbano diverrà nuovamente  teatro bellico con le operazioni militari della 1° guerra punica. Appio Claudio, console romano, nel 264, si spinge  risalendo la valle dell’Elicona, fino nel montalbanese, incalzando Gerone II, tiranno di Siracusa, col quale era in guerra da diversi anni.

  

   Tra il 138 e il 99 a.C. a seguito delle guerre civili e della rivolta degli schiavi,  Roma al irrompe in Sicilia con un esercito al comando del   console Rupillo che sbarcato a Naxos risale  nella Valdemone  e attraversa il territorio montalbanese. Costeggiando la fiumare del Timeno e il fiume Elicona raggiunge Messina, trucidando, in  questa spedizione, oltre ventimila insorti che pone crocifissi sul suo percorso, da Naxos  e per tutta  la valle dell’Elicona, al fine di scoraggiare eventuali ulteriori ribellioni.

    Le colline del montalbanese  assumono rilevanza storica, nelle descrizioni di Cicerone ne “In Verrem,( IV, 84-92”), quando giunge in Sicilia  come  procuratore, per indagare sulle spoliazioni perpetrate dal  governatore Verre , in particolare nella città di Tindari. Il processo a Verre si celebrerà a Roma, dove Cicerone porta come testimoni dei misfatti economici di Verre, due cittadini di tindaritani, Zosippo e Ismenia. Ai tempi  la città di Tindari contava circa cinquemila abitanti.

    La zona del montalbanese, diviene importante teatro bellico, durante il secondo triumvirato. La Sicilia infatti era assegnata a Ottaviano ma si trova presidiata dalle truppe del figlio di Pompeo Magno, Sesto Pompeo. Ottaviano progetta di attaccare  le truppe di Sesto Pompeo su due fronti, dal Tirreno sbarcando a Milazzo e anche  dalle coste dello Ionio, nel progetto  di  percorrere da Naxos la via Francigena, fino all’altopiano dell’ Agrimusco” dove sono stanziate la maggior parte delle truppe di Pompeo.

L’attacco su due esposizioni  alle truppe di  Pompeo Magno, è dettagliatamente descritto nei diari dallo stesso Ottaviano.

Fine prima parte.

Pubblicato in Comunicati stampa

 - di M. C. -

Scenografie incantate e ballerini di fama internazionale per “Lo Schiaccianoci”, in scena il 9 dicembre 2017 alle ore 21 al Teatro Mandanici di Barcellona Pozzo di Gotto. Tratto dal racconto di E. T. A. Hoffmann, “Lo Schiaccianoci” ha fatto innamorare generazioni di spettatori ed è lo spettacolo più rappresentato nel mondo durante le festività natalizie. Con musiche di Pëtr Il’ič Čajkovskij su libretto di Marius Petipa e con costumi e scenografie create  appositamente per il tour italiano sulla base dei canoni artistici del  Grande Teatro Imperiale Russo, a metterlo in scena sarà il corpo di ballo del Saint Petersburg Classical Ballet Tradition, in tournèe nei maggiori teatri del Paese, con i solisti Ernest Latypov e Natalia Lazebnikova, entrambi anche solisti del Teatro Marinsky. Il Balletto di San Pietroburgo, anticamente chiamato “Balletto sul Neva”  è una storica compagnia privata nata a San Pietroburgo nel 1887 per volontà di Nobili Borghesi Russi con lo scopo di sviluppare la grande tradizione del balletto classico, ma anche di ricercare nuove  forme coreografiche.

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Il corpo di ballo è formato da ballerini provenienti dalle migliore accademie di danza di Mosca, San Pietroburgo, Ufa, Perm, nonché vincitori di concorsi internazionali di balletto. Il repertorio della compagnia include titoli classici come “Lo Schiaccianoci”, “Il Lago dei Cigni”, “La Bella Addormentata”, “Giselle”, “ Don Chisciotte”, “Cenerentola” ,”Romeo e Giulietta”, “ Carmen”, “ Il Corsaro”, “ Bayadere”. Già da tempo il Balletto è ospite  in tutto il mondo, dalla Germania alla Francia e Spagna, dal Sud Africa all’Argentina e Brasile, dagli Stati Uniti, alla Cina, riscuotendo sempre grande apprezzamento sia dal pubblico che dalla critica.

L’attuale direttore artistico della Compagnia è Timur Gareev, ex solista del Teatro dell’Opera e Balletto di Novosibirsk, a lungo solista per diverse compagnie di Mosca e partner di famose ballerine russe come Nadezhda Pavlova, Marina Bogdanova, Ludmila Semenova.

“Lo Schiaccianoci”, ambientato agli inizi dell’Ottocento, si svolge alla vigilia di Natale quando Drosselmeyer, eccentrico inventore di giocattoli molto amato dai bambini, viene invitato a casa del Sindaco. I giochi e le danze iniziano e Drosselmeyer organizza uno spettacolo di marionette e burattini nel quale il Re dei topi vuole rapire la Principessa, ma il coraggioso Schiaccianoci lo uccide e salva la Principessa, diventando così il giocattolo preferito della piccola Clara. In sogno, la bambina immagina l’invasione della sala da pranzo da parte dei topi guidati dal loro Re e lo Schiaccianoci che guida i soldatini all’attacco dominando la paura. Clara lo segue e lo salva, gettando la sua pantofola contro il Re dei topi che, sconfitto, scompare con le sue truppe. Drosselmeyer trasforma quindi lo Schiaccianoci e Clara in un Principe e in una Principessa e  l’atto si conclude con il famoso Valzer dei Fiocchi di Neve.

Nella seconda parte del balletto il sogno prosegue nella Città dei Dolci e con i festeggiamenti e le danze che si susseguono con ritmo incalzante, Spagnola, Orientale, Cinese, Russa (trepak) e Pas de Trois, fino al raffinato Valzer dei Fiori, dopo il quale Clara si risveglierà nella sua poltrona con il suo schiaccianoci in grembo, felice di aver vissuto questo magico sogno di Natale.

Pubblicato in Comunicati stampa

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