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A CASA DI VERGA E DI CAPUANA

- di Giuseppe RANDO -

L’ultima gita dell’Associazione Culturale “Archimede” ha toccato, nella giornata di domenica 25 febbraio, due centri rinomati della geografia verghiana: Vizzini, dove il genio catanese nacque il 2 settembre (o il 31 agosto) del 1840, forse nella contrada di Tebidi, e Mineo, città natale di Luigi Capuana, non molto distante da Vizzini. Impeccabile, come al solito, la regia del professore Pietro Cavallaro.

A Vizzini siamo arrivati alle 10,30 di una mattinata piovigginosa (ma meno di quanto si temeva), accolti da due splendide guide e dalla gentilissima presidente della proloco accompagnata da alcuni signori del direttivo.

Già, in pullman, chi scrive aveva dato qualche sapida informazione sul Verga, siciliano tosto, catanese spertu e donnaiolo impenitente, paladino della famiglia, come trincea dei valori (contro i disvalori della dilagante, libertina cultura piemontese), ma renitente al matrimonio; campione riconosciuto del Verismo (hanno il marchio del vero le storie narrate nei capolavori e a Vizzini sono ambientati, tra l’altro, “Mastro don Gesualdo” e “Cavalleria rusticana”), grandioso innovatore e inventore, di fatto, del romanzo novecentesco (policentrico, aperto, plurifocalizzato, mescidato di lingua e dialetto), nonché testimone e interprete, già con Nedda (1874), dello stato miserevole in cui erano ridotti i contadini siciliani, ma moderato e viepiù diffidente nei confronti della Sinistra, sul terreno propriamente politico.

Abbiamo dapprima visitato, a Vizzini, il palazzo Trao, ammirandone la perfetta conservazione e i numerosi reperti verghiani in esso conservati (le fotografie veriste di Verga e la documentazione relativa alla Cavalleria rusticana musicata da Pietro Mascagni hanno attirato l’attenzione di tutti); abbiamo quindi perlustrato, aprendo e chiudendo gli ombrelli, altri luoghi vizziniani immortalati da Verga (palazzo Sganci, la Cattedrale, la casa di Lola, la casa di Santuzza, il palazzo Verga ecc.). La pioggia intermittente e il freddo non ci hanno tolto il piacere della visione.

Al piacere del palato ha provveduto il pranzo in un’accogliente trattoria “fuori porta”, dove i messinesi conquistati hanno peraltro comprato, prima di uscire, salamini, provole e ricotte ancora calde.

Come aveva previsto il professore Cavallaro, mentre pranzavamo sono scomparse le nuvole ed è ritornato il sole («na rama i suli»), che ci ha accompagnato a Mineo, dove abbiamo visitato la Casa-Museo di Luigi Capuana, piena di oggetti della cultura contadina e di libri: ha incuriosito tutti la macchina fotografica con cui Capuana, noto spiritista (lui, Pirandello e qualche amico di passaggio, seduti attorno al tavolo di tre gambe, evocavano gli spiriti dei trapassati) avrebbe addirittura fotografato un ectoplasma, ma Piero Angela non ci crede. Fotografie a iosa di fotografi improvvisati. Aspettiamo tutti, con ansia, le perfette fotografie e il film spettacolare del professore Tanino Beccaria.

Ultima modifica il Mercoledì, 28 Febbraio 2018 13:13
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