- di Angelo Miceli -
“E’ ancora vivo in me il ricordo dei racconti cui mia madre era solita ricorrere per attirare la mia attenzione quando, come si è soliti fare con i bambini, era necessario farmi stare tranquillo per il pasto o per lasciarmi addormentare ascoltando la sua calda voce. Ella andava a ritroso nel tempo, ricercando, tra i suoi ricordi, piacevoli esperienze che la riportavano indietro sino al periodo dei suoi anni verdi quando, ancora fanciulla, era solita accompagnarsi ai suoi coetanei nei boschi che circondano l’abitato di Tusa, piccolo centro montano del messinese nella catena dei monti Nebrodi, unitamente a Nicoletta, Giuseppina, Santina, improvvisandosi “funciari” (cercatori di funghi), sapientemente guidati nella ricerca da “zu Cicciu” (zio Ciccio – Francesco), “esperto locale” nel riconoscimento delle varie specie e profondo conoscitore – solo in maniera empirica, purtroppo - delle abitudini di questi simpatici abitanti dei boschi. Costui, “micologo improvvisato”, si lasciava andare a tante dissertazioni che allora, come ancor oggi succede, venivano tramandate da generazione in generazione senza avere alcun supporto scientifico, nate dalle molte superstizioni legate alla mancanza di conoscenze scientifiche sul “Regno dei Fungi”.
Oggi, fortunatamente, approfonditi studi di natura scientifica consentono di sfatare le innumerevoli leggende concepite sin dagli albori della civiltà e partorite dalla fantasia e dalle superstizioni legate alla mancanza di conoscenze specifiche in materia micologica.
Le numerose credenze che, ancora oggi, purtroppo, popolano il “Regno dei Fungi”, nascono in tempi assai remoti e, in tanti casi, oltre che delle superstizioni, furono frutto delle deduzioni e degli studi – ancora primordiali - condotti e portati a termine da illustri uomini di cultura del passato i quali, in ogni caso, hanno contribuito a spianare la strada agli studi successivi.
I funghi conosciuti fin dai tempi preistorici, come scientificamente provato dal ritrovamento di vari fossili che hanno consentito la loro datazione addirittura a oltre 100 milioni di anni fa, sono stati cibo per l’uomo preistorico che imparò a proprie spese che tra di questi esistono anche specie velenose, imparando, tra l’altro, come utilizzarli per migliorare la propria condotta di vita. Numerosi ritrovamenti hanno consentito di stabilire che diversi funghi venivano utilizzati per necessità quotidiane: il Fomes fomentarius, essiccato, veniva usato come esca per accendere il fuoco. Il ritrovamento nel 1991, sulle alpi trentine, della mummia di “Otzi”, “l’uomo del Similaun”, - vissuto certamente tra 3.350 e il 3.150 a. C.-, nel cui corredo furono ritrovati resti di un fungo identificato come Fomes fomentarius, unitamente a schegge di selce, è stato una ulteriore conferma sull’utilizzo di questo fungo.
I greci ed i romani ne facevano largo uso. Apicio, celebre gastronomo dell’impero romano lasciò, nella sua opera “De re culinaria”, ampia testimonianza sul modo in cui dovevano essere preparati per una migliore degustazione.
L’intrinseca natura del fungo, la sua origine sconosciuta, il suo misterioso apparire, la mancanza di una pianta che lo sostiene, la sua velenosità, le varie forme di crescita (spesso in cerchi, forma di nascita che si riteneva essere conseguente ad incontri notturni tra streghe e demoni), hanno favorito il nascere di superstizioni e di false credenze. Il fungo veniva considerato come qualcosa di diabolico e, probabilmente, stregoni e fattucchiere utilizzavano a proprio uso e consumo le superstizioni della gente. Tra l’altro, conoscendo la natura mortale di alcune specie ne facevano uso per liberarsi di personaggi scomodi anche su commissione; vedi, ad esempio, la morte dell’imperatore romano Augusto voluta dalla moglie Agrippina per consentire al figlio Nerone di accedere al trono imperiale, commissionata, appunto, ad una fattucchiera che la provocò con un lauto pranzo a base di funghi con aggiunta della mortale Amanita phalloides.
Nel corso dei secoli numerosi studiosi si avvicinarono al “Regno dei Funghi”, traendo le prime deduzioni che, anche se inizialmente incerte e confuse, unitamente a poche valide deduzioni, hanno contribuito, passo dopo passo, alla nascita della moderna micologia.
Aristotele (Stagira –Macedonia- 384–322 a. C.) poche le sue considerazioni micologiche: I funghi sono essenze vegetali imperfette che crescono dalla fermentazione degli umori della terra o delle piante.
Teofrasto (Ereso -Isola di Lesbo- 370-286 a. C.), discepolo di Aristotele fu il primo a dedicarsi allo studio dei funghi ed a trarne le prime definizioni: “piante imperfette, prive di radici, di foglie, di fiori, di frutti”.
Pedacio Dioscoride (Anazarbe -Cilicia- 40-90 circa); ha studiato i funghi e la loro tossicità consigliando, in caso di avvelenamento, la somministrazione di un composto di sterco di pollo, miele ed aceto.
Claudio Galeno (Pergamo 129–200) individua, attraverso i suoi studi, tre generi di funghi: Ovoli, Porcini e Mykés (questi ultimi, a cappello e gambo, ritenuti tossici). Si addentra nello studio delle intossicazioni e conferma l’utilizzo della terapia a base di sterco di pollo.
Plinio il Vecchio (Como 23-79) Si occupò, in maniera approfondita, di scienze naturali, lasciando, nell’opera “Historia naturalis”, in 37 libri, tutto il sapere dell’epoca in materia botanica. Individua con esattezza un fungo a lamelle e verruche (attuale Amanita muscaria), deducendo, in maniera incontrovertibile, l’origine delle verruche stesse che “altro non sono che i residui del velo”.
I funghi, secondo Plinio:velenosi quelli terricoli, commestibili quelli legnosi;
Le sue teorie resistono fino a tutto il 1700 ed i numerosi naturalisti susseguitisi nel corso dei secoli le hanno pienamente confermate.
Non vogliamo continuare con un “trattato” di storia della micologia, ritenendo che quanto sopra riportato sia sufficiente per dedurre che numerose false credenze sui funghi siano nate proprio dai primi studi in materia di micologia e rafforzate, nel corso dei secoli, dalle innumerevoli superstizioni che si sono aggiunte alle fuorvianti deduzioni dei “pionieri” della micologia.
Riteniamo opportuno sfatare alcune convinzioni che, ancora oggi, sono solite circolare tra i numerosi, poco informati e ancor meno accorti, raccoglitori di funghi.
NON E’ VERO
Desideriamo, prima di chiudere questa lunga “riflessione micologica” congedarci dai nostri lettori con alcuni CONSIGLI UTILI:
Potremmo dilungarci oltre sull’argomento esistendo ancora numerose credenze da sfatare ed i consigli utili alla raccolta in sicurezza dei funghi non sono mai abbastanza. Riteniamo però opportuno, anche per non approfittare dello spazio offertoci dal magazine che ancora una volta ci ospita, rimandare ad altro momento l’approfondimento di quanto in queste pagine trattato. Vogliamo ancora una volta ribadire il concetto: per consumare funghi in tranquillità, ricorrete sempre al giudizio di un esperto micologo; tale servizio viene svolto in maniera gratuita presso gli uffici micologici appositamente preposti ed operanti presso tutte le USP sul territorio nazionale.
Bibliografia essenziale:
G. Bellato - “Storia della Micologia Italiana”
ISPRA – AMB – CSM – “Storia della micologia italiana e primo contributo alla nomenclatura corretta dei funghi”.
G. Lazzari – “Storia della Micologia Italiana” – Ed. Saturnia 1973
E. Marra, D. Macchioni – “Il consumo in sicurezza dei funghi” - Regione Calabria – Confederazione Micologica Calabrese
C. Papetti – G. Consiglio – G. Simonini – “Atlante Fotografico dei Funghi d’Italia” – Ed. A.M.B. – Fondazione Centro Studi Micologici
Riferimenti siti web:
http://www.micologiamessinese.altervista.org/
http://www.appuntidimicologia.com/
Foto:
archivio mico-fotografico del Micologo Franco Mondello
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Per approfondire le vostre conoscenze micologiche
frequentate la nostra Associazione:
“Centro di Cultura Micologica”
presso Dopolavoro Ferroviario Via Reggio Calabria Is. 11 Quater – Messina
incontri settimanali mercoledì ore 17,00 – 19,00 con esercitazioni pratiche sul riconoscimento dei funghi dal vero
Info: Enzo Visalli 368676063 Franco Mondello 3282489544 – Angelo Miceli 3286955460
http://www.micologiamessinese.altervista.org