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Articoli filtrati per data: Sabato, 29 Gennaio 2022

- Intervista di Rosario Fodale e redazione -

   Non è la prima volta che ci rechiamo all’“Oikos Museion” di Barcellona Pozzo di Gotto ovvero la Casa Museo dell’artista Giuseppe Messina ed è come se non ci fossimo mai stati perché troviamo sempre delle novità che ci sorprendono.      Avevamo avuto sentore della sua recente creazione di straordinaria portata e non abbiamo resistiti di andare a vedere di persona. È stato emozionante il momento in cui ci siamo trovati di fronte la sua eccezionale realizzazione: un libro, ma non un normale volume come siamo abituati a vederne tanti: un monumentale libro misurante cm 56 X 76 con copertina lignea rivestita con pelle di vitello sormontata di un altorilievo in bronzo di cm 40 X 50 dal peso di 25 kg. Impresse sopra una placca di bronzo si possono leggere due frasi una in italiano e l’altra in latino “Imbarcato all’alba”, titolo di un suo poema e “Artes meae per unum vestigium” (le mie arti per un unico progetto). Un’opera meravigliosa di 140 pagine, fogli in tela, riproducenti 32 opere pittoriche ed il suddetto poema, con l’aggiunta di una nota dell’autore che spiega i motivi della stessa realizzazione, della biografia redatta dalla professoressa Maria Torre che, oltre al Prof. Nino Bellinvia, si occupa da tempo di Giuseppe Messina nonché impreziosita dalla presentazione di Melo Freni, già giornalista per 35 anni alla RAI -TV, redattore culturale e conduttore di pregevoli programmi e poi redattore capo del TG1, autore di diversi romanzi, raccolte poetiche e saggi letterari (da ricordare che tra l’altro è inserito fra i 50 poeti del ’900 italiano scelti da Glauco Cambon e Antonio Illiano per il “Dizionario delle Biografie Letterarie”, edito dalle Università di Detroit e Londra).

FOTO COL TAVOLO DEI GIORNALI

 

   Spinti dalla curiosità, oltre la voglia di rendere pubblico un tale eccezionale evento culturale, abbiamo inteso rivolgere qualche domanda direttamente all’autore che, gentilmente, ha risposto.

   Domanda: Maestro Messina, proprio perché siamo stati positivamente impressionati dalla sua monumentale opera, abbiamo la curiosità di conoscere quali sono stati i motivi che l’hanno spinta a realizzare una creazione tanto originale e complessa che, certamente, avrà richiesto non soltanto del tempo, ma un impegno particolare. Vuole raccontarci un po’ il percorso per arrivare alla sua  realizzazione?

   Risposta: Devo dire che senza l’entusiasmo e l’incoraggiamento di mio figlio, forse, non avrei realizzato quest’opera. Era da tempo che ne parlavamo ed è stata sua l’idea di realizzare un poema, però composto da versi tratti da diciannove dei miei poemi, ma incastonati tra loro tanto da comporre un ulteriore originale poema. Così è nato un testo di 655 versi, con senso compiuto,  che ho voluto intitolare “Imbarcato all’alba” proprio come uno dei diciannove testi. L’intenzione era di presentare quest’opera in occasione della manifestazione dei 55 anni della mia attività artistica e culturale, ma a causa della pandemia è stato tutto rimandato a data da destinarsi. Inoltre c’é da spiegare il perché del suo contenuto: le opere pittoriche, ma anche il poema del monumentale volume hanno un impatto surreale simbolico in cui l’osservatore, il lettore potrà sentirsi calamitare l’attenzione per scoprire i particolari a volte non subito evidenti, particolari che permettono di immergersi nel mito della classicità. In alcuni di questi dipinti, come nei testi scritti, si sente addirittura prossima la presenza di Omero, il più classico dei poeti.  Dipinti e versi fanno parte dello stesso contesto che richiama la classicità dell’arte, quella classicità che sembra essere messa da parte da tanti addetti ai lavori.  Eppure è a tale espressività dell’ingegno umano che derivano le radici della nostra cultura, radici che spero i nostri giovani non trascurino, ma tramandino alle generazioni future.

FOTO CON IL LIBRONE

   Questo libro non deve essere considerato soltanto per la sua originalità esteriore, per le pagine in tela, o per il suo pesante ingombro, ma soprattutto per il suo contenuto, per il messaggio che, c’è d’augurarsi, arrivi a chi è indirizzato. Un monumentale libro che, sono convinto, affascinerà quanti avranno modo di visionarlo. E tutti sappiamo bene che quando la cultura affascina, raggiunge il suo scopo di divulgare idee positive in una società alcune volte trascinata dai tanti mezzi di distrazione, di confusione e di convinzione.

   Dom.: incuriosisce la scritta in latino sulla copertina, Maestro Messina, vuole spiegare ai nostri lettori perché proprio “Artes meae per unum vestigium”?

   Risp.: “Le mie arti per un unico progetto”. E quali sono le mie arti se non la scultura, ed è sulla copertina del libro, poi c’è la pittura, ed è rappresentata nei dipinti contenuti nello stesso libro, ed ancora: la scrittura che compone il poema.

   Dom.: Ma lei, Maestro a realizzato tant’altro: la sua biografia ci informa che ha prodotto dei documentari, ha realizzato dei film, ha scritto delle opere teatrali, ha fatto l’attore di cinema e di teatro, ha insegnato, ha fatto e fa il giornalista, tanto per ricordare alcune sue attività. Questo librone è molto significativo, è un’eccellente opera d’arte, ma non crede che non le renda giustizia?

   Risp.: Appunto: c’è la mia biografia che attesta le mie attività… Il “librone”, come lo chiama lei, non avrebbe potuto contenere ciò che lei ha elencato. Come si fa a metterci dentro i film, il teatro, gli articoli di giornale, le conferenze, le lezioni di pittura e scultura e di drammatizzazione per la legalità ecc. ecc,?   

   Dom.: Maestro, siamo curiosi di sapere perché ha optato per una così monumentale opera, che rimane unica copia, quando avrebbe potuto pubblicare soltanto un normale libro, come d’altro canto ha fatto?

   Risp.: Io volevo realizzare un’opera d’arte, non una normale opera tipografica, tant’è che quella che voi vedete qui esposta è la fatica personale, infatti io ho dipinto le opere che vedete riprodotte, io ho messo assieme le tele e le ho cucite con lesina e filo, io ho tagliato il multistrato ligneo di un centimetro di spessore per la copertina, io l’ho ricoperto di pelle ed io ho montato sopra la prima pagina della stessa copertina l’altorilievo in bronzo che ho realizzato in fonderia. Spero che questa mia opera possa essere esposta al pubblico in una mostra itinerante, che parta da Barcellona per proseguire in altre città non appena sarà superato questo periodo di pandemia. In atto, chi vuole, potrà visionarla  presso la mia “Casa Museo”, con tutte le precauzioni anticovid, previa telefonata al 3384969216.  Per quanto riguarda il normale libro, a cui lei faceva riferimento, è vero ho fatto fare una pubblicazione, ma in tiratura limitatissima solo per pochi amici che desiderano averlo in ricordo dei miei 55 anni di attività artistica.

FOTO CON LA NAVE

 

   Dom.: Maestro, può dirci quando e perché è nato “Oikos Museion”?

   Risp.: Era il 2017, anno del cinquantesimo anniversario della mia attività artistica e culturale ed ha coinciso con la “Prima Giornata Italiana dei Piccoli Musei” istituita il 18 giugno, e proprio in questa data si è voluto inaugurare “Oikos-Museion” ovvero la “Casa delle Arti”.

   Dom.: Perché ha sentito il bisogno di fare un museo della sua casa?

   Risp.: Questa è la domanda che mi sento rivolgere da amici, simpatizzanti e da chi è interessato all’arte ed alla cultura più in generale. Ed io voglio rispondere adducendo, innanzi tutto, che mi è sembrato un dovere nei confronti di chi si interessa della mia attività di artista e degli straordinari colleghi che hanno sentito il bisogno di fare dono ciascuno di una o più loro opere.

   Tutto è cominciato dal dovere che mi spinge a rispondere a delle legittime curiosità di chi viene a visitare le mie mostre ed anche casa mia. La risposta sta, ovviamente in tutto ciò che ho prodotto, nelle mie opere pittoriche nelle mie sculture, nelle mie grafiche e nei miei scritti.

   Un museo non può che rappresentare la storia delle opere in esso contenute e degli autori che quelle stesse opere hanno prodotto. Perciò nella mia casa museo non può che esserci la storia delle mie opere e di me stesso, oltre le storie di coloro che hanno fatto dono delle loro opere. Ma ci sono anche tanti ricordi e testimonianze di eventi che mi hanno accompagnato in tutto il percorso culturale.

   Come giusto che sia, un museo altro non è se non un libro, un racconto in cui non appare la parola fine dal momento che si arricchisce sempre di nuove pagine e cosi è il mio “Oikos Museion” che non è quello di alcuni anni fa quando è stato inaugurato e non sarà quello che appare oggi perché, come l’ho visto arricchirsi di nuovi elementi, continuerà ad offrire opere che, sono certo, arriveranno.  

   Dom.: Maestro Giuseppe Messina, come giustamente ha fatto notare, nella sua Casa Museo non ci sono soltanto opere sue.

   Risp.: Sì è vero, non sono esposte soltanto opere mie: come si può notare ci sono anche quelle che ho acquistato ed altre che sono state donate da amici artisti che hanno mostrato e mostrano ammirazione nei miei confronto e me lo hanno dimostrato omaggiandomi ed a loro va il mio affettuoso ringraziamento. Proprio per questo è mia intenzione realizzare un catalogo di tutte le opere non mie in omaggio alla generosità di tanti amici.

   Sperando di essere stati esaustivi nel nostro compito d’informare invitiamo a visitare l’Oikos Museion per godere delle tante creazione del Maestro Giuseppe Messina e non solo,

Pubblicato in Comunicati stampa

- di  Maria Teresa Prestigiacomo -

Forza d' Agro', Me. Ricco programma, quello della Fondazione Divina Bellezza. Dopo aver ospitato l’arcivescovo emerito di Kaunas, Lionginas Virbalas, e il noto mecenate messinese Antonio Presti che, lo scorso 19 dicembre, davanti ad un pubblico appassionato, ha parlato della sua esperienza di uomo che, con tutte le sue forze, si adopera per rieducare alla Bellezza tutti coloro che non riescono più né a riconoscerla né a fruirne in modo consapevole e non superficiale, la Fondazione Casa della Divina Bellezza di Forza d’Agrò (ME) propone, il prossimo 30 gennaio, alle ore 17.30, un incontro altrettanto stimolante che avrà come protagonista la professoressa Giuseppina Radice, già titolare della cattedra di Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Catania.

Terzo appuntamento del ciclo “La resilienza di una comunità dopo la notte”, la conferenza, intitolata “Il Sacro come senso del profano”, ci permetterà di conoscere meglio un’addetta ai lavori appassionata che porta avanti la sua “missione” con la convinzione che lo studio dell’arte sia una cura contro il razzismo e una conquista di libertà nel confronto continuo con la diversità.

Tecnicamente accademica, Giuseppina Radice si dichiara antiaccademica per scelta. Nella sua attività di Storico e di Critico applica il metodo “San Tommaso” evitando da sempre di nascondersi dietro le parole. Certa che attraverso l’arte si possa insegnare la vita, tiene regolarmente corsi di alfabetizzazione all’Arte Contemporanea rivolgendosi soprattutto ai giovani che sono la parte migliore della nostra società.

«Partiamo proprio dall'arte e diciamo subito che è sbagliato parlare in maniera retorica della sua “sacralità” che non ha senso perché l'arte non è sacra. A me piace molto parlare della ricchezza del pensiero umano. Ed è proprio nell'umanità, se crediamo in Dio, che c'è la manifestazione della sua volontà. Io mi sento laica, ma privilegiata, e provo a tradurre nella vita quotidiana il senso della fede. Altrimenti diventerebbe una cosa incontrollabile, qualcosa di astratto e teorico. È il modo di renderla una applicazione pratica e questo l'ho imparato proprio attraverso l'arte. Non mi piace parlare della spiritualità nell'arte, mi piace parlare della ricchezza della vita anche dal punto di vista spirituale», ha dichiarato la professoressa Radice che, come detto, nel corso della conferenza proporrà le sue riflessioni sulla tematica della sacralità del profano.

 

La resilienza di una comunità dopo la notte

Prossimo appuntamento:

Domenica 20 febbraio 2022 (ore 17.30)

Giorgio Agnisola

“Il silenzio e l’oltre nell’arte del Novecento”.

 

L’ingresso è gratuito.

È obbligatorio indossare la mascherina e presentare il super green pass.

 

Fondazione Casa della Divina Bellezza

Via Roma, 7 - 98030 Forza d’Agrò (ME)

Pubblicato in Comunicati stampa

 

Il Bilancio di previsione approvato con Delibera di Giunta Municipale il 4 ottobre 2021 e. trasmesso al Consiglio in data 7 dicembre 2021, munito di tutti i pareri ancora non è stato discusso in Consiglio….

Il Bilancio consuntivo 2020, è stato approvato, SOLTANTO, i primi giorni del 2022 per non PERMETTERE CHE L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE POTESSE APPALTARE immediatamente i lavori finanziati con 13 milioni di avanzo di amministrazione!!!

MESSINA HA LA FORTUNA DI AVERE UN GRANDISSIMO SINDACO.

INFATTI   CATENO DE LUCA RISPETTA " SCRUPOLOSAMENTE" LE LEGGI DELLO STATO E

MANTIENE FEDE AL GIURAMENTO CHE HA FATTO, QUALE SINDACO DELLA CITTA' DI MESSINA.

A CONTRARIIS, I CONSIGLIERI COMUNALI HANNO "GIURATO" DI ADEMPIERE 

ALLE LORO FUNZIONI CON SCRUPOLO E COSCIENZA ED ONORE (art. 54 della Costituzione) NELL'INTERESSE DEL COMUNE E DELLA REPUBBLICA..

AGGIUNGO CHE L’ARTICOLO 97 DELLA COSTITUZIONE SOSTANZIALMENTE AFFERMA CHE L’AZIONE AMMINISTRATIVA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE DEVE ESSERE ESPLETATA CON DILIGENZA, ECONOMICITA’, IMPARZIAILTA’, DISINTERESSE E TRASPARENZA.

PURTROPPO ALCUNI DI LORO E, SINCERAMENTE ME NE DISPIACE, NON HANNO ASSOLUTAMENTE COMPRESO IL "SIGNIFICATO VERO" DEL GIURAMENTO.

VI INFORMO CHE VERRETE "CONVOCATI SICURAMENTE DALLA PROCURA DELLA CORTE DEI CONTI" A RENDICONTARE IL VOSTRO OPERATO.

SIGNORI CONSIGLIERI COMUNALI AUSPICO CHE STIATE PRENDENDO CONTEZZA CHE  LA FUNZIONE DI CONSIGLIERE COMUNALE E' "AD ALTISSIMO RISCHIO".... LA RICHIESTA DI "RISARCIMENTO DI DANNO ERARIALE "E' SEMPRE DIETRO L'ANGOLO.

VI INVITO A TRARRE LE INEVITABILE CONSEGUENZE.

COSI' E' SE VI PARE DISSE IL "GRANDISSIMO" LUIGI PIRANDELLO...SIC!

       Ing. Carmelo Cascio

Pubblicato in Comunicati stampa

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Catania. Un evento culturale importante al Palazzo Biscari.

Un viaggio affascinante alla scoperta del ricco patrimonio artistico e culturale siciliano. Questo il cuore del volume ‘Ancone Rinascimentali in Sicilia’, presentato ieri sera, nell’incantevole Palazzo Biscari di Catania, dall’autore Nicolò Fiorenza, esperto in beni culturali e restauro monumentale. All’evento, organizzato dalle associazioni ‘Scarlatti’ e ‘Sicilia, Arte e Cultura’, in collaborazione con il Mythos Opera Festival, hanno preso parte Barbara Mirabella, assessore ai Beni culturali del Comune di Catania, Donatella Aprile, sovrintendente dei Beni culturali di Catania, Gesualdo Campo, già dirigente del Dipartimento regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Michele Romano, docente di valorizzazione dei Beni culturali presso l’Accademia di Belle Arti di Catania e Gianfranco Pappalardo Fiumara, sovrintendente del Mythos Opera Festival. “E’ un vero e proprio volume di storia dell’arte, didascalico e al tempo stesso divulgativo, fruibile dagli studiosi che vogliano approfondire questa tipologia di arte, che mette a fuoco un nuovo linguaggio della scultura – ha detto la sovrintendente Aprile – Il testo si presenta come un viaggio itinerante che ci conduce alla conoscenza della famiglia Gagini, artisti finora non molto raccontati, mettendo a confronto Palermo, Catania, Messina ma anche città dell’entroterra della Sicilia, come Assoro e Nicosia. Mi complimento quindi per il pregevole lavoro svolto dal dott. Nicolò Fiorenza perché il testo, così ben descritto, concorre alla valorizzazione dei beni culturali, intesi come testimonianza materiale avente valore di civiltà, volta a consentire la fruizione, intesa – ha concluso - sia nel senso di tutela finalizzata al corretto godimento collettivo del bene che alla valorizzazione del patrimonio rappresentato dal bene culturale stesso”. 

Il volume, edito da Kalòs, è fuori dai circuiti commerciali e sarà reperibile nelle maggiori biblioteche d’Italia e, a breve, sarà consultabile anche nelle principali piattaforme accademiche sul web. A conferma del riconosciuto valore culturale, il libro ha ottenuto i prestigiosi patrocini della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dell’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, dell’Assemblea Regionale Siciliana e del Comune di Catania.

Presentazione Palazzo Biscari 3

Nicolò Fiorenza, classe ’90, nato a Catania, coltiva sin da giovanissimo la passione per la storia dell’arte ed il patrimonio culturale, soprattutto della sua terra d’origine, la Sicilia. Il percorso di studi prende sin da subito una precisa direzione: il restauro e la valorizzazione dei beni architettonici. Si diploma nello storico Istituto Statale d’Arte di Catania, ospitato fino al 2009 nella prestigiosissima sede del Collegio Massimo dei Gesuiti, entrando in contatto sin da giovanissimo con il mondo dei beni culturali. Successivamente consegue la laurea in Beni culturali, con il massimo dei voti, presso l’Accademia delle Belle Arti di Catania. Un percorso accademico che gli consente di proseguire la formazione didattica in siti storici di grande pregio come il Teatro Massimo Bellini, il Museo civico Castello Ursino, il Museo Belliniano e la Pinacoteca del Palazzo degli Elefanti. “Ho voluto raccontare il Rinascimento in Sicilia attraverso un itinerario d’arte nei principali centri di committenza, tra il 1400 e il 1500, tra cui Catania, Palermo e Ragusa – ha spiegato Nicolò Fiorenza - Questo itinerario, volto alla valorizzazione dei nostri beni culturali, è il frutto del percorso di studi che mi ha condotto alla laurea e che qui poi ho ampliato e arricchito. Sono molto soddisfatto del supporto morale ricevuto dalla Sovrintendente ai Beni Culturali di Catania, che ha sposato l’iniziativa offrendomi la sua qualificata prefazione. Ringrazio anche tutti i docenti e le personalità che hanno contribuito alla produzione di questa opera. Questo lavoro è stato già presentato presso l’ambasciata italiana a Chisinau e al Consolato Generale d’Italia a Nizza. Successivamente lo presenteremo a Palermo e in futuro – conclude l’autore - anche a Roma, con l’obiettivo di promuovere il più possibile il bello che la Sicilia offre”. Sabato 29 gennaio, alle ore 18 e 30, il volume sarà presentato al Grand Hotel delle Palme di Palermo. Modererà l’incontro Paolo Giansiracusa, storico dell’arte.  

U.S. Maria Bella

Pubblicato in Comunicati stampa

 - di Marcello Crinò -

Grazie all’impegno dell’Assessore alla Cultura, l’avvocato Viviana Dottore, il 31 gennaio 2022 le stanze del Villino Liberty si apriranno al MUT: Museo Urbano Temporaneo. Una temporaneità dovuta alle clausole contrattuali, che non permettono il sub comodato d’uso, siglate dal Comune di Barcellona con la Città Metropolitana, proprietaria del villino. Il villino Liberty, ubicato proprio nella via Roma, all’angolo con la via Operai, è stato costruito nel 1911, subito dopo il terremoto di Messina del 1908, dal medico e barone Ignazio Foti, originario di Basicò (1851-1937), e progettato dall’ingegnere G. Ravidà (del quale non si sa praticamente nulla, neanche il nome di battesimo ma solo l’iniziale). Restaurato nel 2008 dopo una lunga lotta, dopo una lunga campagna di stampa, è stato reso fruibile nel 2014.

Foto di gruppo con lassessore Viviana Dottore

L’intera progettualità di un Museo Urbano, negli anni, è stata sempre avanzata dall’Associazione culturale Genius Loci, e adesso riproposta ai nuovi amministratori, con successo, dal Network delle Associazioni culturali.

Un Museo Urbano, in un luogo centrale della città, quindi diventa una grande occasione per poter accentrare, esporre, valorizzare e presentare parte del patrimonio artistico, culturale, storico, museale, architettonico e archeologico della città del Longano, trasformando di fatto questo luogo in un punto di riferimento sociale e culturale della città.

Sette settimane piene di contenuti diversi, visitabile ogni giorno, per tre mesi, grazie all’impegno di varie associazioni/enti/musei/borghi siciliani, che hanno aderito alla prima programmazione e che, per l’occasione, organizzeranno mostre, esposizioni, forum, conferenze e visite guidate.

Con “30 anni di Fumettomania: leggendo un fumetto”, esordisce il 31 gennaio l’Associazione Fumettomania Factory. Poi sarà la volta della Galleria Progetto Città, con i Musei Epicentro, Jalari e Cassata. La Genius Loci, dal 7 febbraio, presenterà una mostra di pannelli con i beni culturali cittadini dal VII al XVI secolo. L’Istituto Foscolo, con il suo Museo Didattico, dal 7 marzo, esporrà una mostra di ceramiche, incisioni e cartapesta. Dal 14 marzo, la Parrocchia San Giovanni Paolo II di Portosalvo, proporrà la mostra “Da Trabisonda a Portosalvo”. La bellezza dei borghi siciliani, con le città di Castroreale, Novara e Montalbano sarà illustrata dal 21 al 26 marzo. Chiuderà la prima rassegna del MUT, l’Associazione musicale Nino Pino Balotta, dal 4 al 9 aprile, esponendo dei pannelli che racconteranno quaranta anni di attività.

28 gennaio 2022

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