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Il noto poeta Nicola Romano al suo ennesimo libro di poesia “Tra un niente ed una menzogna” Passigli Editore

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Palermo. Ricordiamo, del noto e brillante poeta palermitano di lungo corso, numerosi libri di poesie: sillogi di eccellenza, di straordinaria bellezza, declinati attraverso stilemi originali ed accattivanti, moderni e nello stesso tempo metricamente eleganti, senza tuttavia, coniugarsi verso canoni accademici stantìì e desueti, bensì virando verso una poesia dai messaggi attuali, profondi e significativi che fanno dello scrittore poeta Nicola Romano uno dei massimi esponenti della Poesia del Terzo Millennio.

romanoRicordiamo, del poeta Romano…ma di Palermo come me, le poesie Brevi Bonsai illustrate dalla pittura di Celi, ricordiamo in particolare, quei “Tonfi” in cui Romano, scevro da consueti “ voli di gabbiani” dei poeti, lontano dal cantare con immagini “dejà vues”, inaugurava uno stile personale, attuale in cui la Poesia si trova a fare i conti con la quotidianità e con i suoi “ tonfi”. Oggi, attuale più che mai, il suo poetare in tempo anti covid-19 e di lock down e post lock down, certamente profonde riflessioni di cui Nicola Romano ci rende partecipi per ulteriori meditazioni di profonda Bellezza…in bilico tra il niente e la menzogna, come il nostro quotidiano, tra media, tv e fake news.

Con i tipi della “Passigli editori” è uscito il nuovo libro di poesie di Nicola Romano intitolato “Tra un niente e una menzogna” (pag.120, € 14,00). Il libro racchiude testi composti negli ultimi due anni, versi attraverso i quali Romano rivolge ed affina il suo sguardo verso uomini e cose, sempre alla ricerca di (ir)recuperabili armonie perdute.

“I temi affrontati, bisogni e sentimenti – scrive Elio Pecora nella prefazione - sono materia e spinta della raccolta poetica di Nicola Romano che, della sua sicilianità, porta la luce piena e le fittissime ombre, la spossante malinconia e l’intensità degli affetti, la ironia affilata e i goduti sarcasmi. Tra il niente, di continuo minacciato dal pensiero cogitante e la menzogna che in quella minaccia s’addensa e si logora, la parola della poesia pone la grazia dell’essere, dello stare…”

Ultima modifica il Martedì, 27 Ottobre 2020 16:04
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