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Marcello Crinò ricorda Franco Battiato e Bartolo Cannistrà

 - di Marcello Crinò -

Il 18 maggio 2021 sono scomparsi due siciliani, due persone che, per motivi diversi, hanno contribuito alla mia formazione culturale.

Franco Battiato, musicista di altissima qualità, è riuscito a coniugare mirabilmente varie forme musicali, dal pop all’elettronica sperimentale. I suoi primi dischi, Fetus, Pollution, Sulle corde di Aries, Clic,…ascoltati negli anni Settanta, mi hanno aperto le porte verso l’ascolto della “musica contemporanea” di estrazione colta. Ricordo che Battiato inizialmente, ma anche dopo, non fu ben visto dalla muscicologia e dai compositori “colti”. Parere che nel tempo si è più stemperato con la presa d’atto definitiva della sua qualità artistica. Lo vidi dal vivo due sole volte. La prima  quando studiavo a Reggio Calabria, in un concerto molto sperimentale e molto elettronico, con Lino Capra Vaccina e altri musicisti. Collaborai con Radio Sicilia 1 e nella discoteca della radio trovai con piacere i dischi sopra citati (Battiato era buon amico di Paolo Puglia, e qualche volta si vide a Barcellona, se non ricordo male in occasione di un Venerdì Santo). La seconda volta lo vidi a Castroreale, nell’estate del 1994, in occasione del Premio Nunzio Freni, e con lui c’era anche Lucio Dalla.

5971 5 marzo 2011 pubblicata da Rosita DellAglio 8 marzo 2011 Marcello Crinò e Bartolo Cannistrà. 193633 189100654462781 1941258 o

Il professore Bartolo Cannistrà, milazzese, lo conobbi  personalmente quando nacque il mensile “il Punto” e mi fu presentato da Edoardo Bavastrelli. Lo conoscevo di fama per via della Voce di Milazzo, storico mensile cittadino, e poi per Radio Monte Trino, una radio culturale pressoché unica nel panorama del nostro territorio, con collaboratori prestigiosi quali Aurelio Grimaldi, poi divenuto regista e Gioacchino Barbera, poi storico dell’arte, ecc…

Il Punto fu il primo giornale col quale collaborai, e il contatto, seppur saltuario, con Cannistrà, mi fu molto utile. Era un giornale ben strutturato nelle sue parti, realizzato con lo stesso criterio dei grandi settimanali italiani. Dall’iniziale  formato tabloid passò poi al formato rivista e nell’ultimo periodo ridiventò tabloid. Il professore aveva sempre sulla sua scrivania il menabò del giornale in preparazione, aggiornato man mano che giungevano i “pezzi”. Oltre alla redazione di Milazzo si formarono piccole redazioni a Barcellona (guidata da Gino Trapani), e a Patti. Dopo la chiusura del Punto lo ritrovai come direttore del Soldo, settimanale messinese, col quale già collaboravo. La sua fu una direzione ottima, ma anche il Soldo fu destinato a sparire.

Infine l’esperienza della Società Milazzese di Storia Patria, con la pubblicazione del periodico Milazzo Nostra, con grande attenzione per la storia e la cultura del territorio. Il periodico era stampato in proprio con una piccola macchina tipografica che riduceva di molto i costi. Un guasto irreparabile mise fine anche a questo bellissimo progetto. Incontrai Cannistrà l’ultima volta (ma ci sentivano spesso al telefono) a Barcellona, nel corso di una manifestazione della Genius Loci in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia (2011). Intervenne alla conferenza (da me presieduta), in quanto Presidente del Comitato Milazzese per le celebrazioni del 150° anniversario. Il suo intervento è documentato da una foto scattata da Rosita Dell’Aglio della Genius Loci.

Dimenticavo l’esperienza del mensile la Città di Milazzo (editoriale il Punto), dal quale nacque la Città di Barcellona, che si staccò dopo breve tempo assumendo un carattere autonomo.

20 maggio 2021

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