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La Vara di Messina

- di Giovanni Cammareri -

LA Messina, la festa dell'Assunta e della sua Vara c' è.

Questo va intanto detto. Lo affermai in un articolo apparso nel 2007 su settimanale il Monitor - testata giornalistica presente nella provincia di Trapani da diciassette anni - e lo ribadisco ancora a chiare lettere. Peccato duri soltanto qualche ora e non qualche giorno. Alla luce di una certa frammentarietà, i momenti del mezz'agosto messinese, un tempo integrati nell'unica festa, sembrano apparire come autonomi.

La sera prima, per esempio, la passeggiata di Mata e Grifone, i mitici fondatori di Zancle, a parte la bellezza e la maestosità dei due personaggi equestri preceduti dal tradizionale e scanzonato Cammello (i gruppi folcloristici li lasciamo perdere) può perfino apparire una patetica sfilata di scarso interesse. A parte qualche gradevole sprazzo di contenuta euforia. Nient'altro.  

                                                                                                                                

Il giorno dopo, 15 agosto, è finalmente la volta della Vara.

Nell'anno 2007 la visione di quello splendido proscenio in movimento generò in me perplessità e ammirazione, gioia e amarezza.

Contrasti emozionali che avrei preferito non provare, riflessioni solite che da vent'anni almeno innescano serie preoccupazioni sul futuro delle nostre feste precipitate nel baratro della superficialità e di un buon gusto spesso latitante. Senza che per questo qualcuno inizi almeno a gridarlo sul serio che tra altri venti (probabilmente meno), le avremo già perse, le nostre belle feste.

 La Vara di Messina è una splendida cosa.

E a distanza di oltre cento anni l'arguzia del Pitrè continua a confermare certe considerazioni pronte a risultare ancora di straordinaria attualità.

Infatti la Vara va vista in movimento. E' tutt'altra cosa. Consiglio di uno che se ne intendeva.

Ferma, in piazza Castronuovo, è una cosa. Quando si muove, è un'altra.

Si apre agli occhi una corsa devozionale a dir poco entusiasmante e l'emozione è grandissima. Perché quando passa la Vara non puoi fare a meno di emozionarti sul serio.

Due ore, due soltanto per giungere in piazza Duomo, quanto basta a guadagnarsi l'estasi. O almeno così avrebbe dovuto essere.

Perché non è condivisibile che tra il piccolo corteo storico che la precede (a sua volta preceduto a brevissima distanza da un paio di camion addetti alla rimozione delle auto in sosta) vi siano moto e auto di vigili urbani a sirene spiegate. E poi autobotti e una quindicina di ambulanze praticamente appiccicate a quella straordinaria espressione festiva barocca.

Idealizzare quel passaggio spoglio da tutti quegli elementi che lo inquinano e lo declassano mi sembrò quasi spontaneo, naturale.

Come pure immaginare quella macchina processionale in certe realtà geografiche dove neanche se le sognano, queste cose.

Eppure, se le avessero, se le avessero davvero, sono sicuro che niente offuscherebbe la festa nella sua essenza naturale, storica, tradizionale e soprattutto estetica.

 Prendiamo di nuovo Piazza del Campo, a Siena. Nei giorni del Palio, giusto quello dell'Assunta si svolge il 16 agosto, non mi pare di avere mai visto ambulanze, Protezione Civile, Security, Vigili del Fuoco eccetera mischiati ai cavalli, al Carroccio col Palio, ai tamburini. Eppure la folla è spaventosa. La gente rimane in attesa pigiata per ore ed ore. Chiunque in qualsiasi momento potrebbe denunciare malori di ogni genere. Non è detto che ciò non sia mai accaduto. Solo che badano bene a non raccontarcelo. Avete mai saputo delle condizioni di salute dei tanti fantini rovinati malamente da cavallo durante la corsa? E dei cavalli?

Ora, tornando alle nostre cose, la pericolosità della Vara in movimento sussiste. Nulla perciò deve escludere la possibilità di soccorsi.

 Come prima cosa però, sempre nel 2007, mi sono chiesto come mai, a partire da qualche ora prima, il traffico non venga interdetto nell'area interessata dal percorso, quel sacro percorso che negli anni '90 venne strenuamente difeso dall'attacco della linea del tram. Non dimentichiamolo.

I messinesi, loro per primi, dovrebbero ben ricordarsi della loro straordinaria perseveranza in una battaglia che li ha visti prevalere sopra a interessi poco riguardosi della loro grande tradizione.

Già la stessa chiusura al traffico che quest'anno mi risulta ci sia stata, esemplificherebbe gli ulteriori interventi epurativi. Allora cosa continuano a farci i carri per la rimozione praticamente incollati al piccolo corteo storico? Potrebbero transitare qualche ora prima dell'avvio della Vara evitando quello stridore con i costumi delle comparse, quel contrasto fastidioso, quella mancanza di buon gusto, ecco. Unitamente a una più razionale dislocazione di ambulanze, adiacenti al percorso ma fuori da esso.

E di autobotti, che necessitano al fine di consentire attraverso l'acqua cosparsa sulla strada lo slittamento della Vara, ne basterebbero una per volta. Poi, a un certo punto ne potrebbe subentrare un'altra già collocata in un punto prestabilito destinato al cambio.

Infine rimane piazza Duomo. Che non venne "innaffiata" un po’ prima dell'arrivo della Vara, no.

L'operazione avvenne contemporaneamente al suo ingresso in piazza. 

Intanto le autobotti, o meglio, chi le guida mi risulta non disdegni nell' allungare il getto dell'acqua verso la gente che pazientemente aspetta il passaggio della Vara ai bordi delle strade. Se è un metodo per creare più spazio non sembra possa essere considerato lo stesso particolarmente educato bagnare le persone.

Quindi, dulcis in fundo, ancora di fronte al Comune: l' "arrostitore" di salsicce che inonda di fumo gli astanti! Assolutamente nulla in contrario nei confronti di queste persone unitamente ai venditori di palloncini, di arachidi e quant'altro. Guai se non ci fossero. La Festa è anche fatta da loro e da tutti questi elementi, sacrosanti e imprescindibili dalla festa stessa. Ma non sarebbe opportuno che almeno la scelta di qualche spazio destinato ai barbecue improvvisati fosse operata con un minimo di pianificazione? 

La derisione dei turisti (e non solo) per quella gran confusione e per quel discutibile gusto va senz'altro evitata. L'ammirazione e il sano stupore dovrebbero regnare sopra ogni cosa. Solo quelli. Prima di tutto per l'orgoglio di noi siciliani.

Qualora quella straordinaria macchina sfilasse in un contesto totalmente privo da elementi moderni e per giunta ostentati, un contesto che dovrebbe essere soltanto theatro urbano per un theatro globale, allora sì. Sarebbe una gran bella cosa da mostrare con orgoglio al mondo intero: la Vara dell'Assunta non più offesa ma valorizzata nelle potenzialità che da secoli, semplicemente, naturalmente possiede. Senza che occorra inventarsi nulla.

Ultima modifica il Domenica, 01 Gennaio 2017 16:25
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