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Antonuccio è un milazzese fra i personaggi più rappresentativi in campo mondiale, del Floral Design. Dopo un percorso in crescendo, da giovane fiorista intraprendente e creativo, riesce a conquistar le più alte vette dell’Arte Floreale Vegetale: è il Fiorista che diventa Artista, che progetta con creatività e realizza con arte, armonia ed equilibro, composizioni, addobbi e decorazioni floreali: sempre in continua ricerca di nuove forme, strutture e materiali. Il suo percorso formativo e di alta specializzazione lo ha portato a raggiungere esperienze di alto livello in Italia ed all’estero.

Fonda il primo Movimento di fioristi professionisti in Italia; diventa Consigliere Nazionale di Interflora e nel 1989 rappresenta l’Italia alla Coppa del Mondo di Arte Floreale che si tiene in Giappone. E’ Giurato Internazionale di Arte Floreale

Allestitore di Stand nelle più importanti Fiere di tutto il Mondo , completa il quadro delle sue peculiarità sposando le regole e le concezioni orientali, da cui riesce a creare una nuova corrente in Italia e da cui nasce la sua Scuola Laboratorio Idee a Milazzo che si impone subito per le innovazioni relative alla cultura, alle Arti, ai Mestieri ed a tutto ciò che si può attingere alla NATURA per diventare Arte.

Ha fondato la Rivista Nazionale “Laboratorio Mediterraneo” che è l’Organo ufficiale della Scuola e pubblica Atmosfere che raccoglie la sintesi delle sue migliori performance.

 

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MOTIVAZIONE

 

PER ESSERE RAPPRESENTANTE SENSIBILE DEL RUOLO

DELL’ARTE E DELLA CREATIVITA’ AL SERVIZIO DELLA NATURA

 

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L’esperienza artistica di Turi Randazzo di Francavilla di Sicilia inizia nel lontano 1952 quando, a soli quindici anni, restando affascinato dalle emozioni provate di fronte ad un masso informe, comincia la sua attività per trasferire sulla pietra le forme volute (ci troviamo di fronte ad una delle poche persone che esercitano ancora l’arte dello scalpellino nella Valle dell’Alcantara

 

La fonte ispiratrice per eccellenza è l’arte classica, soprattutto quella greca la cui bellezza, è ineguagliabile per l’equilibrio, per il senso delle proporzioni, la compostezza che la caratterizzano. Convinto che chi non è capace di rendersi conto del valore della civiltà classica <<rimarrà al buio e vivrà alla giornata senza alcuno stimolo>>, egli evidenzia un profondo culto per il passato ed un grande amore per la cultura. Da qui il suo rimpianto per non aver potuto proseguire gli studi quando era adolescente e l’importanza che egli riconosce alla scuola.

 

Essendo infatti un autodidatta ed avendo per lungo tempo esercitato il mestiere del muratore, ha cercato di sopperire alla carenza di conoscenze teoriche con l’esperienza acquisita che, però, non è sufficiente a dargli l’esatto senso delle proporzioni e della prospettiva. Caparbiamente, però, il sig. Randazzo non si scoraggia mai e così costruisce un modellino in creta, in gesso o in argilla, un plastico, prima di intraprendere il lavoro commissionato. La pietra scelta è quella di Comiso, che, essendo molto dura, è si difficile da lavorare ma assicura risultati migliori rispetto ad altre tipologie.

 

L’esperienza umana del Randazzo scorre parallelamente a quella artistica che si avvale di un personale arricchimento culturale determinato dal suo interesse per la lettura.

 

Uscire dall’ignoranza è come <<liberarsi dalla schiavitù>> perché consente all’uomo di dare <<sfogo e corpo>> alla propria passione, alla propria creatività, alla propria fantasia. 

 

<<Il lavoro rende gli uomini liberi>>: questa è la conclusione e il messaggio con cui lo scalpellino artista ci ha lasciato. 

 

 

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Consegna il premio il Prof. Francesco FALCONE

 

 

MOTIVAZIONE

 

PER ESSERE ESEMPIO DI ESPERIENZA E FANTASIA PER L’USO DELLO SCALPELLO

CON IL QUALE  TRASFORMA LA PIETRA  IN FORME DI ARTE  PREGIATA.

 

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A Pippo Gambitta di San Fratello ed a Filadelfio Versaci che si dilettano nell’arte della forgiatura di particolarissimi e pregiatissimi coltelli; in particolare il San Fratellino avente una lama a foglia di ulivo e manico in corno. Alcuni particolari hanno l’impugnatura di Rame e di alluminio. 

 

 

 

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8° MENZIONE ALLA SIG.RA RIZZO ARENA ANNA

 

La Signora Anna Rizzo Arena ha operato nel campo “dell’arte bianca” per oltre 50 anni, dagli anni ’30 ai primi anni ’90.

Nasce nel 1914, nella zona dello Scoppo dove il padre ha un forno, terza di sette figli.

Sin dall’età di sette anni affianca il padre nella distribuzione del pane, che avveniva quotidianamente per mezzo di un carretto, interessando la vastissima zona che va dallo Scoppo al quartiere Mangialupi.

Dall’età di quattordici anni lavora come modista nella produzione di guanti e cappelli, a venti sposa Giovanni  Arena, titolare di due panifici, quello di Via Falconieri e quello, assai celebre per i prodotti di rosticceria, di Via Garibaldi, tornando così a quello che era stato il suo “mestiere” sin dall’infanzia.

L’attività della Signora Rizzo, data la produzione del bene di prima necessità per eccellenza quale è il pane,  ha attraversato, con maestria, dedizione e fatica, sessant’anni di storia  cittadina senza conoscere soste. Nei suoi ricordi di lavoro trovano posto la distribuzione razionata del pane e le tessere annonarie, i rifornimenti di pane e gallette ai tanti convogli navali passati per il nostro porto - che fossero quelli destinati alle truppe italiane di stanza in Nord Africa, o, successivamente, quelli transoceanici dell’emigrazione, o infine, quelli delle grandi crociere; insieme ai ricordi degli anni d’oro di Messina e delle sue sfarzose estati, contrassegnati dalla vendita quasi miracolosa di prodotti di rosticceria in occasione del Ferragosto, della Targa Florio, del Teatro Dei Dodicimila nella vicina Piazza Municipio.

Un esempio di longevità commerciale che ha attraversato storia e memoria di Messina grazie alla qualità di prodotti di cui ancora oggi i messinesi lamentano nostalgicamente la scomparsa.

 

Menzione arti applicate e Mestieri alla sig.ra Rizzo Arena Maria.

 

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MOTIVAZIONE

 

Per il suo essere stata punto di riferimento per una generazione di messinesi e non

con i suoi inimitabili arancini al ragù

 

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7° MENZIONE A TRIFILETTI MICHELE GELATIERE BAR APOLLO 11 DI MESSINA

 

Che con l’arte della preparazione e della conservazione del Gelato, ha valorizzato la maestria dell’antica gelateria italiana. Il gelato rappresenta uno degli aspetti più appaganti e positivi della nostra esperienza infantile, capace di attrarre per vivacità di colori, capacità di comunicazione immediata,

Il principio su cui Michele Trifiletti basa la sua passione è l’artigianalità del prodotto con un laboratorio fornito non di attrezzature industriali quanto piuttosto di mantecatori tradizionali che consentono di realizzare un prodotto naturale che conservi i sapori più autentici. Il suo segreto? Non perdere l’autenticità del mestiere.  Risulta essere uno dei maestri gelatieri custodi di una deontologia professionale che è rigore, attenzione, scrupolo nella scelta dei prodotti, nella lavorazione, nella commercializzazione.

 

MENZIONE ARTI APPLICATE E MESTIERI A TRIFILETTI MICHELE

 

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MOTIVAZIONE

Per il suo apporto concreto alla promozione e alla valorizzazione del gelato artigianale italiano,

per le sue elevate qualità professionali e per il suo essere custode di una deontologia professionale

che è rigore,  attenzione, scrupolo nella scelta dei prodotti, nella lavorazione, nella commercializzazione.

 

 

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6° MENZIONE ARTI APPLICATE E MESTIERI A CHIARAMONTE NICOLA, fabbro artistico di Rocca di Caprileone.

 

A 21 anni inizia l’esperienza di apprendista fabbro presso la piccola azienda del padre dove appena appreso le tecniche di lavorazione del ferro battuto  iniziò  a  sperimentare,  grazie  alla  passione  per  il  disegno,  forme  e  stili personali,  introducendo  linee  più  strettamente  artistiche. Inizia  cosi  una  produzione  di opere d’arte e quadri a soggetto figurativo con le quali partecipò ad esposizioni e mostre di  ferro battuto e Arte  in genere  sia a Cologno Monzese  che a Sesto S. Giovanni. E’ stato tra  i  soci  fondatori  dell’associazione  Fabbri d’Arte  di  Caprileone. Terminata  l’esperienza  in  quella  associazione,si  dedicò  alla realizzazione  di  un  proprio  progetto  ed  idea  di  associazione  d’Arte.  Nel  2007  nacque l’associazione  d’Arte  Homo  Faber.  In  quello  arco  di  tempo  la  sua  attività  fu  rivolta principalmente alla produzione artigianale nella quale si produsse nella realizzazione di interessanti disegni e manufatti stilizzati  in  ferro battuto.

 

 

MENZIONE Arti applicate a Mestieri a Chiaramonte Nicola.

 

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MOTIVAZIONE

Per il suo personale percorso di  ricerca  sul  concetto di  scultura  in  ferro,

all’interno di un’epoca caratterizzata dalla diffusa e veloce comunicazione planetaria

 

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5° MENZIONE ARTI APPLICATE  E MESTIERI A TRUSSO CARMEN RICAMATRICE DI Gioiosa Marea.

 

Utilizza molteplici tecniche di ricamo, ma la più conosciuta e' in assoluto il ricamo tradizionale e le  sue  esecuzioni: lo  sfilato  siciliano,  il  "400  e  il  500",  il  ricamo  traforato  (ajour),  il  punto reticello,  il  punto  intaglio,  il  punto  ad  ago,  tanti  nomi  che   ci  trasportano  e  invitano  alla scoperta.

 

 

MENZIONE ARTI APPLICATE E MESTIERI A TRUSSO CARMEN

 

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MOTIVAZIONE

Per il mantenimento di tecniche antiche di ricamo pregevoli

 

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4° MENZIONE ARTI APPLICATE  E MESTIERI A: CARCIONE NINO che realizza canne in miniatura.

 

  1. Tale  attività  egli   si  applica,  infatti,  con  la  pazienza  e  la  passione  dell’artista  e  con  lo spirito missionario del maestro.

La materia  ch’egli  impegna  è  la  canna:  una  pianta  che  cresce  spontaneamente  nei  terreni paludosi, ben nota ed utilizzata anche in epoche primitive.

Egli adopera le innocue canne delle nostre paludi e lo fa con una tecnica impeccabile e con risultati eccellenti: le seleziona, le taglia, le ritaglia, gli da la forma che vuole, le colora, le incolla come  le  tessere di un mosaico e da corpo alle  immagini  impresse nel suo animo di bambino e che ora tornano su, dall’incoscio, nitide ed inconfondibili, per diventare chiese, presepi, angoli di paese, alberi e arbusti,   e monumenti secolari che  resistono alle  ingiurie del tempo. Alle sue opere, popolate di personaggi tipici e ben adeguati, l’autore da l’anima e  la parola; ed esse raccontano storie e leggende, ridestano ricordi struggenti di un   tempo che è andato e che è molto spesso rimpianto.

 

MENZIONE ARTI APPLICATE E MESTIERI A CARCIONE NINO.

 

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MOTIVAZIONE

  1. il suo  pressante  bisogno  di  arricchimento  culturale,  per  un improvviso  innamoramento  del  bello,
  2.   per  il  fascino  della  miniatura,  per  un  irresistibile impulso  di  creare
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