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- Denise Vrenna - 

 

La costruzione del Castello di Forza d’Agrò viene attribuita al Gran Conte Ruggero, nell’arco di tempo compreso tra l’XI ed il XII secolo.

Situato a 420 metri di altezza dal mare, il sito interessato risulta il più elevato dell’intero territorio, sfruttato a fini difensivi e di controllo.

Le fonti citano la fortezza nel XVI secolo, quando Giulio Antonio Filoteo degli Omodei scrive di un “antico castello rovinato e disfatto dal tempo”.

Non a caso, nel 1595 viene registrato un rinnovamento interno, attribuito ai giurati ed ai deputati di Forza d’Agrò, testimoniato anche da una frase trascritta sull’architrave.

Successivamente, nel 1676, la fedeltà alla Spagna durante la rivolta antispagnola messinese, determinò la conquista e l’assedio da parte dei francesi.

A distanza di circa due secoli il castello venne occupato dagli inglesi e nel 1876 fu trasformato in cimitero comunale, mantenendo la medesima funzione per i successivi cento anni da quella data.

La struttura interna, di forma irregolare, è delimitata da alte cinta murarie, al cui interno si ergono i resti dei magazzini, della Chiesa del Crocifisso con la sua torre campanaria e degli alloggi militari, insieme ad alcuni pozzi utili per l’approvvigionamento idrico.

L’accesso al castello era dotato di una lunga scalinata e di un caratteristico portone in pietra bianca, mentre la tradizione narra dell’esistenza di un passaggio segreto.

Attualmente dell’antico splendore non rimane altro che un insieme di ruderi.

- Denise Vrenna -

 

Il Castello di Fiumedinisi è noto anche come “Castello Belvedere”, data la sua posizione privilegiata su un’altura sovrastante la costa jonica, riviera compresa tra Capo Alì e Capo Sant’Alessio.

 

Ciò permise al Castello di svolgere una funzione di controllo, coadiuvata in questo ruolo dalla torre (ormai inesistente) anticamente posizionata nella contrada Belvedere e dal campanile della Chiesa di San Pietro.

 

La costruzione, opera dei Musulmani, risale al IX secolo e si eleva su un antico tempio dedicato a Dionisio.

Da allora fu ampliata dai Normanni e molte furono le vicessitudini successive, a partire dal XIV secolo, di cui ci pervengono fonti che attribuiscono il casale di Fiumedinisi a Giamo da Villanova.

 

Dal 1336 si registra il passaggio a Bonsignore di Ansalone e la seguente attribuzione, nel 1354, a Giovanni Saccano.

Nel Marzo 1355 sarà il conte di Aidone a conquistare Fiumedinisi, ma a perderla poco tempo dopo, quando casale e castello furono concessi da re Federico IV a Giovanni Mangiavacca (castellano e capitano di Francavilla).

 

Per una serie di eventi, però, il complesso torna tra i possedimenti reali, fino alla donazione a Tommaso Romano Colonna, mantenuto poi dal figlio Filippo fino all’abolizione delle feudalità.

Una fonte importante, risalente al 1495, è attribuita a Bembo che cita il castello, chiamato “Niso”, mettendone in luce la suggestiva posizione.

 

Attualmente i resti consentono una ricostruzione della pianta pentagonale irregolare, grazie alle murature esterne, la torre d’angolo, la cisterna ed i muri divisori interni, sottoposti ad un restauro conservativo nel 2006.

 

Il Castello è di proprietà pubblica. 

 

- Denise Vrenna -

 

Il Castello di Fitalia è ubicato nel Comune di San Salvatore di Fitalia, nella Val Demone.

La struttura viene citata già nel XII secolo, attestandone l’esistenza.

 

E’ documentato, infatti, che il castello fu ceduto all’abbazia di san Bartolomeo di Lipari dal gran conte Ruggero nel 1094, atto riconfermato quaranta anni dopo, nel 1134, dal figlio e re Ruggero II.

 

Entro il XIII secolo la fortezza è stata poi ceduta al Vescovado di Patti, dando inizio ad un momento di declino.

Le fonti ci tramandano che ne fu signore Vitale Alvisio di Messina nel 1320, in quanto barone di Capri e Mirto, ma ignoriamo ulteriori approfondimenti e notizie, svantaggiati peraltro dall’assenza di consistenti resti della struttura.

- Denise Vrenna -

 

Il castello di Ficarra si eleva su un’altura della Val Demone, circondato dall’abitato.

La fortezza fu citata in un registro della Chiesa di Messina come costruzione medievale, pur risalendo con molta probabilità ad un nucleo di origine islamica (IX – XI secolo).

 

Si parla del Castello di Ficarra anche nel 1283, in relazione a Macalda da Scaletta ed al consorte Alaimo da Lentini, signore del Castello, dei quali viene narrata la triste reclusione permanente a causa della ribellione contro Pietro III d’Aragona.

Da allora il complesso subì una prima trasformazione nel Cinquecento, aumentando la difesa contro le armi da fuoco e tra il XVII ed il XVIII secolo fu tramutato in carcere, le cui celle dovettero essere tra le più temute per le basse pareti e l’impossibilità, per chi vi entrasse, a mantenere la posizione eretta.

 

L’edificio mantenne comunque la pianta a corte con perimetro esterno quadrato, decorato da uno splendido portale con arco a tutto sesto. Quest’ultimo, insieme alle modifiche tuttora visibili, è parte integrante degli interventi cinquecenteschi.

 

Gli interni hanno struttura rimmetrica e regolare e si affacciano verso il cortile interno munito di cisterna, diversamente dalle murature esterne, prive di aperture, date le esigenze difensive.

Da un acquisto del 1974 il Castello è tuttora proprietà comunale. 

 

- Denise Vrenna -

 

Il Castello di Cesarò, noto anche come Castrum Chisaro, è ubicato nel centro del paese, a sud del nucleo medievale e nel punto maggiormente elevato del territorio.

Lo stesso edificio affonda le proprie origini nel Medioevo, tanto da venir citato nel 1334 in relazione allo stretto legame tra il paese di Cesarò e Federico III.

 

Il castello fu poi sottoposto a modifiche nel XV secolo ad opera del programma difensivo spagnolo e ad un ampliamento commissionato dalla famiglia Colonna tra il XVI ed il XVII secolo.

Grazie ai resti che ci sono pervenuti, è possibile immaginare una struttura di forma rettangolare ed allungata, con ali edilizie ed almeno tre torri, alcune di queste risalenti con molta probabilità al XVI secolo.

 

Si ipotizza anche la presenza di un cortile trapezoidale, il cui perimetro è elevato da un muro che si apre in un ingresso di derivazione manieristica, decorato con figure ed arco a tutto sesto.

 

L’edificio è in stato di abbandono ed attualmente ha resistito al tempo la sola area sud-est, di proprietà privata.

 

- Denise Vrenna -

 

Castreoreale sorge tra i monti Peloritani, su uno dei principali rilievi comunemente noto come “Torace”.

Inizialmente denominata “Castrum”, in un chiaro riferimento al castello trecentesco, assume solo successivamente il nome “Castroreale”, in quanto località prediletta, insieme alla sua fortezza, dalla famiglia reale.

 

Il castello si elevava sul fianco orientale del territorio, tuttora caratterizzato dal nucleo di origine medievale.

La fondazione risale al 1324 e fu opera di Federico II d’Aragona, responsabile della costruzione della torre circolare attorniata da un recinto murario fortificato.

 

Dell’intera struttura è proprio la torre cilindrica ad indicare la zona più elevata, innalzandosi per ben nove metri, ripartiti in due sezioni: una zona inferiore accessibile mediante un varco, sormontata da una volta emisferica ed una zona superiore, che trova conclusione nella volta ad ombrello con quattro costoloni, dotata di ingresso archiacuto.

 

La storia della fortezza appare riccamente variegata, facendosi scenografia della guerra angioino-aragonese e l’anarchia feudale, dell’arrivo delle truppe spagnole nel 1538, della rivolta antispagnola messinese tra il 1674 ed il 1678 e degli interventi garibaldini nel 1860.

Nel XIX secolo il Castello viene tramutato in carcere mandamentale e nel secolo successivo la storia più antica trova tristemente fine nella definitiva costruzione di un edificio moderno.

 

Attualmente, insieme a ciò che permane dell’elevazione precedente (composta da pietrame e laterizi), rientra a far parte delle proprietà comunali. 

- Denise Vrenna -

 

Il territorio di Castel di Lucio, denominato fino al 1863 Castelluccio (nomenclatura derivata dalla presenza del castello sulla rocca ), sorge nella nota Val Demone.

 

La fortezza, conosciuta anche come Castellucium,  si innesta in un insieme di strutture difensive ed affonda le proprie origini nel XIV secolo: già nel 1337, infatti, si registra la presenza del sito originario, costituito dal corpo di fabbrica quadrangolare ad Est e dalla torre a Sud-Ovest.

 

Le fonti ci tramandano anche un intervento di ampliamento nel XV secolo, con molta probabilità antecedente al 1408.

 

Gli attuali resti ci permettono di ricostruirne la pianta di forma trapezoidale, la cui base maggiore è orientata a Sud.

 

Di attuale proprietà pubblica ed in stato di abbandono, il complesso di Castel di Lucio è documentato nelle sue fattezze esteriori dall’affresco che decora la volta della Chiesa del Convento dei Minori.

 

Rappresentato tra il XVIII ed il XIX secolo, il dipinto mostra la torre più antica sormontata da una copertura emisferica. 

 

 

 Denise Vrenna -

 

Caronia, immersa nel Parco dei Nebrodi, prende nome dall’omonimo monte.
Il territorio si sviluppò intorno al Castello di origine normanna, fondato nel XII secolo (intorno al 1130) probabilmente al tempo di Ruggero II.


La più antica notizia, tesa ad attestare la presenza della fortificazione nel paese, risale all’arabo Al Idrisi.
Il complesso segue, con la sua pianta triangolare, la cima dell’altura su cui si erge ed è dotato di torri difensive, tra cui quella occidentale, in parte ricostruita e rinnovata rispetto alla forma originaria in seguito ad un cedimento.


L’andamento della facciata è molto geometrico, ma stemperato dalle aperture costituite dalle finestre sormontate da arcate ogivali.


L’interno si articola nella presenza del Palazzo e della Cappella.


Il primo è costituito da due piani: privo di aperture e deposito quello sottostante, diversamente dalle abitazioni riservate del piano superiore.  Tra queste, alcuni saloni rievocano le forme islamiche, con la presenza di ingressi ogivali e volte pieghettate.
La Cappella, invece, con le sue tre navate, costituisce tuttora uno dei più rari esempi di cappella normanna in territorio siciliano.
Sul versante occidentale delle mura è possibile ammirare un ricco portale realizzato nel 1837 in stile rinascimentale, dotato dello stemma dei Pignatelli ed avanzante rispetto al portale più antico, con arco a sesto acuto.


Le condizioni attuali del castello sono ottimali, merito probabilmente della persistente abitazione al suo interno per ben otto secoli.
Tuttora di proprietà privata e pertanto raramente visitabile, si apre comunque a particolari eventi o visite su prenotazione.


Il Castello di Caronia vanta di essere uno degli edifici siciliani di epoca normanna mantenutosi al meglio, monumento storico tra i più importanti.

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