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Articoli filtrati per data: Mercoledì, 04 Settembre 2019

-Di Giuseppe Messina-

   Il primo giorno di settembre u. s. si è inaugurato il nuovo anno accademico della Fucinema, ma è stato anche un momento per ripercorrere lesperienza di quanto in precedenza si è fatto con limpegno di tanti allievi e qualificati docenti.

   È stata una serata magnifica, con tanti spettatori in sala e certamente anche molti che da casa hanno avuto occasione di assistere allo spettacolo trasmesso sul canale 611 da Telespazio e precisamente dagli studi rinnovati di Torregrotta (Me) dove, per loccasione sono stati ospiti alcuni parenti delle vittime di mafia.

   Grazie al regista Franco Arcoraci e alla Direttrice Artistica Giusy Venuti abbiamo potuto assistere allo spettacolo unico nel suo genere, uno spettacolo molto commovente in cui si sono fatti sentire le voci degli eroi protagonisti caduti nella lotta impari contro il cancro della mafia.

FRANCO Arcoraci

Franco Arcoraci

Già dalla prima scena si è potuto capire come lo spettacolo si sarebbe svolto: sul palcoscenico si è vista la rappresentazione di una classe scolastica con bambini ed una lavagna con su scritto La mafia non esiste, ad un certo punto un bambino si è alzato dal suo posto e, arrivato alla lavagna, ha preso il gesso ed ha tracciato una x sul non come per cancellare quella negazione della realtà.

   Tanti allievi attori si sono susseguiti sul palco, proprio tanti, tutti bravissimi dal punto di vista del mimo, della interpretazione e della dizione, ma soprattutto del trasporto spirituale di ciascuno di loro. E ciò non può che essere merito dei docenti che hanno saputo trasmettere la difficile professionalità.

Praticamente, con orgoglio possiamo ammettere che lAccademia Fucinema, che è chiamata a promuovere cultura teatrale, cinematografia e televisiva non ha nulla da invidiare alle rinomate scuole di queste stesse attività del centro-nord perché qui la materia principale che sinsegna è la legalità e la formazione umana.

   Dopo aver assistito ad una così tanto meraviglioso spettacolo cè da chiedersi come mai, lo stesso non è veicolato nelle scuole di ogni ordine e grado dove tanto lavoro ci sarebbe da fare per la crescita civile, morale e legale della società?

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   Intanto, ci sembra doveroso invitare i quanti hanno voglia di esplorare il mondo delle scene di andare ad iscriversi dal momento che sono aperte le iscrizioni per l’anno 2019/2020 presso Fucinema, la più grande scuola del sud Italia che vanta due grandi sedi a Messina e a Torregrotta (Me) attrezzate da 1000 metri quadrati cadauna, con teatro, teatro di posa, studio di registrazione e doppiaggio, studio televisivo e radiofonico e una zona ricreativa, laboratori dedicati interamente al Cinema e alla Televisione dove permettono agli allievi di fare vera pratica sui set cinematografici e televisivi, per la televisione. 

   Quindi un’ottima scuola che da vere opportunità praticamente dietro la porta di casa di tutti i giovani siciliani che possono trovare in Fucinema un posto dove coltivare e far crescere le loro ambizioni, Fucinema è un laboratorio conosciuto a livello nazionale ed anche la RAI ha mandato una Troupe per fare un servizio su questa realtà, andato in onda sul noto programma Rai2 Storie.

Per prenotare un colloquio con la direzione finalizzato all’eventuale iscrizione basta cliccare al seguente link. https://www.iscrizione.club/

   Non ci rimane che augurare in bocca al lupo a quanti avranno voglia di bussare alle porte dell’Accademia Fucinema.

Pubblicato in Comunicati stampa

 - d Marcello Crinò -

Alla fine del 1500 si cominciava a edificare a Barcellona il Duomo di San Sebastiano, a tre navate scandite da colonne. Fu completato nel 1606, per essere poi demolito negli anni Trenta del XX secolo e sostituito con un nuovo Duomo, oggi Basilica Minore. La sua distruzione, che ha comportato una grave perdita per il centro storico della città, fu motivata, ufficialmente, dalle cattive condizioni statiche in cui versava, ma in realtà ostacolava il prolungamento della via Roma, l’asse viario più rappresentativo, cadendo proprio nel bel mezzo della strada, nel vero cuore antico cittadino, visto che alle sue spalle stavano il settecentesco Monte di Pietà e l’ottocentesco Teatro Mandanici. L’antico Duomo, che oggi continua a vivere nella memoria dei barcellonesi anche attraverso una gran quantità di foto, possedeva delle opere poi trasferite nella nuova chiesa, come gli altari in marmo, i quadri, gli arredi sacri.

2 pianta san sebastiano

Accanto esisteva un’altra chiesetta, degli Agonizzanti (sarà oggetto di un altro articolo), messa in comunicazione col Duomo in epoca imprecisata. Secondo una fonte, ritenuta attendibile, “La chiesa dedicata al Santo esisteva già al sec. XIV. Fu riedificata parecchie volte, l’ultima nel 1936, ad opera di Sua Ecc. Mons. A. Paino” (S. Chimenz, L’Archidiocesi e l'Archimandritato di Messina nell'anno 1963, Messina, Grafiche La Sicilia, 1963). Questo significa che sarebbe da retrodatare l’epoca di costruzione del Duomo, che in origine era una semplice chiesa. L’autore, il Chimenz, era un colto sacerdote archivista della Curia di Messina, che per scrivere ciò avrà avuto in mano dei documenti che andrebbero ricercati. Naturalmente questo comporta anche una retrodatazione dell’epoca di fondazione di Barcellona, che andrebbe valutata attentamente in quanto non suffragata da documenti storici. Sui progettisti di questo edificio possediamo, al momento, soltanto qualche indizio e una notizia che sembrerebbe certa. Maria Accascina, nel Profilo dell'Architettura a Messina dal 1600 al 1800, pubblicato a Roma nel 1964, scrive, riferendosi agli architetti Andrea Suppa (1628-1671) e Nicola Francesco Maffei (Messina 1607-1671): “L’attività di questi due artisti, Nicola Francesco Maffei e Andrea Suppa, dovette massimamente estendersi in provincia: la Chiesa Madre di Larderia superiore ha un prospetto ad unico ordine con paraste, timpano e torre campanaria ornata da balconcini, simile al prospetto della Chiesa della Beata Eustochia: la Chiesa Madre di Barcellona a due ordini, rientra nella stessa corrente di gusto”. Cosa significa questo? L’Accascina vuol dire che anche la Chiesa madre di Barcellona è stata opera del Suppa e del Maffei, oppure che si inserisce nella stessa corrente di gusto, senza però un intervento diretto dei due architetti? Il dubbio in parte è stato fugato da una notizia che si trova nella scheda affissa all’esterno del Monastero di Montevergine di Messina, in via XXIV Maggio (da noi vista nel 2004). L’autore della scheda, Alfredo Iannello, ha scritto che il Suppa e il Maffei, progettisti di Montevergine, probabilmente sono stati gli autori dell’antico Duomo di San Sebastiano di Barcellona.

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Iannello avrebbe trovato, quando preparava le schede per gli edifici di Messina, dei documenti all’Archivio di Stato di Messina che dimostravano questa paternità. Quindi possiamo asserire con un buon margine di certezza che gli architetti Suppa e Maffei hanno probabilmente lavorato per l’antico Duomo di San Sebastiano. Rimane da stabilire in quale periodo, visto che l’inizio della costruzione risale al 1595 ed il completamento al 1606. Il Di Marzo, annotando Vito Amico per l’edizione del 1855 scrive: “Ne venne allargata la Chiesa Madre ed ornata nella più fine eleganza, ma l’opera attende ancora il compimento”. I nostri due architetti, visto le loro date di nascita, hanno operato in un periodo antecedente, quindi viene da pensare che l’allargamento sia stato compiuto sull’edificio riprogettato all’incirca a metà del 1600 dai due messinesi. Al momento attuale delle ricerche e di quanto esposto sopra possiamo riassumere la cronologia dell’antico Duomo in questi termini: secolo XIV (?), esistenza dell’antica chiesa di San Sebastiano; 1595-1606, fondazione del Duomo di San Sebastiano; 1650 circa (?), Suppa e Maffei riprogettano il Duomo; 1850 circa, allargamento e forse epoca della fusione con la chiesa degli Agonizzanti; 1936, demolizione.

4 settembre 2019

- di Domenico Venuti -

L’interland della riviera tirrenica di Santo Saba, con il suo incantevole tramonto, nel salotto veranda dei coniugi Rosita Orifici e Teodoro Rabe, ha avuto luogo una serata di fine estate di “ bon ton “, dedicata alla poesia e all’arte, vere colonne portanti della pace nel mondo. A suggello dell’equilibrio e l’armonia sociale si impone il valore della famiglia.

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 A tal proposito con commozione ed entusiasmo con fare poetico Stefania rivolgeva il suo pensiero alla coppia esemplare dei suoi nonni Rosita e Teodoro, vero esempio di amore, che si prefigge, di seguire nella vita A presentare gli illustri ospiti; era la nota attrice e poetessa Silvana Foti, autrice di una splendida silloge intitolata “Meraviglioso Immenso Mare”, che coordinava anche gli interventi dei poeti nella loro lettura di liriche di alto contenuto sociale e di invito alla Pace La poetessa Rosita Orifici Rabe, con la dolcezza la distingue sempre leggeva un suo “ motus poetico”, ricevendo l’ammirazione degli ospiti.

 Veniva invitata a prendere la parola il giornalista e critico d’arte transnazionale prof.ssa Maria Teresa Prestigiacomo,che rilevato il dono del prof. Domenico Venuti ai due “Coniugi “, con un disegno in bianco e nero che rappresentava un “Arco di trionfo”, ne poneva in rilievo le apprezzabili capacità artistiche con la “Bic “ La dott.ssa Foti ne ricordava l’impegno di studioso e docente di beni culturali e ambientali, gia’ Prorettore Università Pace di Lugano e Medaglia del Capo dello Stato per “ IL Premio ElioVittorini”. Seguiva l’Acc.Renato Dipane noto poeta premiato in numerosi Concorsi poetici in vari comuni italiani. Leggevano le loro liriche le brave poetesse Ruslana, Palma Gazzarra e Teresa Vadalà, Franca Papalia : il poeta in lingua dialettale Salvatore Gazzarra poeta di talento in lingua siciliana, il poeta Ugo Ferro.

 Il poeta e attore di talento Gaetano Murabito leggeva magistralmente una lirica di Eduardo Defilippo, il giornalista Domenico Interdomato Filo Diretto News informava nella qualità di presidente sull’attivita dell’ “Associazione Arcobaleno” la cui attività di solidarietà è volta a soggetti con deficit cognitivo cui si unisce un sano divertimento, il prof. Giuseppe Rando scrittore saggi e italianistica Direttore di collane di altissimo interesse linguistico, si soffermava su una analisi introspettiva non apparente e ricca di profondi significati sulle liriche di Leopardi evidenziandone la genialità in particolare ne“L’infinito” Interessante risultava anche la dissertazione dello studioso di filosofia Carmelo Maimone Vice presidente dei CO.B-GE inspired ONU UNESCO che trattava dell'esperire in contatto con l'essere e il divenire del mondo,in un dialogo sull’identità che interpreta con una morale e un'etica oggettiva. Fa dopo riferimento a Parmenide, Platone e a Heidegge. Concludendo afferma che :” …la poesia è e può essere solo se attraverso il cosciente si porge e si pasce dell'intramondano, ovvero del mondo così come noi lo conosciamo…. “.Significativa era la presenza alla serata della dott.ssa Maria Lidia Simone, pittrice molto nota per il suo genere impressionista simbolista;del Conte Angelo Molino della Torre e del Barone Saverio Donato e signora.

 

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Pubblicato in Comunicati stampa

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