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-di E. Caruso-


 Il 1. Settembre 1847, Messina, prima fra tutte le città d'Italia, innalzava il tricolore al grido di «Viva la Madonna della Lettera, Viva Pio IX, Viva l'Italia».
La rivolta sarebbe dovuta scoppiare il 2 settembre, contemporaneamente, a Messina e a Reggio; avrebbe dovuto porre in difficoltà le due guarnigioni; trascinare le popolazioni alla rivoluzione; rovesciare il potere costituito e instaurare un regime liberale.
I capi della sommossa furono i patrioti Antonino Pracanica, Antonio Caglià, Girolamo e Vincenzo Mari, Luigi Migali, Salvatore Santantonio, Francesco Saccà, Andrea Miloro e Andrea Nesci.
La spedizione mosse dai due punti della città alla stessa ora, 16.30: la colonna proveniente da Nord percorse Via Ferdinanda e per Via Pianellari si immise nel piano del Duomo; quella raccoltasi dietro la Chiesa dello Spirito Santo raggiunse la Piazza della Matrice per Via Cardines e per la calata dei Librai.
I rivoltosi furono in tutto duecento e raggiunsero il piano della Cattedrale senza incontrare resistenza, sorprendendo, per la segretezza della preparazione, la vigilante polizia. L'autorità militare borbonica seppe della rivolta nel momento stesso in cui ebbe principio e inviò, in tutta fretta, 79 soldati verso il luogo della spedizione. I regi, usciti dalla Cittadella, percorsero Via Austria e poco prima delle Quattro Fontane si divisero in due gruppi: uno proseguì verso Piazza Duomo, l'altro, attraverso le viuzze, mosse verso la parte alta del piano della Matrice per cogliere alle spalle i rivoltosi.
Il combattimento fra regi e patrioti fu breve e sanguinoso. I liberali, male armati e senza guida vennero facilmente sopraffatti dai Cacciatori di Ferdinando II. A loro non rimase che la dolorosa via dell'esilio, da cui tornarono nel '48. Una taglia fu messa sui “fuor banditi”. Il popolano Giuseppe Sciva fu invece processato e fucilato.

 

Prof.Domenico Venuti- La redazione -

Considerata la quaestio disputazio su “Antonello ed il suo luogo di sepoltura” ci rivolgiamo al Prof Domenico Venuti  per avere il suo parere. Ci porge una breve relazione che pubblichiamo.” ….. che deve prevalere il buon senso e che non è giusto  essere così scettici davanti a documenti leggibili ed evidenti quali le ultime volontà espresse con testamento da Antonello da Messina al Notaio Antonio Mangianti sempre evidenziate dall’erede prof Erasmo Paolo Mangianti che “non ha alcun dubbio” che il luogo di sepoltura è  il Convento di S. Maria del Gesu’ Superiore. A tal proposito, ci  ricorda l’esistenza di una lapide su cui si può leggere “ ACQUAE S(ANCTAE)  MARIAE DE IESU   EX ACT(IS) NOT(ARII) ANTONY MANGIANTI AN(NO) 1476”che si trova nella Cappella privata  della famiglia Picardi, a Barcellona ed il cui luogo di provenienza era proprio il Convento Santa Maria del Gesù. Ciò comprova e sono molti gli atti, così come asserisce l’appassionato e solerte Pippo Previti, già ottimo amministratore della città di Messina, che “ per i defunti ( e non solo) sepolti nel Convento di S.Maria di Gesù  non veniva indicato il termine Superiore ( Sup.). Non avveniva così per quello inferiore, perché sempre espresso chiaramente “Santa Maria del Gesù Inferiore”. Fatto importante ritengo sia considerare che lì proprio a Ritiro nel 1166  vi era il Convento di S. Maria del Monte  Carmelo ( Primo Convento dei frati Carmelitani eretto in Europa) che a causa di una alluvione ricoperto di terra interrato con la sottostante cripta. Come si può quindi non fare i lavori di scavo? Sarebbe sufficiente solo questo motivo per dire: “scavo immediato ! ”. Dire il contrario sarebbe una vera mortificazione alla città ed a tutti i cittadini e agli studiosi che desiderano che questo avvenga. Mi sia consentito anche per il rispetto dovuto ai volontari che con sacrificio ed impegno hanno reso e rendono decoroso il luogo. Desidero sottolineare che I beni culturali a Messina, malgrado il serio impegno della Soprintendenza ai BB.CC. non ricevono il giusto sostegno e l’opportuna attenzione da chi dovrebbe. “ Povera città” e dire che è una delle più ricche di Beni culturali  della Sicilia. Mi chiedo il perché?-  Fatto grave, si critica chi vuole portare alla luce la tomba di Antonello da Messina e cioè  Silvano Vinceti che si è dichiarato convinto assieme a numerosi e insigni studiosi  ed  i nostri cari concittadini Pippo Previti e l’ Arch. Nino Principato che sulla base di documenti visionati  e prove storiche che il grande Maestro del ‘400 sia stato sepolto nel Convento Santa Maria del Gesù Superiore. Personalmente credo non solo che nel dubbio di una eventuale sepoltura  di questo “grande figlio di Messina " sarebbe opportuno scavare, ma come ho più volte detto  si riporterebbe alla luce il più antico Convento Carmelitano in Europa e il primo monastero dei Minori Osservanti in Sicilia. Basterebbe solo questo. Credo  sarebbe opportuno che si provveda senza indugio, anche perché porterebbe ad un rilancio turistico e quindi economico. Pensiamo seriamente alla nostra Messina  e sosteniamo concretamente coloro che dimostrano di operare per la sua ripresa, non dimenticando la sua gloriosa storia.