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La doppia processione del Venerdì Santo a Barcellona Pozzo di Gotto.

- di Marcello Crinò -

Venerdì 14 aprile si rinnoverà a Barcellona Pozzo di Gotto la doppia processione delle “Varette” del Venerdì Santo, che per le sue peculiarità è stata iscritta nel 2014 nel Registro delle Eredità Immateriali della Sicilia.

I modi di formazione della città (due nuclei originariamente separati dal torrente Longano) hanno fatto sì che a Barcellona, caso unico, si sviluppassero due processioni con ben ventisei “varette”, costituite da sculture ispirate a opere d’arte rinascimentali, manieriste e barocche.

Un Sepolcro DSCF5268

La processione di Pozzo di Gotto, risalente al 1621, seppur in forma ridottissima rispetto all’attuale, con il solo Ecce Homo, inizierà dal Duomo di Santa Maria Assunta, dove confluiranno anche le “varette” custodite durante l’anno nelle altre chiese e magazzini. Le origini di questa manifestazione hanno chiari riferimenti alla tradizione spagnola. I gruppi statuari sfileranno secondo questo ordine: Ultima cena (1863), Cristo nell’orto (1864), Cristo alla colonna (1864), Ecce Homo (1621), Cristo portacroce (1864), Incontro con le pie donne (1950), Cristo caduto sotto la croce (1911), Cristo spogliato dalle vesti (1970 circa), Cristo in croce (1872), Pietà (1921), I simboli della Passione (1981), Urna col Cristo morto (1895), Addolorata (1872). L’Urna col Cristo morto è accompagnata dai “Giudei”, in realtà soldati romani caratterizzati da un elmo sormontato da penne di pavone, che sin dal periodo paleocristiano era il simbolo della consacrazione della Chiesa, e le cui carni erano ritenute incorruttibili e pertanto simbolo della Resurrezione. Un simbolismo ormai dimenticato ma ben chiaro a chi per primo li fece realizzare.

Le “varette” di Barcellona si muoveranno dalla chiesa di San Giovanni dove si raduneranno anche quelle provenienti da altre chiese e magazzini. L’origine di questa seconda processione  risale alla metà del Settecento (con il Crocefisso e l’Addolorata, del 1754), cioè quando la chiesa di San Giovanni fu ingrandita acquisendo l’assetto architettonico attuale. I gruppi scultorei procedono in quest’ordine: Ultima cena (1801), Cristo nell'orto (1801), Pretorio di Pilato (1980), Cristo alla colonna (1801), Ecce Homo (1801), Cristo portacroce (1801), Incontro con la Veronica (1801), Crocefisso (1754), Discesa dalla croce (1948), Pietà (1948), Cristo portato al sepolcro (1948), Urna col Cristo morto (1929), Addolorata (1754). Anche qui l’Urna del Cristo morto è accompagnata dai “Giudei”, senza le penne di pavone ma con un semplice elmo con pennacchio.

Le due processioni, accompagnate dalla “Visilla”, un canto polivocale basato sul testo della “Vexilla Regis” del poeta latino Venanzio Fortunato, nella serata si incontreranno sulla copertura del torrente Longano, percorrendola da nord verso sud quelle di Barcellona, e in senso inverso quelle di Pozzo di Gotto. Durante l’incontro, che rappresenta il momento più intenso dell’intera manifestazione perché sottolinea l’unione delle due comunità, le due processioni si fermeranno  e i gruppi statuari ruotati di novanta gradi. Ci sarà un momento di preghiera e si intrecceranno le note della “Visilla”.

Il giorno precedente, Giovedì Santo, nelle chiese verranno allestiti i cosiddetti “Sepolcri”, definiti dalla Chiesa “Altari della reposizione”, dove sono presenti vasi con germogli di grano o cereali coltivati al buio per perpetuare, secondo una lettura “laica”, il culto greco arcaico dei Giardini di Adone, legati al mito della rinascita primaverile.

 I giudei di Pozzo di Gotto DSCF5289

In vista dell’evento in città si preparano manifestazioni collaterali. La Pro Loco ha organizzato un doppio convegno per parlare della Settimana Santa, caratterizzata dalle due processioni. Il primo convegno si è svolto il 4 aprile nella chiesa di San Giovanni Battista. Ospiti di padre Giuseppe Turrisi, sono intervenuti Andrea Italiano, Salvo Scilipoti e Giuseppe Bisignani. Il secondo si svolgerà l’11 aprile nella chiesa di Gesù e Maria. Ospiti di padre Santo Colosi, interverranno Andrea Italiano, Walter Rizzo e Mario Sarica.

 

Nell'incontro a San Giovanni, al di la della storia e delle tradizioni della Settimana Santa, e della riproposizione della diretta di Melo Freni per il TG1 sulle varette di Barcellona del 1983, è stato lanciato un grido di allarme. Un allarme per le precarie condizioni in cui si trovano le varette custodite nei magazzini, che hanno bisogno di manutenzione e restauro, e per una maggiore valorizzazione del Venerdì Santo di Barcellona e Pozzo di Gotto. Le tradizioni, è stato detto, vanno curate, nutrite, rispettate. Oggi molte varette, è stato ribadito da più parti, sono in abbandono e necessitano di interventi urgenti.

Il 9 aprile, Domenica delle Palme, a Calderà si svolgerà la via Crucis drammatica “Storia di tre giorni”, con inizio alle 18,30. Sempre il 9, nell’Auditorium San Vito, alle 19,00 la settima edizione della rassegna di Musica, Canti e Immagini della Settimana Santa,  e alle 20,00 nella Basilica di San Sebastiano la lettura di versi di Mario Luzi sulla Passione. Il 10, nell’Auditorium San Vito, alle 18,30 inaugurazione di una mostra fotografica sulle vare nella fede a Barcellona Pozzo di Gotto.

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