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Articoli filtrati per data: Martedì, 25 Luglio 2017

 - di Maria Teresa Prestigiacomo -

Taormina, Me. L Hotel luxury “NH Collection” ha fatto da magnifico sfondo a Tao Moda con una terrazza mozzafiato che ogni sera offriva i suoi cocktail sul panorama più bello della Perla dello Ionio: la Baia di Naxos. Ma cala il sipario sull’edizione 2017 di Taomoda; si concludono anche gli eventi collegati alla rassegna, comprese le mostre che per una settimana hanno reso fashion l’hub dell’NH Collection di Taormina, dall’esclusiva esposizione di abiti e disegni di Gianfranco Ferré alla capsule del museo del costume e della moda di Mirto fino all’interessante contemporary fashion e design, il primo con le creazioni di talentuosi fashion designer provenienti da più parti d’Italia e il secondo collegato al Design What’s up curato dagli architetti siciliani.

Focus però sulla moda, fulcro della rassegna, e agli abiti che hanno fatto da sfondo a incontri, presentazioni e interviste sin dall’opening fino alla culminante sfilata di chiusura del Gala sul palcoscenico del Teatro Antico. Questi i profile degli stilisti:

AMALIA PEDITTO

ABIT DELLA STILISTA AMALIA PEDITTOIMG 20170725 WA0040

( in foto un abito rosso ed uno bianco con borse)

Amalia Peditto catanese di nascita, nutre da sempre una vera passione per la pittura e la manualità spaziando nelle tecniche più disparate. Ci attirano i suoi abiti, completi di borse dipinte a mano ed i suoi abiti ci conquistano, dipinti a mano alcuni con decori di fiori, applicati uno per uno sull’abito. Nonostante la sua professione  di farmacista, la poliedrica inventiva la porta a sfruttare il suo tempo libero nella realizzazione di oggetti per la casa, monili o accessori moda, accuratamente dipinti. Eccelle  nel cucito realizzando capi originali, sempre dipinti;  partecipa a diverse sfilate quali Sanremo e Montecarlo. Inizia a lavorare per il pubblico nel 2000 estendendo la sua produzione che nel 2016 la porta ad abbandonare la sua professione di farmacista per dedicarsi completamente a questa nuova attività chiamata "ARTE E SFIZIO"

ELIO FRONTERRÈ

È solo per caso che Elio Fronterré nasce a La Spezia,città che lascia all'età di nove anni, per trasferirsi nella terra dei suoi genitori, la Sicilia! Questo piccolo mondo, ricco di una povertà contadina e di pescatori  tatuati dal sole, dove i colori forti dominano il vento e la notte, e le donne  madri, inventano e cantano il presente nell'attesa di un futuro che vinca l'oblio!È questo il mondo che s’ imprime nelle pieghe della sua memoria ed emerge dalle sue creazioni, dai suoi quadri, appassionato da sempre di pittura cosi come di cinema e letteratura e da  ogni singolo capo,  ogni volta più ricco e pregno di un percorso artistico colto e suggestivo, che rende lo stile di Elio Fronterré un viaggio della conoscenza! A ventiquattro anni, Elio fa della sua passione un impresa, distribuisce il suo prodotto attraverso diversi studi di rappresentanza, e quattro anni dopo inizia l'apertura dei suoi punti vendita.La ricerca di materiali vintage, segnati dal tempo ed evocativi!L'uso d'immagini e parole, compagni di viaggio ricorrenti!

Il gioco di trasformazione di molti capi.Ecco quali sono le basi da cui parte questo stilista che resta per scelta un outsider della moda, fuori dai circuiti pubblicitari più classici e dai salotti e sfilate proprie di questo ambiente. Elio Fronterré, che inizia giovanissimo la sua carriera di " artigiano della moda" come ama definirsi, continua oggi quarantenne la sua produzione di abiti "artigianali" e di pezzi unici, segue e cura i suoi atelier come le sue tele, il tutto con grande ironia ed un sano cinismo che lo rendono libero di non prendersi mai troppo sul serio.

Due note in più su Elio Fronterrè: L'iter creativo di elio fronterrè passa attraverso fonti d'ispirazione artistico culturali, non c'è una motivazione oggettiva a riguardo ma è squisitamente soggettiva. Negli anni passati sono state diverse ed innumerevoli le fonti d'ispirazione,da quella poetica di Alda Merini e Anna Achmatova ,quella cinematografica di impronta forte e di formazione,passando per il "bel canto" con l'omaggio alla Callas fino a quella pittorica di Tamara De Lempicka ed in particolare Frida Kahlo. Le suggestioni che derivano dalla conoscenza ed il successivo afflato con l'artista ed il suo lavoro si riflettono nelle creazioni dello stilista, dalle scelta dei tessuti alle fogge, dalla rivisitazione dei modelli all'intervento pittorico, grafico e fotografico sui capi equilibrato e consapevole da renderli manifesto dello stesso pensiero espressivo!

Del lavoro della grande pittrice messicana, Elio Fronterrèvienerapito,oltre che dai colori intensi e contrastanti delle sue opere,soprattutto dalla sua personalitá che l'ha resa un icona/mito oltre ogni tempo! In questi 2 abiti ispirati a "Frida" : nel primo (questo) ritroviamo la mescolanza insolita di colori e l'uso di tessuti diversi e contrastanti tali da ricreare un armonia perfetta.

FILLY BIZ

FillyBiz è un brand italiano di moda nato dalla passione dell'architetto FillyCusenza per la fiber art, in cui si utilizza il tessuto per fare arte.Per venticinque anni FillyCusenza ha realizzato opere d'arte  per i musei di tutto il mondo fino a quando ha deciso di dedicarsi alla moda e ha aperto il suo Atelier a Bagheria, in provincia di Palermo. Ogni creazione è realizzata come un'opera d'arte ed è prodotta interamente in laboratorio dove vengono seguite tutte le fasi, dal design alla confezione.Nel giugno 2016 il brand ha partecipato alla Montecarlo Fashion Week come esempio di made in Italy innovativo e ai Taomoda Awards di Taormina.

ANGELA PIAZZA

FOTO ABITO DELLA STILISTA ANGELA PIAZZA

( in foto abito nero ed a colori, con gonna trasformabile in cappa)

Angela Piazza nasce ad Aidone, un'antica e suggestiva cittadina della provincia di Enna già famosa per il sito archeologico dell'antica città di Morgantina e della Venere.Si laurea in Scienze Politiche presso l'Università di Catania ma seguirà un percorso diverso all'insegna dell'arte e in particolare la pittura.Partecipa con successo a diverse  mostre in varie città della Sicilia e nord Italia riscuotendo importanti critiche tra cui quella del famoso Giuseppe Veneziano.

L'amore per la pittura la porta a realizzare le sue opere d'arte anche sui tessuti, in particolare il Denim che si presta bene ad essere trasformato in tela pronta da dipingere  diventando così un capo prezioso ed originale nello stesso tempo. Grazie a questa idea un'opera d'arte non sarà più costretta a rimanere appesa ad una parete ma potrà essere indossata e portata in qualunque ambiente in modo affascinante ed elegante  allo stesso tempo. Nasce cosi la sua collezione di abiti che vanno dal casual all'elegante. Alcuni  di questi capi sono già stati presentati a Taomoda 2016 e nelll'edizioneTaomoda 2017 verrà presentata la nuova collezione.

MARIA GRAZIA SABATO

Nasce a Lecce ma vive a Piacenza.

Dopo gli studi in Economia e Commercio, conseguendo la laurea a Pavia, si butta a capofitto nell’Azienda di famiglia, una grossa realtà che commercializza elettronica di consumo, elettrodomestici e casalinghi/articoli da regalo sia all’ingrosso con una serie di affiliati, sia in grandi Superstores a marchio proprio e, dopo essersi occupata di tutto a 360°, si concentra sul settore commerciale, marketing e organizzativo.

Catapultata a Piacenza per amore di suo marito, allarga l’attività anche nel nord d’Italia, dando vita, insieme a un socio molto intraprendente, alla più grande catena italiana a copertura nazionale nel settore, che, portata al massimo splendore, viene ceduta a una grossa multinazionale straniera.

Maria Grazia si concentra dunque finalmente nella più bella delle esperienze al mondo, la più difficile e ambiziosa: avere una bimba che desidera immensamente e che, quando arriva, le cambia la vita!

La passione per la moda e la creatività la accompagnano da sempre, fin da bambina quando dipingeva quadri o inventava abiti per le barbie, e in seguito quando crea per passione gioielli per sorelle e amiche apprezzati poi da molti tanto da essere esposti in prestigiose gioiellerie in Italia, fino a quando lancia, insieme a una cara amica e socia, alcuni marchi di bjioux e accessori moda.

La sua professionalità si è dunque formata in vari ambiti, commerciali, stilistici e la sua carriera è eterogenea e ad ampio raggio, cosa che le permette di avere una visione del prodotto moda non solo stilistica, ma anche commerciale e strategica.

Nel 2017 crea il brand “Maria Grazia Sabato”.

Il momento che attraversa il Fashion System non è favorevole, ma la volontà conta più della congiuntura economica. 

In “Maria Grazia Sabato” decide di convogliare non solo lo spirito imprenditoriale e la passione per la moda, ma soprattutto la grande convinzione che l’esigenza dei fruitori di fashion non sia tanto quella di avere sempre nuovi capi, quanto invece quella di completare gli outfit composti da pezzi già negli armadi e sempreverdi con accessori o idee nuove, che a loro volta rendano l’immagine totalmente rinnovata, vivace e molto caratterizzante. 

La sua mission è dunque creare accessori che completano e personalizzano il look, consentendo a ognuna di essere unica nella scelta degli abbinamenti e dei mix.

Il target è giovane ma anche giovanile, per donne senza età che amano sentirsi sempre frizzanti, al passo con i tempi o addirittura ad anticiparli!

Il tutto basato su un presupposto essenziale: partire dalla più grande delle risorse e ricchezze dalla nostra Italia, cioè la creatività e la manifattura artigianale, veri punti di forza del made in Italy, da implementare sempre di più sia in Italia ma soprattutto all’Estero.

In questi giorni sta lavorando a una collezione da presentare al TAOMODA a Taormina composta da borsette e pochette particolarmente inovative, sia nel materiale sia nell’utilizzo (a tracolla, al braccio, da sera) e da tracolle e polsiere abbinabili a qualunque borsa già nell’armadio, rinnovandola, ma che fanno look da sole e che personalizzano e colorano ogni outfit.

E’ alla ricerca sia di Fornitori per la scelta dei materiali e per la produzione, sia di sbocchi per la commercializzazione in Italia e all’Estero.

NATURAL ROUGH (Viola Melpignano)

Garantire la tradizione artigianale. Nasce da qui il percorso di Natural Rough. Un progetto che trova la propria spiritualità nelle mani di donne e uomini appartenenti a comunità indigene della Colombia e del Venezuela. E' attraverso di loro che Natural rough prende vita. Non un brand, non un marchio ma una identità utile a sostenere un'artigianalita' in via di estinzione. Indossare un capo Natural Rough significa condividere la cultura di persone che vivono in villaggi lontani, sperduti nell'area Latina Americana. Significa ripercorrere quella parte ancestrale e selvaggia dell'anima che e' dentro di noi e che tramite i ricami intessuti sulla tela, ci ricordano la terra da cui il progetto che indossiamo proviene. Dentro ad ogni capo di Natural Roughe' custodita la storia, il sapere antico, i colori e le tradizioni delle popolazioni latine tramandate di generazioni in generazioni. Chi decide di avvicinarsi a Natural Rough sposa una filosofia, una salvaguardia di una cultura lontana dove e’ il cliente stesso a diventare interprete e parte attiva del progetto a sostegno della cultura artigianale. 

La Collezione 

La collezione donna Natural Rough diventa interprete dell’antica tecnica di ricamo della popolazione Wayuu Venezuelana. Un rilievo intessuto a mano che da vita a mante e accessori colorati.E ancora disegni etnici multicolore che donano anima a kaftani di puro lino e le borse in puro cotone ricamati artigianalmente.Il cotone e il lino di eccelsa qualità, tipico degli abiti, gonne e magliette Natural Rough, abbraccia disegni della tradizione che ricordano i codicei dei villaggi, i colori si ispirano alla terra e hai tramonti di questi posti lontani e meravigliosi.E’ la Juta, materiale antico e da sempre interprete delle tradizioni artigianali dei Paesi Latini ,  la protagonista preferita della collezione.Una trama fitta e’ la struttura di pantaloni grezzi, naturali per l’uomo che vuole essere protagonista di un nuovo linguaggio espressivo.Pantaloni più corti riportano lo stampo e le geometrie dei Paesi di provenienza. Per l’uomo, Natural Rough, presenta nella collezione delle mantelle di Alpaca pensate per chi vuole apparire sicuro di se, senza contraddizioni. 

“Taomoda…Contemporary fashion & design” mette in mostra 29talents: La Cles, FillyBiz, Elio Fronterrè, Natural Rough, Angela Piazza, Maria Grazia Sabato, Amalia Peditto Pierfrancesco Arnone, Andrea Branciforti, Giulia Baiamonte, Giuseppe Cinà, Stefano Gambino, Alessandra Grasso, Valeria Longo, Andrea Lo Bue, Luca Maci, Salvo Mazzone, MU'factory, Mario Musumeci, Luigi Napolitano, Officina 77, Luigi Patitucci, Roberta Pellegrino, Agata Petrillo, Violetta Scandurra, Salvatore Spataro, Salvatore Scherma, Antonia Teatino, 2Cworkshop

THANKS TO

REGIONE SICILIANA ASSESSORATO REGIONALE DEI BENI CULTURALI E DELL'IDENTITA' SICILIANA- DIPARTIMENTO BENI CULTURALI E DELL'IDENTITA' SICILIANA - PARCO ARCHEOLOGICO DI NAXOS, COMUNE DI TAORMINA; MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI DEL TURISMO; TAORMINA ARTE; CAMERA NAZIONALE DELLA MODA ITALIANA; CONFINDUSTRIA MODA; FONDAZIONE GIANFRANCO FERRE', FONDAZIONE OPERATION SMILE ITALIA ONLUS, CAMERA ITALIANA BUYER MODA - THE BEST SHOP; BRUNO EURONICS; ORAFI VICENTINI-SOLA GRAZIA-C.A.ORO- KARIZIA-TRE ESSE-VENEROSO-ROBERTO NOVELLO; CAFFE' MOAK; SIRIAC; IRRITEC; SIBEG COCA COLA; BANCA MEDIOLANUM; NH COLLECTION TAORMINA-HOTEL SPECIAL SPONSOR;EDEN VIAGGI GRAND HOTEL SAN PIETRO-HOTEL SPONSOR TECNICO GOLD; HOTEL METROPOLE TAORMINA; HOTEL SAN DOMENICO PALACE; ATAHOTELS; UNA HOTELS AND RESORTS; UNA HOTEL PALACE; AAT;GRAND HOTEL MIRAMARE; GRAND HOTEL EXCELSIOR; TONI PELLEGRINO ART AND SCIENCE FOR HAIRDRESSING; LA CLES; ASSOCIAZIONE IMPREDITORI TAORMINESI; PARISI TAORMINA;PICCIONE PICCIONE; RISTORANTE LA BARONESSA; FISCHETTI WINE; SIMENZA BIO; CANNATA STREET FOOD; ROSSA DI SICILIA-VIVA DI NATURA; BIBENDA; FONDAZIONE ITALIANA SOMMELIER; S.A.C. SOCIETA' AEROPORTO CATANIA S.P.A.; COMUNE DI MIRTO; MUSEO DEL COSTUME E DELLA MODA SICILIANA – MIRTO; MEGIC TRAVEL; AKESINE VIAGGI; SHOUGUN TRAVEL; ALBERTOUR; IMBRIANI VIAGGI;TAORMINA PALACE HOTEL;HOTEL SIRIUS; HOTEL VILLA ANGELA; PASTICCERIA ST. MORITZ; RISTORANTE TERRAZZA ANGELO; ORDINE E FONDAZIONE DEGLI ARCHITETTI DI CATANIA-MESSINA-SIRACUSA-RAGUSA; CONSULTA DEGLI ORDINI ARCHITETTI DELLA SICILIA; COORDINAMENTO GIOVANI ARCHITETTI CATANIA;ASSOCIAZIONE CULTURALE SPAZIO AL SUD; ACCADEMIA BELLE ARTI DI CATANIA; IISS Salvatore Pugliatti-TAORMINA; FILLY BIZ; ELIO FRONTERRE'; VIOLA NATURAL ROUGH; MARIA GRAZIA SABATO; AMALIA PEDITTO; ANGELA PIAZZA; ACCADEMIA DI ESTETICA MENEA; M IL MAGAZINE; ELEVATION DANCE; FIA DI STEFANO;I GUZZINI ILLUMINAZIONE;FILDIS SIRACUSA;UNIVERSITY WOMEN EUROPE; LIONS CLUB CATANIA OVEST;INDA D’ARTE DEL DRAMMA ANTICO;2C WORK SHOP;TAUROMENIUM PHOTO;MONDADORI BOOK STORE, FIDAPA BPW ITALY.

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Organizzata dallo Studio Medico Jeshua(Pozzo di Sicar) e  dallo Studio Medico Help Center(Terra di Gesù Onlus).

L'evento ha permesso a tanti pazienti di eseguire gratuitamente un check up che prevedeva la visita cardiologica completa di elettrocardiogramma,la visita pneumologica,l'ecolordoppler cardiaco. I macchinari sono stati concessi dalla ditta GMedical di Catania nella persona del dott.Luigi Zimbili.

I sanitari partecipanti allo screening(dott.Erika Cusumano,Salvatore Restivo,Francesco Certo)hanno individuate parecchie patologie specialistiche non rilevate precedentemente,tra cui due gravi (un caso di scompenso ventricolare destro,un caso di infarto inferiore in fase subacuta).

Al  termine Pina Cambria e Francesco Certo,rispettivamente presidenti di Pozzo di Sicar e Terra di Gesù Onlus, hanno espresso soddisfazione per la riuscita della manifestazione, ringraziando le segretarie e l'infermiere del Centro medico Milazzese.

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- di Giuseppe Messina -

   È doloroso scoprire che Pippo Labisi, uno degli ultimi grandi uomini di Barcellona Pozzo di Gotto, se ne sia andato per sempre.

   Sulla prima pagina bianca del suo libro “Appunti di Linguistica” c’è una dedica a me indirizzata “All’amico carissimo Pippo Messina cui ci lega una affetto fraterno, nonché l’amore sviscerato per la cultura”. E a seguire: “Con affetto e stima, Pippo Labisi – 3 di marzo 2014”. Ecco, dall’affetto ed dall’interesse culturale di cui eravamo legati, adesso nasce la spinta che mi porta, con una grandissimo dolore in petto a scrivere queste righe per omaggiarlo, per ringraziarlo di quanto ha saputo trasmettere non soltanto a me.

   Pippo Labisi lo conoscevo fin dalla metà degli anni ’70 quando ancora vivevo a Roma. Aveva una dizione perfetta e soltanto quando parlava in dialetto si capiva che era originario di Catania, infatti era nato in quella città nell’aprile del 1929 ed aveva alternato la sua residenza tra la città natale e Novara di Sicilia dove trascorse l’infanzia, ma anche tra Barcellona Pozzo di Gotto e Roma. I suoi studi lo portarono ad essere socio fondatore della “Società Internazionale di Dialettologia e Geolinguistica” con sede presso l’Università di Bamberg in Germania, società che lo porterà nei più importati circoli culturali e nelle più grandi università del mondo a disquisire di dialettologia e geolinguistica e a confrontarsi con i luminari di queste materie facendo ritorno in patria con preziose onorificenze.

CON LABISI

   Egli è autore non soltanto di un pregiato “Dizionario del Dialetto Gallo-Italico”, ma di altre svariate pubblicazioni come opere teatrali in lingua ed in dialetto, raccolte poetiche nonché diversi saggi di linguistica, di storia del folklore e di antropologia. Praticamente, Pippo Labisi ha sfornato un’enorme quantità di libri che trattano i diversi rami dello scibile umano compresa la poesia di “Miciotempiana” memoria ovvero che richiama quella che, nei primi anni ’70, lo studioso Jan Paul De Nola definì “L’Opera Pornografic di Domenico Tempio”.

   Con grande rammarico devo testimoniare che questo straordinario uomo di grande cultura, questo energico e forte personaggio, dal febbraio scorso, quando è venuto a visitare la mostra per i miei 50 anni di attività artistica e ci siamo fatti fotografare, l’ho visto sbiadire ed appassire nell’arco di pochissimo tempo intanto che mi raccontava della sua pesante solitudine, delle vicissitudini della sua vita che non è stata mai statica ed inutile: raccontava dei suoi affetti, della sua grande ed umile moglie che lo aveva lasciato per un male incurabile, dei suoi viaggi, delle sue conferenze, delle sue conoscenze ed esperienze e, quindi, della consapevolezza di essere giunto alla fine della sua avventura umana e culturale.

…Personalmente sono certo che chi lo ha conosciuto ed apprezzato le sue qualità intellettive ed umane farà di tutto perché i suoi studi, le sue opere, le sue qualità morali non vadano a disperdersi come spesso succede in questa società frettolosa che tutto calpesta compresi il petalo di rosa e la foglia di alloro.

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- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Santa Teresa Riva, Me. Scompare Giorgio Fleri, in punta di piedi, esce, improvvisamente, come dalla scena di uno dei suoi film: stavolta si tratta del film della sua travagliata ma splendida esistenza. Attore di fotoromanzi e scrittore di fotoromanzi, fidanzato di Silvana Pampanini, attore famoso in Messico, amico di Michele Placido e di Sandra Milo e di Elsa Martinelli.....che se ne va....dalle scene del Cinema della vita proprio qualche giorno prima del suo caro amico Giorgio che l aveva invitata, qualche anno addietro, con i proprietari signori Sabato, a Villa Garbo(con Anna Moleti Belfiore, soprano) per ricordare la Divina. 

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Giorgio era un signore, una specie di cavaliere antico, una razza decisamente in estinzione, non parlava mai male di nessuno ma sempre più che bene,  esaltandone, esageratamente, doti e virtu'...ed il curriculum. Era  un brillante organizzatore di eventi culturali: dalle selezioni di Miss, con Lisa Verga, per celebrare la bellezza, al Festival del libro che ripeteva ogni anno, al Baia Taormina, entrato nelle grazie dei titolari: la famiglia Biondi.

 Ricordiamo, di Fleri, l ultimo brillante  evento a Villa Garbo, in occasione della presentazione del libro di Nicole Rose, Promessa d amore, un evento molto chic che ha lasciato un segno indelebile nella scrittrice ed in tutti noi. Ricordiamone la partecipazione al nostro Festival della cultura nel maggio scorso, evento in cui lo ringraziai  per avere fatto da apripista per i miei eventi, a TAORMINA, presentandomi, venti anni fa, la famiglia Sabato, proprietaria della Villa Garbo in cui Fleri lancio Profumo di Greta, una festa  in ricordo della diva, con la proiezione  di un film dell' attrice.

Non dimenticheremo MAI quest' uomo delle stelle dai ciak quotidiani, quest'uomo semplice  e pieno di energie che conquistava sceicchi e contesse  d 'alto rango, solo con il potere ed il fascino  del suo sorriso e disinteressatamente,  per il piacere dell'amicizia.

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Giorgio Fleri è  stato
un personaggio
Tornatoriano che ci ha insegnato a sorridere sempre e comunque, NOI PRINCIPESSE DI INESISTENTI REAMI, ci ha insegnato  a gioire del nulla e a credere CHE  anche, a quasi 80 anni,  SI POSSANO CREARE  e realizzare GRANDI  progetti e SI POSSANO TESSERE grandi SOGNI NEL PROSSIMO  FUTURO....

E questo non è  certo poco!Grazie, Giorgio da tutti noi!

Domenica 30 alle ore 19 , una messa nella chiesa di Santa Teresa di Riva,  Madonna del Carmelo, radunerà di nuovo i suoi cari amici che resteranno sempre uniti come lui voleva, a gioire insieme.

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- di Maria Teresa Prestigiacomo - 

Taormina. Abbiamo conosciuto Gavri , in occasione  del Festival della Cultura ideato, a Villa Garbo, con 50 artisti e 12 poeti e una scrittrice dall’Accademia Euromediterranea delle Arti. Gavri  era ospite ed ha presentato le sue opere di notevoli dimensioni e di notevole importanza, nel Parco della Villa della Divina, definendo quel luogo un Luogo Sacro. Adesso,  Gavri, non ancora quarantenne,  ha investito i suoi risparmi per  un’elegantissima Galleria sul Corso Umberto, al n 86, a Taormina ( Gavri Art Gallery & Boutique) e le sue opere sono in bella mostra per i turisti internazionali  della cosmopolita Perla del Mediterraneo che dopo il  G/7  ha assunto una maggiore importanza.

Unitamente alle sue opere, tessuti da Mille e una Notte,  copriletti straordinari, sete preziose, sciarpe, pashmine e sculture tribali e d ‘antiquariato, borse  da gran sera come quella che indossava Greta Garbo, la Divina e cappottini di pura seta… 

Qual è la sua terra d’origine, Gavri? La Dacia, la mia anima artistica si è nutrita dei cieli della Moldavia dove ho trascorso la mia infanzia e la mia gioventù: l’adolescenza.  Mio padre non vedeva  di buon occhio questa mia scelta, non  ha mai visto questa mia attività come un’attività seria per una donna, un lavoro che potesse darmi un sostentamento; io, invece,  credo, fermamente, nelle mie possibilità e nelle mie energie.

Gli incantevoli scenari della Moldavia, gli spiriti delle foreste e le melodie dei fiumi hanno nutrito la sua immaginazione creativa, l universo segreto di Luna e di stelle, pieno di bellezza e poesia hanno determinato la sua ispirazione pittorica

Quando nasce Gavri artista? A soli quattro anni, ho disegnato una parete della mia stanza!

Dove ha maturato le sue esperienze artistiche? A Milano, presso l’Accademia Di Belle Arti ( NABA) ed all’Università di Lugano laddove ho frequentato la facoltà di Filosofia…

E poi cosa è successo? Prima succedeva che  essendo una musicista, ho suonato con gruppi rock ed anche adesso compongo la mia musica…musica è ritmo come la pittura è ritmo, equilibrio…Poi accadeva che lasciavo l Università per il mio acceso desiderio di libertà dagli schemi…

Le sue opere risentono dell’influenza dei suoi viaggi in Asia, vero? L’Asia  in lungo e largo, e poi dalla Francia a Lugano e da Lugano alla Sicilia…la terra d’origine del padre del tuo compagno

Si ho viaggiato molto,  a contatto con la cultura buddista, ho praticato lo yoga, la meditazione e la medicina Ayurvedica mi appassiona; oggi,  credo che la Sicilia mi possa dare molto, almeno  lo spero, altrimenti…..dovrò cambiare nuovamente il corso del mio destino, cercando nuovi lidi, come Ulisse!

Cosa significa per lei fare arte? Il solo scopo dell’arte è quello di risvegliare la scintilla divina che si trova all’interno di ognuno di noi .

La pittura di Gavri adotta l’olio e  mescola pigmenti per creare quel mix arcano, misterioso che affascina e conquista, sempre , nelle sue opere in cui troviamo evocazioni di Indonesia, con il gallo che ricorda la famosa lotta tra i galli ed  immagini che evocano l India e la sua fantasmagoria di  colori.

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- di Maria Teresa Prestigiacomo -

 

San Giovanni La Punta, Trappeto, CT. Il Parco dell'Arte, quest'anno per il suo Nono Anniversario la Fondazione ospita una importante mostra del grande Maestro siciliano Renato Guttuso.

La mostra dal titolo ROSSO GUTTUSO. Opere 1934-1984  presenta una selezione di opere, che hanno come filo conduttore il colore "rosso" simbolo di vita, forza, passione, sofferenza, pietà, lotta, verità, sogno.

La mostra sarà visitabile fino al 5 novembre 2017 e nel corso della permanenza saranno sviluppate diverse attività correlate (visite guidate, laboratori didattici, Aperi-Arte, conferenze-incontri) che vi saranno presentate di volta in volta.

Di seguito tutte le indicazioni per visitare il Parco dell'Arte, le collezioni della Fondazione e la mostra Rosso Guttuso. Opere 1934-1984:

Orari: tutti i giorni su prenotazione

Contattandoci ai seguenti recapiti è possibile prenotare la propria visita guidata.

tel. +39 095 7178155

mail. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Costi: ingresso al Parco dell'Arte 8,00 euro a persona

visite scolastiche + laboratori didattici 6,00 euro a studente

Fondazione La Verde La Malfa - Parco dell'Arte

Via Sottotenente Pietro Nicolosi 29-San Giovanni La Punta (CT)

tel. +39 095-7178155

cell. +39 3385078352 

english speaker. +39 3484043074

www.fondazionelaverdelamalfa.com

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Martedì, 25 Luglio 2017 07:04

Il culto di santa Venera nel barcellonese

 

- di  Marcello Crinò -

Il 26 luglio il calendario, oltre sant’Anna e san Gioacchino, i genitori della Madonna secondo i Vangeli apocrifi (protovangelo di Giacomo e Vangelo dello pseudo-Matteo), ricorda anche Santa Venera, il cui culto nel barcellonese è molto diffuso, ed è documentato da epoche antiche (XII secolo). A Barcellona viene festeggiata ogni anno nell’unica chiesa a lei dedicata, nel quartiere di S. Venera del Piano. Ripercorriamo l’origine del culto nel nostro territorio, avvolto da un grande alone di incertezza, visto che la nascita della Santa è contesa tra Acireale, Barcellona ed altri centri. La leggenda locale sostiene che santa Venera sarebbe nata nella frazione di Gala nel X secolo e martirizzata dai fratelli di religione pagana che non ne avevano condiviso la scelta mistica.

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Gli studiosi su santa Venera hanno una duplice posizione: alcuni sostengono trattarsi della continuazione del culto di Santa Paraskevì, diffuso in tutto l'oriente. Paraskevì significa Venerdì, Haghia Paraskevì sta per "sacra preparazione del Venerdì Santo"; per altri invece quello di santa Venera non è che la continuazione cristiana del culto pagano della dea Venere-Afrodite. Esistono elementi a sostegno dell'una e dell'altra corrente di pensiero. Per la prima c'è da notare che anche santa Paraskevì si festeggia il 26 luglio, e che il culto venne introdotto nell'Italia meridionale dai monaci greci-basiliani in epoca bizantina, che trasformarono dal greco al latino, in tempi relativamente brevi, il nome da Paraskevì in Venera. Per la seconda, a cui danno credito studiosi come Ambrogio Donini ed Emanuele Ciaceri, esistono resti archeologici che la confermano, come l'esistenza di un antico "Aphrodision" del V secolo a.C., poi trasformato nella Cappella di S. Venera presso Naxos, senza contare quanto scrivono antichi storici di Castroreale a proposito di un tempio di Venere esistente presso Castroreale, che può chiarire il perchè si è poi sviluppato il culto di s. Venera in questa zona.

Secondo Alfonso Di Nola, studioso napoletano di storia delle religioni, esistono delle commistioni sincretistiche tra antichi temi religiosi e culto cristiano particolarmente presenti in santa Paraskevì, vista in chiave di trascrizione del pianeta Venere. In effetti l'ipotesi della continuazione del culto pagano di Venere-Afrodite è accettata, ma solo per l'ambito siciliano, un po’ da tutti gli studiosi. Elementi comuni nei luoghi di culto sono il pozzo da dove proviene acqua con proprietà curative, la grotta dove la Santa si sarebbe rifugiata e la casa dove sarebbe nata.

Questi elementi li troviamo per esempio a Gerace, in Calabria, dov'è indicata la casa dove sarebbe vissuta per 30 anni, nonché il vicino monastero basiliano di S. Parasceve; la stessa cosa vicino Reggio Calabria, presso Pavigliana, dove è stata edificata una chiesa nel XII secolo; ad Acireale si trova il complesso termale di S. Venera al Pozzo, XI-XII secolo, mentre una grotta di S. Venera esiste a Siracusa. Gli storici siciliani, assieme a tutti gli altri che hanno affrontato la questione, e sono tanti, sono discordi sul luogo di nascita della Santa. Gli stessi Bollandisti, i gesuiti belgi dedicatisi alla pubblicazione degli "Acta Sanctorum", non si sono mai pronunciati in merito con certezza.

Octavio Gaietano forse fu il primo, assieme al Fazello qualche secolo prima, a dare credito e risalto alla nascita di s. Venera a Gala, raccogliendo nel XVII secolo a Castroreale la leggenda della ragazza di nome Venera nativa del luogo che sarebbe stata uccisa nel secolo X dagli stessi fratelli che volevano darle marito nonostante la sua riluttanza essendosi consacrata a Dio. Rocco Pirri, nella sua Sicilia Sacra, senza prendere posizione sul luogo di nascita, evidenzia come nel diploma di Adelasia del 1105 si citi proprio la "Spelonca di Santa Venera" nelle vicinanze del Monastero di S. Maria di Gala presso Castroreale. Il diploma del 1105 è il documento più antico che si conosca che parli di questa grotta di S. Venera, assieme a quello del 1100 che cita una grotta presso Siracusa.

Nella nostra zona esistono vari luoghi di culto dedicati a s. Venera. La chiesa del Monastero basiliano di Gala, secondo quanto riferisce padre Bartolo Cambria (mensile “Il Punto”, gennaio 1980), che ha studiato a fondo la questione, pur essendo dedicata alla Madre di Dio, era affrescata con scene del martirio di s. Venera identiche a quelle di santa Paraskevì. Alcuni dipinti su tela, opera del Cardillo padre del XVII secolo, raffiguranti scene della vita di santa Venera si trovano pure a Novara di Sicilia.

Vicino Bafia esisteva il Monastero Basiliano di Santa Venera de Venellis vicino ad una grotta e ad un bosco, e da qui il nome di S. Venera del Bosco. Questa dovrebbe essere la prima grotta dove si sarebbe rifugiata la Santa in meditazione e dove, secondo qualcuno, sarebbe sepolta. Da tempo tutto

è stato distrutto a seguito di un'alluvione provocata dal vicino torrente. In questo luogo, certamente in relazione al monastero, esisteva una chiesetta fondata, secondo lo storico Filippo Rossitto (La  città di Barcellona Pozzo di Gotto, 1911, pag. 60), sulla casa dei pastori dove la Santa si era rifugiata e qui si teneva la festa del 26 luglio. In seguito la festa, a causa del posto isolato e il progressivo degrado di chiesa e monastero, è stata spostata presso l'attuale grotta di S. Venera dove sorge il tempio a pianta quadrata, sormontato da un'alta cupola ottagonale su nicchie angolari, secondo un principio costruttivo bizantino che trae origine nell'architettura armena del VII secolo. All'interno, proprio all'imboccatura della grotta si notano tre archi in mattoni la cui struttura fa presupporre che si tratti della parte superstite di una chiesetta bizantina poi trasformata nella forma attuale. Il luogo è stato certamente utilizzato e trasformato nei secoli. Vari cunicoli, oltre il pozzo la cui acqua sarebbe miracolosa, si aprono in questa grotta, ed hanno fatto nascere la leggenda di un collegamento sotterraneo tra questa grotta ed Acireale, usato dalla Santa per sfuggire alla persecuzione e per spiegare pure, forse a livello di inconscio collettivo popolare, il perché del culto ad Acireale.

L'ultimo luogo di culto è la chiesa di S. Venera del Piano. Scrive padre Carmelo Biondo nel libro sulle chiese di Barcellona, pubblicato nel 1986: "La primitiva chiesa era di stile greco a tre navate e la sua costruzione risaliva ad epoca, che possiamo determinare, tra il sec. XV e XVI. Il terremoto del 1908 la distrusse quasi per intero tanto da richiedere una nuova costruzione." Il Barberini, nella sua storia di Barcellona del 1933, riferisce che la chiesa risaliva al secolo XIV o XV, era a due navate  e fu ricostruita nel 1927 su progetto dell'ingegnere Fazio.