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Articoli filtrati per data: Domenica, 23 Luglio 2017

Brillanti appuntamenti nei nove giorni dal libro di Catena Fiorello alla mostra degli abiti di Gianfranco Ferrè presso NH collection

- di Maria Teresa Prestigiacomo -

Taormina, Me. Brillanti appuntamenti per nove giorni di seguito  per l’evento moda TaoModa Awards 2017  che si è sposato con l’arte, la letteratura, la cultura, il food e la charity, con eleganza e compostezza, per una manifestazione che ha maturato i suoi percorsi in una dimensione di gruppo in splendida interazione atttiva e continua avvalendosi di sinergie con noti brand nazionali ed internazionali e importanti patrocini, quali la Camera Nazionale della Moda Italiana e Confindustria Moda. Un’attenzione speciale è stata rivolta al sociale con “Operation Smile Italian Onlus”e il supporto al progetto “Migrantes”, promosso e organizzato in collaborazione con le associazioni di volontariato Fildis Siracusa presidentee l’University Women of Europe. Evento nell’evento, la mostra esclusiva dedicata a Gianfranco Ferré abiti e disegni nel decennale della scomparsa dell’architetto della moda: tre pezzi unici del museo Ferré hanno sfilato sul palco del Teatro Antico, nel Gala conclusivo di ”Taomoda 2017”ieri sera (sabato 22 luglio) nella splendida cornice scenario di eleganza durante la consegna dei Tao Awards: per la Sezione Moda: AQUILANO.RIMONDI, LEITMOTIV, MARIO DICE, SALVATORE PICCIONE designer di PICCIONE PICCIONE; per la Tutela della cultura e della moda made in Italy: RITA AIRAGHI, Direttore Fondazione Gianfranco Ferré; per il sociale, ha ritirato il premio per SANTO VERSACE, LIVIA AZZARITI ; per la Sezione Giornalismo: EMANUELE FARNETI (Direttore di Vogue, Tao Award Excellence), GIANLUCA BAUZANO (Gruppo RCS Corriere della Sera), ELISABETTA FALCIOLA (Tg5), MARIA CORBI (La Stampa); per la Sezione Musica: il maestro PAOLO BUONVINO; per la Sezione Attori: ANNA VALLE e ISABELLE ADRIANI; per la Sezione Scrittori: CATENA FIORELLO (premio Moak); per la Sezione Imprenditoria: CLAUDIO CUTULI; il premio speciale Talent Design quest’anno a LUIGI NAPOLITANO.

Oltre alle sfilate degli stilisti premiati, la maestria degli Orafi Vicentini (CAORO, Karizia, Tre Esse, Veneroso, Tecnigold,  Novello), la performance dell’hairstylist Toni Pellegrino, volto noto di Rai2, le proposte della sezione Contemporary Fashion con La Cles e poi FillyBiz, Elio Fronterrè, Natural Rough, Angela Piazza, Maria Grazia Sabato, Amalia Peditto.

A presentare la serata -ripresa dalle telecamere di Rai 1 e de La 7- la giornalista de La 7 Cinzia Malvini e Angelo Mellone, conduttore del programma di Rai 1 “Top, Tutto Quanto Fa Tendenza”. 

Ospiti musicali l’attesissimo Mario Venuti, figlio del noto titolare della famosa pasticceria luxury di  Venuti di Messina, reduce dal successo della hit “Caduto dalle stelle”; Venuti ha appena lanciato il secondo singolo “Tutto questo mare” tratto dal suo ultimo album. Il pubblico ha cantato, insieme al cantautore, i ritornelli delle sue ultime canzoni.

Infine, le esecuzioni del violinista albanese di fama internazionale Olen Cesari e della cantautrice Roberta Finocchiaro con il violinista albanese di fama internazionale Olen Cesari; uno spettacolo infinito con Anna Valle, tantissimi ospiti e vestiti straordinari dei nuovi talenti; abbiamo notato le sete della Baronessa Margherita “La cless”ed i suoi eleganti abiti indossabili sempre e comunque anche con taglia over 46 e i vestiti di Amalia Peditto, in ultima uscita.

Erano presenti il Sindaco Egidio Giardina, l’assessore Pina Raneri

( che hanno premiato alcuni protagonisti dell’evento); visti nelle prime file l ‘ex sindaco di Taormina dr Mauro Passalacqua, l’economista prof Daniele Schilirò, il vice presidente dell’Accademia Euromediterranea delle Arti dr Gennaro Galdi ed il  brillante top manager della Banca Agricola Popolare di Ragusa, stavolta non sponsor dell’evento.

Non ha convinto il pubblico, invece,  l’esecuzione di Moon River della bellissima attrice(quasi sosia, in carne della Bellucci, anche lei perugina) Isabelle Adriani.    

“TaoModa si conferma rassegna in grado di calamitare su Taormina l’attenzione  del grande pubblico e flussi turistici importanti, almeno diecimila persone durante la settimana di eventi e oltre quattromila al Teatro Antico per il Gala. –dichiara Agata Patrizia Saccone, ideatrice e presidente della kermesse- Aprire le porte della Sicilia e accogliere a Taormina la grande moda e la storia della moda è una esclusiva su cui da anni anche in prima persona riservo il massimo dell’impegno tanto da essere, data la storicità acquisita, un conclamato appuntamento internazionale che conclude ogni anno il calendario”.

Compiacimento ha espresso Mario Boselli della Camera della Moda per l’operato fattivo e massiccio e continuo di Agata Saccone.

Una cena alla Baronessa e per i super vip all’Hotel Timeo ( dicitur) ha concluso in bellezza l’evento internazionale.

Certamente è stata bravissima la Saccone coinvolgere come sponsor, dozzine e dozzine di imprenditori ed in parte le istituzioni che ci prega di ringraziare anche tramite il nostro magazine, molto seguito dalle istituzioni:

REGIONE SICILIANA ASSESSORATO REGIONALE DEI BENI CULTURALI E DELL'IDENTITA' SICILIANA- DIPARTIMENTO BENI CULTURALI E DELL'IDENTITA' SICILIANA - PARCO ARCHEOLOGICO DI NAXOS, COMUNE DI TAORMINA; MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI DEL TURISMO; TAORMINA ARTE; CAMERA NAZIONALE DELLA MODA ITALIANA; CONFINDUSTRIA MODA; FONDAZIONE GIANFRANCO FERRE', FONDAZIONE OPERATION SMILE ITALIA ONLUS, CAMERA ITALIANA BUYER MODA - THE BEST SHOP; BRUNO EURONICS; ORAFI VICENTINI: TECNIGOLD-CAORO- KARIZIA-TRE ESSE-VENEROSO-NOVELLO; CAFFE' MOAK; SIRIAC; IRRITEC; SIBEG COCA COLA; BANCA MEDIOLANUM; NH COLLECTION TAORMINA-HOTEL SPECIAL SPONSOR;EDEN VIAGGI GRAND HOTEL SAN PIETRO-HOTEL SPONSOR TECNICO GOLD; HOTEL METROPOLE TAORMINA; HOTEL SAN DOMENICO PALACE; ATAHOTELS; UNA HOTELS AND RESORTS; UNA HOTEL PALACE; AAT;GRAND HOTEL MIRAMARE; GRAND HOTEL EXCELSIOR; TONI PELLEGRINO ART AND SCIENCE FOR HAIRDRESSING; LA CLES; ASSOCIAZIONE IMPREDITORI TAORMINESI; PARISI TAORMINA;PICCIONE PICCIONE; RISTORANTE LA BARONESSA; FISCHETTI WINE; SIMENZA BIO; CANNATA STREET FOOD; ROSSA DI SICILIA-VIVA DI NATURA; BIBENDA; FONDAZIONE ITALIANA SOMMELIER; S.A.C. SOCIETA' AEROPORTO CATANIA S.P.A.; COMUNE DI MIRTO; MUSEO DEL COSTUME E DELLA MODA SICILIANA – MIRTO; MEGIC TRAVEL; AKESINE VIAGGI; SHOUGUN TRAVEL; ALBERTOUR; IMBRIANI VIAGGI;TAORMINA PALACE HOTEL;HOTEL SIRIUS; HOTEL VILLA ANGELA; PASTICCERIA ST. MORITZ; RISTORANTE TERRAZZA ANGELO; ORDINE E FONDAZIONE DEGLI ARCHITETTI DI CATANIA-MESSINA-SIRACUSA-RAGUSA; CONSULTA DEGLI ORDINI ARCHITETTI DELLA SICILIA; COORDINAMENTO GIOVANI ARCHITETTI CATANIA;ASSOCIAZIONE CULTURALE SPAZIO AL SUD; ACCADEMIA BELLE ARTI DI CATANIA; IISS Salvatore Pugliatti-TAORMINA; FILLY BIZ; ELIO FRONTERRE'; VIOLA NATURAL ROUGH; MARIA GRAZIA SABATO; AMALIA PEDITTO; ANGELA PIAZZA; ACCADEMIA DI ESTETICA MENEA; M IL MAGAZINE; ELEVATION DANCE; FIA DI STEFANO;I GUZZINI ILLUMINAZIONE;FILDIS SIRACUSA;UNIVERSITY WOMEN EUROPE; LIONS CLUB CATANIA OVEST;INDA D’ARTE DEL DRAMMA ANTICO;2C WORK SHOP;TAUROMENIUM PHOTO;MONDADORI BOOK STORE, FIDAPA BPW ITALY.

Pubblicato in Comunicati stampa

- di Marcello Crinò -

Nel tardo pomeriggio di sabato 22 luglio una parte dei locali dell’ex Centrale del latte di S. Antonio è stata consegnata alla parrocchia di S. Antonio Abate con una cerimonia che ha visto protagonisti il parroco Nunzio Abbriano, il sindaco Roberto Materia e i suoi assessori, e gli abitanti del quartiere.

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Padre Abbriano, nel suo intervento, ha evidenziato che si è trattato di un sogno diventato realtà grazie all’Amministrazione Comunale, al sindaco Materia e ai suoi assessori. “La comunità di S. Antonio – ha dichiarato –  da oggi dovrà imparare a vivere questa struttura e crescere. Diventerà luogo di incontro e dialogo, in un momento come quello attuale con la crisi dei valori. Sarà una struttura  per incontrarsi, per diventare un centro di attività aperto a tutti e a tutto il territorio”. Anche l’intervento del sindaco è stato di questo tenore, ricordando il ruolo svolto dal vice sindaco Sottile per portare avanti l’iter di consegna dei locali, la cui idea di consegna alla parrocchia risale al momento dell’inaugurazione, avvenuta il 19 novembre 2011, sotto l’amministrazione guidata da Candeloro Nania. Ha evidenziato pure l’attenzione di questa Amministrazione per le periferie, che con presidi socio-culturali come questi non vengono abbandonate. La parrocchia dividerà i locali dell’ex Centrale con la Croce Rossa, insediatasi da tempo nel padiglione accanto. Al taglio del nastro, oltre al sacerdote e al sindaco, hanno partecipato gli assessori Ilenia Torre, Gianluca Sidoti, Antonino Sottile, Tommaso Pino e il consigliere comunale Caterina Grasso.

La Centrale del latte, costruita negli anni Cinquanta del XX secolo (il Consorzio fu istituito nel 1952), ebbe una vita breve, circa un decennio. In essa si lavorava il latte portato dagli allevatori della zona, si producevano latticini e formaggi. Nel 2011 ha acquisito una nuova vita grazie al progetto di riqualificazione, curato dagli architetti Francesco Messina, del gruppo Bodàr, e Giuseppe Grasso, assieme all’ingegnere Domenico Crinò, con il mantenimento delle strutture esistenti, e utilizzando un sobrio ed elegante linguaggio architettonico moderno. Sorge in un punto nodale di Sant’Antonio, con accesso dalla Statale 113, si trova in prossimità della chiesa di S. Antonio Abate sulla collina, dell’oratorio della medesima chiesa (un salone proprio di fronte all’ex Centrale), e del cosiddetto “Torrione Saraceno”, in realtà una “Cuba”, una chiesetta del periodo tardo bizantino con cupola ben visibile dall’esterno, che andrebbe meglio conosciuta e valorizzata.

PREFAZIONE

Ricostruire le memorie storiche del passato di un popolo non sempre è un’impresa facile; molti sono i fattori che sfortunatamente hanno contribuito a disperdere o a cancellare le tracce della memoria identitaria in ogni popolo soprattutto oggi, nell’odierna società, costantemente sottoposta a continui e radicali cambiamenti voluti e imposti dalla modernità.

Anche a livello linguistico purtroppo, secondo recenti studi, ormai da tempo sono in corso radicali trasformazioni che interessano tanto il modo di scrivere, il modo di parlare e il modo di comunicare.    Rispetto al ventennio o al trentennio appena trascorsi, si è poi anche modificato l’atteggiamento della comunità dei parlanti tanto nei confronti della “lingua nazionale” quanto nei confronti della “lingua dialettale”.

In merito alla lingua dialettale occorre evidenziare che questa, ha subito una notevole diminuzione della parlata per vari e diversi fattori primo tra tutti la diffusione ormai ampiamente generalizzata a livello sociale dell’istruzione scolastica che ha imposto definitivamente l’uso della lingua nazionale quale unico strumento comunicativo relegando il dialetto quasi a lingua di un ceto basso e di scarsa cultura sociale, inteso quasi come un veicolo di svantaggio e di esclusione sociale.

Nell’epoca della globalizzazione, in cui Internet regna sovrano, dove le comunicazioni avvengono attraverso congegni elettronici che, da una parte sono il frutto di un progresso inevitabile, ma dall’altra ci tolgono il piacere di comunicare guardandoci negli occhi, parlare del dialetto può sembrare anacronistico. 

Fortunatamente quasi in contrapposizione a ciò, solo da un paio di anni sembra essere iniziata una nuova era linguistico-culturale per le lingue dialettali che molto lentamente stanno riprendendo a vivere sotto l’impulso di nuovi stimoli sociali presenti in una buona fetta della società giovanile che intende conoscere e rivalutare le proprie radici sociali riappropriandosi anche della lingua. Connesso infatti a questo fenomeno vediamo in numerosi casi ricomparire parole di origine dialettale nelle insegne di esercizi commerciali, nella musica giovanile con i sempre più diffusi etnorock,etnofolk ed etnosound e marginalmente nei fumetti, nell’enigmistica e recentemente anche in qualche caso nella pubblicità nazionale

Conoscere invece la propria parlata, la parlata delle proprie origini, la lingua dei propri avi dovrebbe rappresentare una risorsa comunicativa in più nel repertorio individuale, a disposizione accanto all’italiano quale lingua nazionale, di cui servirsi quando occorre e specie in virtù del suo potenziale espressivo. Un arricchimento, insomma, e non assolutamente un impedimento.

La lingua dialettale rappresenta inoltre un utile strumento per indagare e conoscere anche se stessi: soprannomi, rioni, nomi di località, canti e tradizioni popolari raccontano le origini, rendono più vicini e immediati i ricordi, più fruibili i pensieri. Quanti si sono trovati, almeno una volta, nella situazione di riuscire a esprimere più facilmente un concetto in dialetto oppure a sentire più vicino a se una qualche espressione che in italiano non renderebbe allo stesso modo o risulterebbe distaccata? Dialetto, quindi, come chiave di accesso e di utilizzo della memoria, come strumento per riflettere da dove veniamo e per vedere se stessi in un’ottica di cittadini nati nella pluralità in un mondo sempre più globale e poliglotta, nel miscuglio delle lingue, delle popolazioni e delle identità.

Il dialetto costituisce quindi una parte importante del bagaglio culturale che ognuno di noi porta sulle spalle ed è l’inevitabile segno che ci fa dire che apparteniamo ad un certo luogo, ad un certo tempo e che ci identifica e ci colloca nel posto preciso della nostra storia personale.

Amare il dialetto, usarlo nel nostro quotidiano, insegnarlo ai nostri figli, significa amare noi stessi, significa essere possessori di una grande eredità: l’eredità della nostra storia.

Un grande poeta scomparso di recente, Andrea Zanotto, a proposito del dialetto amava dire: “…il dialetto è qualcosa che serve per individuare indizi di nuove realtà che premono ad uscire…” e ancora un altro illustre     scrittore, Pier Paolo Pasolini a proposito delle lingue dialettali scriveva: “Il contadino che parla il suo dialetto è padrone di tutta la sua realtà”. Pasolini infatti vedeva nel dialetto l’ultima sopravvivenza di ciò che ancora è puro e incontaminato e che come tale doveva e deve essere “protetto”. 

Dialetto e Dialogo hanno la stessa radice etimologica che li descrive come un parlare tra persone, come un ponte, per accogliere, capire e non come strumento per erigere barriere e demarcare confini.

Le radici sono importanti, vanno rispettate, conosciute e riscoperte, ma con uno sguardo aperto e la voglia di conoscere “tutti i mondi e le lingue possibili”, anche quelle del passato poiché è proprio dal passato che emerge il presente e si delinea il futuro.

A questo scopo, oltre che al recupero, in questo caso linguistico delle proprie radici, mira quest’opera di Rocco Giuseppe Tassone, che insieme ad altre tende ancora una volta a gettare luce sul passato di un popolo; quello calabrese e più nello specifico quello di Candidoni suo paese natio, con quale il Tassone, meritoriamente e a giusta ragione, non ha mai tagliato il cordone ombelicale. Un’opera attenta e certosina che ha visto l’autore impegnato alcuni anni nella ricerca, nella raccolta e nello studio di un corpus lessicale di ben 10.000 vocaboli appartenenti tutti alla lingua dialettale candidonese che sono stati pazientemente e con grande amore raccolti dal Tassone con l’intento di sottrarli all’oblio del tempo e agli influssi della modernità che inevitabilmente li avrebbe cancellati con la speranza di creare uno strumento utile ai tanti giovani che intendono ora accostarsi alla storia delle loro origini.

Le fonti alle quali lo studioso ha attinto sono tutte, nella maggior parte dei casi, fonti di tipo popolare: canti, leggende, racconti che hanno segnato l’identità storico-linguistica del popolo candidonese e che hanno solcato e attraversato la vita di intere generazioni e che vengono ancora custodite nella mente e nell’anima degli anziani che li conservano con affetto e rigore nello scrigno magico della memoria identitaria.

Scorrendo infatti questo vocabolario la cosa che immediatamente balza agli occhi, è che sono riportati vocaboli che appartengono direttamente alla lingua volgare candidonese e che in alcuni casi non hanno nessun corrispettivo nella lingua dialettale calabrese.

Rocco Giuseppe Tassone vuole, riuscendoci perfettamente, rivitalizzare il sermovulgaris inteso come espressione di comunità e di continuità di un popolo che ancora conserva la sua originale parlata.

Briciole di memoria che contribuiranno ad aggiungere una tessera in più al grande puzzle della storia di questo piccolo paese dell’entroterra tirrenico calabrese, tra Laureana di Borrello e Serraa,a ridosso delle Pre-Serre catanzaresi, il cui passato storico riverbera ancora oggi i riflessi delle grandi vicissitudini storiche di questa terra.

All’amico Fraterno Professore Cav. Rocco Giuseppe Tassone, i miei più sinceri e vivi auguri, di cuore per questo suo nuovo e non sicuramente ultimo prestigioso lavoro di indagine e ricerca linguistica per il grande contributo da lui offerto, con grande amore e pensosa partecipazione, alla ricostruzione di una parte importante della storia della nostra terra di Calabria.

Possano queste pagine costituire per tanti giovani candidonesi il motivo ispiratore e l’esempio da Te tracciato per nuove e future ricerche che possano portare alla luce altre testimonianze importanti del nostro passato.

A te caro e fraterno amico, auguro che la tua impresa nella ricerca continui ancora, auguro che la penna con la quale scrivi continui ancora a tracciare sui fogli, su tanti fogli ancora, tante e belle storie della nostra civiltà, figli di questa tanto martoriata e tanto offesa ma amorosamente bella terra di Calabria.

                                                                                                                                                          Prof. Saverio Verduci

Pubblicato in Comunicati stampa

 

La Redazione

L’atteso  1^ Concorso Nazionale "Ars mea" , organizzato da R.D.P. Eventi di Renato Di Pane, che avrà luogo nel Salone delle Bandiere Europee di Palazzo Zanca del Comune di Messina, Domenica 23 Luglio alle ore 16,30, vedrà , fatto importante e di grande spessore culturale e sociale,  il Conferimento  del : “  PREMIO INTERNAZIONALE  W.Shakespeare- Honoris Causa” ad illustri  personalità, per il loro prestigioso excursus vitae . Si ricorda che nella circostanza della “Giornata Europea dei Diritti Umani e della Pace “; promossa dall’Associazione Nazionale del Fante Ric.dal Ministero Difesa e dai CO.B-G.E. Inspired ONU-UNESCO-OMS, con il proprio “ Centro Europeo di Studi Universitari”presieduti dal prof.Domenico Venuti  veniva dato avvio a Messina “Città d’Europa”,  al “Premio Internazionale W, Shakeaspeare, con l’apporto collaborativi  del prof. Don Biagio Amata, Preside Emerito della Pontificia Università Salesiana e della dott.ssa  Melina Prestipino  Presidente on. Del Comitato Patronesse dell’ A.N.F.  e già Dirigente della Soprintendenza ai Beni Culturali.

Pubblicato in Comunicati stampa