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Per “Impronta d’autore” di scena all’Epicentro il musicista Antonio Vasta

- di Marcello Crinò -

Domenica 30 aprile all’Epicentro di Gala è proseguita la serie degli incontri, intitolati Impronta d’autore per il Museo Epicentro, che con cadenza mensile presentano personalità dell’arte e della cultura barcellonese. Hanno già preso parte: la pittrice e poetessa Salva Mostaccio, lo scultore Salvatore De Pasquale, il direttore artistico del Teatro Mandanici Sergio Maifredi, l’autore di queste note, il critico d’arte Andrea Italiano, l’architetto Mario Benenati, l’editore Pierangelo Giambra.

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Ad introdurre la serata, dedicata al musicista Antonio Vasta, uno dei migliori figli della città, che porta alto il nome di Barcellona in tutto il mondo, è stato come sempre Nino Abbate, fondatore ed animatore del Museo Epicentro. Nel salutare i presenti ha ricordato che quindici anni fa proprio nel giardino dell’Epicentro avvenne il primo concerto di Antonio Vasta e Mario Incudine assieme. Un sodalizio che si è consolidato negli anni, e culminato nel grande spettacolo della sera prima al Teatro Mandanici. Evento ricordato dall’assessore Gianluca Sidoti, in rappresentanza dell’Amministrazione Comunale, il quale ha evidenziato che il Mandanici, assieme all’Epicentro rappresenta un punto di rilancio e di partenza per la città.

A presentare la figura di Antonio Vasta, due lauree, diploma in pianoforte, suona l’organetto diatonico e la zampogna “a paru”,  è stato Mario Incudine, il quale ha ricordato i loro primi incontri all’Università di Palermo in un laboratorio di etnomusicologia. Vasta, ha detto Incudine, è un uomo trasparente, mai presuntuoso, arrogante, uno che prima pensa agli altri e poi a se stesso. Una persona vera, senza sovrastrutture, ben conosciuta ed apprezzata dagli intellettuali, musicisti e uomini di spettacolo italiani,  un nome per tutti Moni Ovadia. Con la sua zampogna è divenuto l’ambasciatore di Barcellona nel mondo.  Per Incudine Vasta è all’inizio di una carriera inimmaginabile, perché è un fuoriclasse, citando per esempio la sua abilità nel comporre in qualsiasi luogo e momento avendo solo in mente la tastiera del pianoforte.

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Flaviana Gullì, redattore capo della testata on-line cittadina 24live.it, che ha appoggiato l’iniziativa realizzando ogni volta un video della serata pubblicato sul sito, ha intervistato Antonio Vasta, ricordando le collaborazioni prestigiose con De Gregori, Dalla, Battiato e non ultimo Incudine, e la tesi sulla zampogna messinese, la tournee mondiale con la fisarmonica e l’organetto assieme ad Ambrogio Sparagna, i numerosissimi premi conseguiti e le oltre venti incisioni discografiche. Vasta ha ricordato la sua passione per la musica sin dalla tenera età, i nonni amanti della musica, e lo zio Domenico Coppolino con cui ha iniziato a suonare la fisarmonica. Poi lo studio del pianoforte e la scoperta della cultura popolare del territorio e la conoscenza della zampogna, imparata da un musicista locale, Domenico De Pasquale.

A una domanda della Gullì sui punti di forza e delle carenze di Barcellona, ha risposto ricordando che la città è rimasta priva del teatro per tantissimi anni. Oggi  per fortuna c’è nuovamente ed è una meraviglia, e il Direttore artistico Maifredi ha portato avanti un gran lavoro con la programmazione varia e aperta a tutte le esigenze. Ma in città ci vogliono altre strutture, scuole di musica per esempio, e realizzare eventi per valorizzare le risorse locali. L’Epicentro, ha sottolineato, è un’oasi nel deserto.

Prima del “rito finale” dell’impronta sulla mattonella, Antonio Vasta ha deliziato il pubblico presente suonando la sua zampogna, in un singolare rapporto tra l’antica cultura mediterranea e l’arte contemporanea dell’Epicentro. Come da prassi, alla fine ha lasciato su una mattonella di argilla cruda l’impronta della mano destra, che andrà ad arricchire la collezione del Museo.

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