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Monta la polemica per lo stato di degrado dei Basiliani di Barcellona Pozzo di Gotto

- di M. C. -

A Barcellona sta montando la polemica per la critica situazione della chiesa dei Basiliani e dell’adiacente ex Convento. Da anni il complesso monumentale, realizzato alla fine del XVIII su una collinetta alla spalle del quartiere Immacolata, è in stato di abbandono e di degrado. La chiesa è chiusa da anni, così come l’ex Convento, una grande costruzione a corte che nel corso del tempo è stata adibita a sede del Liceo Classico Luigi Valli, poi di altre scuole ed anche della Pretura.

 

Salviamo Basiliani con Genius Loci

Il forzato abbandono definitivo del monastero da parte dei monaci nel 1866, a seguito delle leggi di soppressione degli ordini religiosi, favorì il degrado della chiesa e la spoliazione di gran parte degli arredi sacri, della biblioteca dei monaci e di alcune opere d’arte, come il ritratto del Conte Ruggero e il ritratto dell’Abate Eutichio Ajello (1711-1793). Per molti anni la chiesa rimase abbandonata e resa inaccessibile con le tre porte d’ingresso murate. Negli anni Sessanta la chiesa fu sottoposta a restauro permettendone la riapertura al culto nel 1969. Fu rifatto il tetto, che nel frattempo era crollato, ma senza il controsoffitto a volta, e ricostruita in cemento armato, con una scelta non molto felice, la cantoria originariamente il legno.

Il prospetto della chiesa era arricchito da un prezioso tondo in marmo del XVI secolo attribuito ad Antonello Gagini e rubato nell’estate del 1991. In tempi recenti è stata rubata una della campane, e durante un’incursione all’interno, è stata danneggiata una delle “varette” del Venerdì Santo, prontamente restaurata. Come se non bastasse tutto questo, nella notte tra il 5 e il 6 gennaio 2017 un fulmine ha colpito il campanile posto sul lato destro del prospetto, danneggiando la cornice in pietra e la copertura a tegole,  e divelto la croce in ferro. Proprio sul retro di  quel campanile c’era incisa sull’intonaco la firma dell’autore della facciata e la data dipinta a pennello: “Gioseppe Chindemi fecit 1791”. La scritta  è andata perduta, i frammenti sono ancora a terra e il campanile è senza protezione.

In questi giorni gli abitanti del quartiere, che hanno organizzato una sorta di vigilanza visiva dalle loro case, hanno notato la scomparsa dello stemma dei Basiliani posto sulla porta d’ingresso dell’ex Convento, esistente sicuramente fino al dicembre del 2015 perché documentato da foto. L’area dei Basiliani attualmente non è accessibile, perché recintata dal cantiere aperto per la realizzazione della strada di collegamento tra la via Leopardi (la Circonvallazione) e lo spiazzo antistante il Complesso Monumentale. Non è ancora ben chiaro cosa sia accaduto, ma sono in molti a ritenere che lo stemma sia stato rubato. Questo ha scatenato la polemica dei cittadini, veicolata soprattutto dai “social”, dove si intrecciano foto e commenti, assieme ad una campagna di sensibilizzazione avviata oltre un anno fa dall’associazione Genius Loci con lo slogan “Salviamo dal degrado il Complesso Monumentale dei Basiliani”.

I cittadini attendono risposte da tutti gli Enti competenti e chiedono soprattutto la messa in sicurezza degli edifici e dei frammenti caduti del campanile e l’attuazione della videosorveglianza.

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