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Cristiano De Andrè conquista il pubblico del Teatro Mandanici di Barcellona Pozzo di Gotto

- di  Marcello Crinò - 

Si è concluso con il pubblico in delirio, un pubblico composto da mille persone, il concerto di Cristiano De Andrè al Teatro Mandanici di Barcellona sabato 18. Unica tappa siciliana del Tour organizzato  dalla Concerto Music, che lo sta portando ad esibirsi sui palchi dei maggiori teatri italiani interpretando un repertorio ricco di nuovi brani del padre Fabrizio (Genova, 1940-Milano 1999) che si affiancano a quelli contenuti nei progetti discografici di grande successo. Nel corso di questo Tour registrerà un nuovo disco e quindi anche le musiche eseguite al Mandanici ne entreranno a far parte. Il Tour è iniziato il 6 marzo al Teatro Galleria di Milano, è proseguito il 7 all’Obi Hall di Firenze, e dopo la tappa barcellonese il 28 marzo sarà all’Auditorium Manzoni di Bologna.

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La serata è stata introdotta come sempre dal direttore artistico del teatro, Sergio Maifredi, il cui incarico annuale in scadenza sta per essere riconfermato, una riconferma che rappresenta un segnale preciso visto il grande successo di pubblico e di qualità che sta ottenendo il Teatro Mandanici, inaugurato nel 2012 e aperto al pubblico con la prima stagione teatrale nel 2014. Maifredi ha voluto ricordare il giovane barcellonese Aurelio Hasaj, scomparso tragicamente in un incidente stradale il giorno precedente.

Cristiano De Andrè (nato nel 1962) ha studiato chitarra e violino al Conservatorio Paganini di Genova, è vissuto a stretto contatto dei cantautori degli anni Sessanta e Settanta, e negli anni Novanta ha accompagnato il padre negli spettacoli come strumentista.

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De Andrè ha proposto una serie di canzoni del padre arrangiate in versione più rock, cantando e suonando oltre la chitarra, anche il violino e le tastiere, accompagnato da una band di validi strumentisti. Non ha mancato di fare riferimenti al padre, raccontando delle vicende legate al suo modo di pensare, evidenziando che suo padre era fondamentalmente un anarchico, perché il “potere” non è mai buono. Ha fatto riferimento anche alla Sicilia che sta cambiando. Ha ricordato pure l’incontro “di linguaggi” tra suo padre e Francesco De Gregori avvenuto nel 1972, dove sono stati messi a confronto due  modi diversi di avvicinarsi alla musica.

Il concerto è stato “in crescendo”, sottolineato prima da un gruppetto di fans che si è avvicinato al palco applaudendo, poi alla fine da gran parte del pubblico riversatasi sotto il palco, richiedendo e ottenendo i bis.

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