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Consensi di pubblico per La vedova allegra al Teatro Mandanici di Barcellona

- di Marcello Crinò -

Sabato 11 grande successo al Teatro Mandanici di Barcellona per la messa in scena della Vedova allegra, forse la più nota di tutte le operette. La sala quasi piena, sono rimasti posti liberi solo ai lati del palcoscenico, e molti applausi da parte di un pubblico, quello barcellonese, che ama molto l’opera e l’operetta, mancanti da molto tempo a causa della storia travagliata del Mandanici.

Considerata quasi una sorella minore dell’opera, l’operetta presenta un’alternanza costante tra parti cantate e dialoghi, e implica un grande impegno per gli attori, che devono essere al contempo attori, cantanti e ballerini.

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La Vedova allegra, la cui musica fu scritta dal compositore austriaco Franz Lehar (1870-1948) su libretto di Victor Leon e Leo Stein, debuttò a Vienna nel 1905 e in Italia nel 1907 al Teatro Dal Verme di Milano. Racconta una storia di altri tempi, e di tutti i tempi. Una storia che comincia con un matrimonio obbligato e si conclude con il vero amore. Il Barone Zeta, Ambasciatore del Pontevedro a Parigi, riceve un ordine tassativo dal proprio governo: la signora Anna Glavari, giovane vedova del banchiere di corte, deve a tutti i costi risposarsi con un compatriota. Infatti se dovesse passare a seconde nozze con uno straniero, il suo capitale, valutato cento milioni di dollari, abbandonerebbe la Banca Nazionale Pontevedrina e, per la “Cara Patria”, sarebbe la rovina economica. Il Barone Zeta, coadiuvato da Niegus (cancelliere un po’ pasticcione), tenta di convincere il Conte Danilo Danilowich, segretario all’Ambasciata di Parigi, a sposare la ricca vedova. Danilo però non ne vuole sapere perché fra lui ed Anna c’è già stato del “tenero” prima che lei sposasse il banchiere Glavari; ed ora Danilo, ferito nell’orgoglio, non vuole assolutamente ammettere di essere ancora innamorato di Anna. Da parte sua la vedova, pur amando Danilo, non lo vuole dimostrare e fa di tutto per ingelosirlo. Durante una festa che Anna organizza nella sua villa, sia per vedere le reazioni di Danilo e sia per salvare l’onore della moglie del barone Zeta, lei dichiara a tutti gli invitati che intende sposare un francese: il signor Camillo De Rossillon. Danilo furioso abbandona la festa. Tutto sembra perduto, ma Niegus, più per caso che per merito, riesce a sciogliere l’equivoco e a far confessare ad Anna e Danilo il loro amore reciproco.

Lo spettacolo in scena a Barcellona è stato realizzato dalla Compagnia Italiana di Operette, con protagonisti Victor Carlo Vitale e Silvia Santoro, regia di Flavio Trevisan, direzione musicale di Maurizio Bogliolo, coreografie di Monica Emmi. La musica è stata eseguita dal vivo, da undici musicisti (archi, fiati, tastiera e percussioni) più il direttore.

Per questa occasione, lo ha ricordato introducendo la serata il direttore artistico Sergio Maifredi, è stata riaperta la fossa orchestrale, vicinissima ai primi posti del teatro. In effetti la struttura del Nuovo Mandanici, una commistione tra il teatro greco e il teatro all’italiana (dovuto alla  modifica in corso d’opera del progetto iniziale che precedeva un palcoscenico circolare), permette una stretta relazione visiva e fisica tra spettacolo e spettatori. Un unico neo, che vogliamo sottolineare, riguarda la posizione dalla tribuna stampa (e della simmetrica tribuna per i disabili), che impedisce una visione completa del palcoscenico e delle azioni che si svolgono.

Alla fine dello spettacolo gli attori, forse anche per la calda accoglienza ricevuta, hanno voluto accompagnare il pubblico all’uscita, sostando nel corridoio e sulle scale, scambiandosi saluti e foto. 

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