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Il diritto e i limiti della satira. Incontro della Fi.da.pa. al Liceo Valli di Barcellona

DSCF4710- di  Marcello Crinò -

Venerdì 3 febbraio, nell’Aula Magna del Liceo Classico Luigi Valli, si è parlato di un argomento di grande attualità, la satira. “Si fa presto a dire satira…” il titolo dell’incontro promosso dalla Fi.da.pa. di Barcellona. Moderati e introdotti da Maria Concetta Santamaria, presidente del sodalizio, hanno relazionato Nicola Russo, Pina Freni e Nicola Alosi. La Santamaria, nell’introdurre l’incontro, ha portato i saluti dell’assessore Ilenia Torre, assente perché fuori sede e della Dirigente dell’Istituto Domenica Pipitò, ed ha voluto ricordare la recente scomparsa dell’artista e fondatore del Parco Jalari Mariano Pietrini. La satira, ha detto, oggi è un argomento di discussione a seguito di quanto avvenuto a Parigi nella sede del giornale satirico Charlie hebdo, con tutto il suo strascico di polemiche.

Il docente di lettere classiche Nicola Russo nel suo intervento si è soffermato sulle origini letterarie della satira. Lo spirito satirico esisteva già nella letteratura greca, ma è stato ben sviluppato in epoca romana, da Quintiliano a Lucilio, Orazio, Persio, Giovenale, Marziale.  Ha anche accennato alla satira nelle arti contemporanee, portando ad esempio la commedia italiana.

La professoressa Pina Freni, già docente di storia e filosofia al Liceo Valli, già presidente della Fi.da.pa., e attualmente componente del gruppo di studio delle tradizioni siciliane. La sua relazione è stata incentrata sul rapporto tra satira e filosofia, precisando che il fare satira è fare filosofia, cioè esercitare lo spirito critico. La satira ha la funzione di contrastare il potere politico, il grillo parlante che parla alla coscienza, per renderla vigile. Ha fatto riferimento alla parte perduta della Commedia di Aristotele, proprio quella sulla satira (oggetto di discussione e contrasto  nel Nome della Rosa di Umberto Eco). La satira, ha precisato, ha attraversato tutti i secoli, i confini e lo scibile umano, fumetti compresi, come i Simpson. La satira è un’arma sociale. Il linguaggio ironico e la filosofia hanno un nemico: il pensiero unico.  La satira non deve scherzare con la morte e non deve insultare, come invece è avvenuto di recente, quando tutti si sono indignati, giustamente, per le vignette del terremoto e delle valanghe.

Il giornalista della Rai Nicola Alosi ha concluso la serie degli interventi, soffermandosi sul diritto di satira e i suoi limiti, partendo dall’articolo 21 della Costituzione che sancisce la libertà di pensiero e di stampa, riconosciuto a tutti. Ha fatto riferimento al rapporto di “Reporter senza frontiere” sulla libertà di stampa, dove l’Italia figura al settantasettesimo posto. La libertà di stampa è una scelta, la libertà di satira è un lusso ulteriore. Ha mostrato una serie di testate satiriche dalla fine dell’Ottocento fino agli ormai relativamente recenti il Male e Cuore, e le vignette di Forattini. Si è soffermato sulle vignette satiriche che non fanno ridere ma dileggiano le persone, spesso proprio le vittime di eventi tragici. Si è posto il problema dei limiti, chiedendosi chi li può porre. La risposta è la coscienza individuale. La libertà in se non è un valore. La libertà ha bisogno del rispetto di noi, degli altri e delle regole.

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